Punta Bettolina
Privilegiato balcone panoramico sulla intera
zona sottostante il Rifugio
Quintino Sella e sul retrostante vallone di Forca,
la Punta Bettolina è alta 2996 metri e si presenta come un massiccio
dosso roccioso, dal colore prevalentemente rossastro; domina da sud il
Colle Superiore di
Bettolina. Il suo toponimo
deriva dal termine celtico Bett inerente ad una piccola capanna
o ricovero; la salita a questo monte venne descritta sin dal 1896
dagli autori Giovanni Bobba e Luigi
Vaccarone, Monte Bettolina m. 2997: Sorge
a cavaliere del Colle di Bettaforca e del Passo di Bettolina, dal
quale ultimo è facilmente raggiungibile in 30 min. per la cresta
nord.
Nel 1923, l'opera
"Itinerari
alpini V. Dall'Attendamento S.A.R.I. in Valle d'Ayas" descrisse
la Bettolina: Monte
Bettolina, m. 2997. Nessuna importanza alpinistica. Sorge a cavaliere
fra i passi di Bettolina a sud e di Bettolina a nord. Si può salire
da entrambi, in poco più di mezz'ora, ma molto più facilmente dal
passo di Bettolina per la cresta N. Virginia Gennaro descrisse la mineralogia della zona nel 1929, nella sua opera Thomsonite e scolecite dell'alta Valle di Ayas e delle Valli di Lanzo, Già diversi autori si occuparono frammentariamente dei giacimenti di pietre verdi dell'alta Val d'Ayas, descrivendone alcuni interessanti minerali. Per primo il Novarese diede notizie del giacimento della Bettolina Nord, valico situato appena a settentrione del Monte Rosso di Verra, che mette in comunicazione l'alta Valle di Gressoney con l'alta Valle d'Ayas: quivi nella massa prasinitico-serpentinosa che va ad appoggiarsi ai gneiss-micascisti del M. Rosa compaiono nuclei ben evidenti di granato, epidoto, diopside, clorite, anfibolo, magnetite ed altri minerali. Anche F. Zambonini analizzò l'area nel 1903, descrivendola ne Sull'epidoto del Passo Bettolina, Vallone di Verra, in Rendiconto della Regia Accademia dei Lincei, serie V., XII, Roma 1903. Vai alla Galleria fotografica - Vai a GPS Questa cima poco frequentata è posta nell'alta Val d'Ayas lungo la dorsale orientale che la divide dalla Valle del Lys; come preannunciato, a S della Bettolina sorgono gli impianti del Colle della Bettaforca (2727) e l'omonimo Monte Bettaforca (2971). Se questa vetta è inserita in una vera e propria dorsale di confine, però, non dimentichiamone anche la funzione di "perno" di una seconda cresta interna, composta da vette a sé stanti: ad ovest abbiamo infatti il roccioso Monte Rosso di Verra (3021) e, più oltre ancora, il verdeggiante Palon di Resy (2675). Tra queste elevazioni e la Bettolina, su un pianoro roccioso, si trovano i magnifici Laghi di Resy, posti a circa 2572 metri; ad est della Bettolina i pendii dirupano alla volta dell'Alpe omonima, 2380. Vai alla Galleria fotografica - Vai a GPS La salita alla Bettolina è classificabile
come EE, unicamente a causa della quota -quasi tremila metri - e delle
condizioni del terreno, interamente cosparso di sfasciumi e schegge,
che rendono questa vetta particolarmente ostica in caso di maltempo,
umido o ghiaccio. Richiede tra i trenta ed i quaranta minuti da
Bettaforca, con un dislivello di 269 metri; da St.Jacques
(1689), il dislivello è di 1307 metri, il tempo lievita a due ore e
trenta-tre. Da Resy (N45 51.959 E7 44.405) si procede verso oriente
lungo la strada carrabile che risale il vallone di Forca fino,
superando il Lago Forcaz sulla destra (2330 circa, N45 51.849 E7
45.960), agli impianti soprastanti il colle di Bettaforca. Qui occorre
superare l'impianto principale -quello che porta a S. Anna- e piegarvi
immediatamente dietro, sulla sinistra, dove muore la cresta
meridionale proveniente dalla Punta Bettolina: non si deve seguire il
9, che corre più in basso verso nord. Appena sotto la cresta, alta ormai
pochi metri e cosparsa d'erbetta e sfasciumi, si scorge un sentiero
pianeggiante e relativamente sgombro: seguendolo si giunge ad una
sorta di piccolo spiazzo cosparso di pietrame e comode roccette, usato
di solito dai turisti per godere il panorama ayassino senza dover
scendere al colle di Bettaforca. Abbiamo i due Tournalin ad ovest, la
Bettolina a nord, il Monte Bettaforca
ed il Monte
Zerbion a S. Facendo attenzione si individua qui un
vecchio sentiero, a tratti evidente ed a tratti cosparso di troppi
sfasciumi: ha un fondo di morbida terra frammista a microscopiche
schegge pietrose e sale in una grande pietraia, continua fino alla
vetta e cosparsa di lastre, sassi, schegge maggiori. E' contrassegnato
da molti ometti -attualmente, dopo la salita di Varasc.it del 26
luglio 2007, restaurati ed integrati da altri ancora - e da alte
lastre erette ed incastrate a mò di segnavia, ma è facile a perdersi
a causa delle sue continue svolte; il tracciato GPS rilevato nella
medesima giornata è tuttavia molto preciso e segue il sentiero fino
in vetta. La pendenza non è mai eccessiva, restando sempre sui 20°
senza presentare strapiombi o passaggi difficili. Si rimonta una zona
rossastra che preclude la vista della vetta, restando sempre sulla
destra della montagna, sulla cresta meridionale, ma solo in pochissimi
punti si riesce a scorgere il numero 9 che corre parallelo e sotto di
noi. Lastre e rocce più grandi, comodamente rimontabili, portano ad
accedere alla zona sommitale, caratterizzata da pietrame più chiaro:
anche qui, è bene ricordare che, nonostante non vi siano strapiombi o
pendenze eccessive, quasi niente è stabilmente ancorato. Ormai
non scorgiamo più la Bettaforca alle nostre spalle; la vetta è
preceduta da una sorta di falsopiano, ampio e più chiaro, oltre al
quale si eleva il cumulo roccioso sommitale. Vi si giunge facilmente
passando da sinistra; siamo a 2996 metri (N45 52.571 E7 46.868),
accanto ad un possente cumulo di pietrame al centro del quale
s'innalza un bastone di plastica rosa, stranamente trafitto da due
chiodi. Ad ovest e sotto di noi contiamo sei laghi di Resy, oltre ad
una bella ed insolita vista sui versanti orientali del Monte
Rosso di Verra e del Palon
di Resy, quest'ultimo sorprendentemente insignificante, da
qui. A N, la cresta sommitale continua elevandosi in una sorta di
sperone di roccia rosa, piatto sul dorso superiore, che ricorda un
trampolino. Ad est e subito sotto la vetta corre un tratto del 9,
intersecandosi su sfondo grigio fino a formare una sorta di elica DNA.
A sud, infine, il Bettaforca, la Quota 2828 ed il Monte
Cavallo (2470, N45 51.188 E7 45.365) si fondono in un unico
rilievo declinante da sinistra verso destra, sovrastato sul retro dal
Sarezza (2820). La discesa avviene per la medesima via di salita: un
consiglio, forse banale ma doveroso, riguarda gli scarponi. E'
necessaria una forte stretta per evitare che il minutissimo pietrisco
che rende così morbida la discesa -lastre maggiori e pietrame a
parte- s'infili nelle calzature. Le saltuarie rocce piatte, cosparse
appunto di polvere e pietrisco, si rivelano infide. Tempistica Ecco i dati registrati nel corso della prima
salita di Varasc.it alla P.ta Bettolina, giovedì 26 luglio 2007.
Partito alle 08.23 da Saint Jacques, ho raggiunto Resy alle 08.54,
ripartendone alle 09.05. Alle 10.20 ero al Colle Bettaforca, alle
10.23 agli impianti. Partito dallo spiazzo retrostante l'impianto
maggiore alle 10.53, ho raggiunto quota 2819 (rilievo GPS) alle 10.55,
la vetta alle 11.30. Disceso per via del maltempo alle 11.45, ero
nuovamente alla Bettaforca per le 11.57.
Varasc.it è tornato alla Punta Bettolina
lunedì 20 luglio 2009. Partito alle ore 5.25 da Saint Jacques, ho
raggiunto Resy alle 05.55, il Colle di Bettaforca alle 06.55, sul
sentiero numero 9. Per le 07.40, dopo una breve pausa agli impianti,
ero in vetta alla Bettolina, ripartendone alle 08.05 e rientrando alle
09.15 a Resy, alle 09.41 a Saint Jacques. Malgrado la restia presenza
di nevai lungo la strada per la Bettaforca (comunque agibile), non si
sono osservate sostanziali modifiche nell'intero tragitto. Alcune
delle lame di roccia erette come ometti sulla Bettolina sono cadute,
sostituite da fragili ometti di scaglie e pietrisco minuto.
Stupefacente, come sempre, il panorama offerto da questa bella e
panoramica vetta, popolata da stambecchi. |