Monte Sarezza, anticima Ovest Il monte Sarezza si presenta come dirupato e
caratteristico crestone, disposto genericamente su un asse est -
ovest, ai piedi del Bec Forcü, a nord
dell'Alpe Ostafa,
a meridione del Monte Cavallo e del
sottostante lago Ciarcerio, in posizione
altamente panoramica sull'alta Ayas. La sua quota è di 2820 metri ed
è reso inconfondibile dai tanti canaloni verticali che convogliano,
sui suoi scoscesi versanti, chiari e dicotomici coni di deiezione. Il
Sarezza, da decenni, è meta degli appassionati di arrampicata
sportiva, vantando innumerevoli vie attrezzate, in modo particolare
nell'area meridionale e lungo l'erto spigolo nordoccidentale,
costituiti da rocce salde, rossonerastre, meno friabili. La leggenda
raccontata da O. Obert ne Les Diables de Sarèdza,
nel noto
volume Ayas (1968), narra che un incauto parroco - dedito
all'arte magica della feusecca - lasciasse incustodito un
volume proibito, mediante il quale i suoi scolari riuscirono,
involontariamente, ad evocare alcuni diavoli. Il sacerdote, tornato in
aula, riuscì con uno stratagemma a prender tempo, potendo in questo
modo consultare a sua volta il magico libro e condannando alcuni dei
demoni evocati a cercare di distruggere, servendosi solo di un comune
ago, il Sarezza. In questo modo la tradizione popolare spiegava
l'abitudine di questa montagna di scaricare abbondanti detriti,
formando i citati coni di deiezione. Vai
alla Galleria fotografica - Vai a GPS Il Sarezza possiede anche un'anticima
occidentale, posta pressoché esattamente all'uscita della via di
arrampicata dello spigolo nordovest. Tale sommità si trova a 2712
metri ed a N45 50.348 E7 45.561; su questa sorta di terrazza rocciosa,
molto panoramica, sorge una vecchia croce tubolare. Il dislivello è
di circa 220 metri, contando alcuni saliscendi, la difficoltà EE su
terreno impervio, con forte pendenza, in quasi totale assenza di
traccia e passaggi di roccia. La salita è possibile anche tramite
sentiero, per quanto labile e difficile da seguire, anche in discesa;
tale traccia serve, in alcuni casi, come via di rientro alternativa
alla corda doppia. Si segnala pertanto questa pagina agli eventuali
arrampicatori interessati ad una agevole via di rientro ad Ostafa,,
oppure a chi volesse raggiungere più velocemente l'anticima ovest per
poi tentare la vera vetta del monte. E' importante
notare che questa salita si svolge su pendii ripidi di scivolosa erba
olina, con rischio di caduta di pietrame. Si invita pertanto a non
salire su questa montagna senza l'ausilio di un caschetto, imbrago,
moschettoni e materiale alpinistico. La prosecuzione, in qualsiasi
direzione, dall'anticima comporta passaggi di arrampicata di diverso
grado, diversi dalla pratica escursionistica, e non va tentata
senza materiale ed esperienza. La salita ha origine dall'alpe
Ostafa, posta a 2418 metri e N45 50.062 E7 45.708, ricordando che tale
alpe - arrivo della cabinovia dal Crest
- è raffigurata erroneamente al posto del soprastante Colle
Sarezza, nella Carta
dei Sentieri dei
Comuni di Ayas e Brusson. Si esce dall'arrivo della moderna
cabinovia Leitner, prendendo per pochi passi la sterrata che sale al
Colle Sarezza. Subito oltre il muro della stazione si devia a sinistra
(ovest), salendo di fianco al tetto interrato della stazione di arrivo
e proseguendo, su prato, fino ad una prima pietraia. I massi sono
grigi e stabili, contornati da erba e rododendro, e possono ospitare -
visto l'isolamento della zona - ogni tipo di fauna minore, nel
periodo estivo, dalle lucertole alle vipere. Si prosegue sull'esile
traccia, seguendo radi e distanti ometti per prati e successivi fronti
di pietraie ormai interrate, contornando la rimanente parte
meridionale del monte e, quindi, l'angolo occidentale. Il sentiero
risale ripidi pendii erbosi verso nord, privi di vegetazione
superiore, alternando qualche raro ed estremamente labile segno di
vernice rossa, al suolo. Si scorge e ci si avvicina ad una
caratteristica roccia, simile ad una mano con l'indice ed il mignolo
elevati, lo spuntone meridionale più alto. Si piega ad est con un
tratto di ottima traccia, verso la caratteristica roccia, con segni
rossi. Si ritorna nuovamente a salire verso nord, verso le soprastanti
rocce di cresta, incontrando a 2512 metri la vecchia e stinta scritta
blu "Ostafa". Qui infatti si presenta un bivio; salendo
ancora verso settentrione, con segni rossi, si affrontano pendii
d'erba olina di circa 35°, con punte sui 40. A 2570 metri ci si trova
ai piedi di grandi basamenti rocciosi, che sostengono massicci
pinnacoli rossonerastri, punteggiati di licheni gialli. Alle proprie
spalle, verso sud, la visuale è illimitata fino al Monte
della Nonna ed al Monte Pezzei, al Corno
Bussola, alla Punta Piure ed allo Monte
Zerbion. la traccia piega brevemente ad est,
portando lontano da una sorta di "cancello" roccioso che,
dal basso, pare il passaggio predeterminato. Si torna a nord, passando
appena a destra di un gigantesco sperone rossonero, con licheni; in
questo tratto il sentiero è ingombro di sfasciumi minuti, facilmente
scaricabili, vista la pendenza, su chi segue. Si sale puntando un
secondo sperone, più in alto, sempre verso nord. Già si intravede la
croce metallica, scintillante nelle prime ore mattutine; si sale in
linea retta su erba ripida verso il torrione che la sorregge, piegando
lievemente a destra ed accedendovi obliquando verso sinistra su
roccia, dal basso. L'anticima occidentale è posta esattamente
sopra all'uscita della via nordoccidentale, su quello che, visto dal
basso, è un torrione tronco nella parte superiore. Vi è abbastanza
spazio,e con ampie e stabili rocce grigie, esposte a nord ed a ovest.
La croce è semplice e tubolare, sostenuta da tre esili tiranti
d'acciaio; alla sua base campeggia una targa del CAI Casale
Monferrato, che cita 1924 - 1994. Nel 70° anniversario di
fondazione. Appena sopra a questa targa metallica si trova un
piccolo bussolotto d'acciaio bianco, con chiavetta appesa ad un
cordino, contenente il quaderno di vetta. Ai piedi della croce si
notava, nel luglio 2008, una "sicura" in corda. Vi è una
scritta in vernice nera del CAI Casale Monferrato, ed una seconda, a
destra, Marco. A destra (est) dell'anticima le rocce si
innalzano in un erto e strapiombante pinnacolo, oltre il quale, a
nordest, sorge la vera vetta del Sarezza. Il proseguimento, come
accennato, è di carattere prettamente alpinistico e richiede grande
cautela e competenza, anche per il carattere dirupato e rovinato di
alcuni tratti, come constatato nel corso della salita del 21 luglio
2008. Il panorama dall'anticima è spettacolare, specialmente
sull'arco dei "4000" di confine, dalla Piramide
Vincent ai Breithorn,
al Castore, al Polluce,
al Cervino. Notevoli anche i colpi d'occhio sulle altre vette della
zona, dalla Piure al Bussola, dai Tournalin alla Falconetta o Becca
di Nana, al Grand Dent, allo Zerbion, al Cavallo, al
Palon di Resy
ed al Monte Rosso di Verra. Tempistica Ecco i dati raccolti nel corso della prima salita di Varasc.it all'anticima occidentale del monte Sarezza, effettuata lunedì 21 luglio 2008. Partiti alle 8.15 dall'Ostafa, abbiamo raggiunto la croce a 2712 metri alle 09.45. Ripartiti alle 10.35, siamo tornati per le 11.50 all'arrivo della cabinovia. Forte ritardo è stato causato dal carattere labile e sfuggente della traccia, anche in discesa. |