Punta Parrot 

 

Imponente cupola nevosa, visibile a grande distanza ed affacciata sull'impressionante baratro orientale sulla Valsesia, la Punta Parrot o Parrotspitze è alta 4436 metri (4432 sulla CNS) e sorge in posizione N45 55.201 E7 52.306, sul Monte Rosa. Si trova a 879 metri in linea d'aria dal rifugio Regina Margherita alla Punta Gnifetti, da cui la separa il sottostante ed ampio Colle Sesia di quota 4298 metri; e si trova a 769 metri in linea d'aria dalla cima successiva, la Ludwigshöhe, da cui la separano i 4285 metri del Colle Ippolita, Colle delle Piode o Piodejoch. Domina appieno l'apertura tra i Lyskamm e la Punta Zumstein, da cui nasce l'immensa rampa del Grenzgletscher. La sua posizione, panoramicissima, consente una visuale pressoché ininterrotta sulle cime circostanti del Rosa, sulle valli lombarde e piemontesi, sulle valli del Lys e di Ayas, nonché sulla pianura sottostante; se ammirata dalla Ludwigshöhe e da sud, si presenta tuttavia come una pinna ardita che aggetta verso ovest una cresta ripida e sottile, in direzione della Roccia della Scoperta e del Lyskamm Orientale. Se vista da ovest si presenta invece pressoché triangolare, netta e levigata. La montagna è formata da gneiss minuti e micascisti granatiferi, specialmente sul suo lato sud. 

La salita comporta un dislivello di 1164 metri dai 3272 dell'impianto di Indren, di 789 dai 3647 metri della Capanna Giovanni Gnifetti al Garstelet, di 938 dal rifugio Città di Mantova (3498). Esistono varie vie di avvicinamento; qui verranno descritte le due principali, sperimentate da Varasc.it il primo settembre 2013, vale a dire la semplice salita settentrionale dal Colle Sesia e la ben più erta Cresta Ovest, vie che consentono la classica traversata nord-sud o sud-nord della Parrot. La difficoltà della prima è stimata PD, con pendii di circa 35° e circa 30 minuti dall'attacco, vale a dire dal Colle Sesia; la seconda PD+, con forte esposizione ed un lungo, aereo tratto in cresta che richiede grande sicurezza di piede ed assenza di vertigini. La salita richiede nominalmente 3-3.30 ore dal rifugio Gnifetti, la discesa può consentire la traversata delle cime Ludwigshöhe, Corno Nero, Balmenhorn e Piramide Vincent come effettuato da Varasc.it nel settembre 2013. Per ulteriori informazioni topografiche, si consiglia di consultare il Repertorio cartografico ufficiale.

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Punta Parrot. Via di salita settentrionale (Cresta Nord-Est) 

Dai rifugi Mantova e Gnifetti si risale nell'ampio "viale" glaciale del Monte Rosa, superandone le prime grandi rampe e prestando attenzione ai crepacci, usualmente visibili all'altezza generica della Piramide Vincent e del Balmenhorn. Si segue la grande ed onnipresente traccia diretta alla Punta Gnifetti, molto frequentata nella bella stagione, superando dapprima la Piramide Vincent ed il Corno Nero, quindi doppiando anche la Ludwigshöhe; si punta l'ampio plateau che culmina nel Colle del Lys, a 4248 metri, deviando quindi dalla traccia verso destra e nordest in direzione dell'evidente Colle Sesia che si apre come premesso tra la Punta Gnifetti e la Parrot. Poco prima dell'arrivo al secondo colle, su ampi pendii nevosi, si devia nuovamente verso destra seguendo la traccia che risale il ripido pendio settentrionale della Parrot. Nel 2013, tale traccia deviava anzitutto verso oriente con un taglio diretto, affacciandosi sull'impressionante parete orientale del Monte Rosa e consentendo belle vedute su parte della Cresta Signal. Raggiunto lo sperone più orientale, in posizione N45 55.242 E7 52.442 ed a 200 metri in linea d'aria dalla vetta, si piega nuovamente verso ovest in minor pendenza, passando sotto un grande sperone roccioso di colore rossastro e lasciando alle spalle i denti di roccia che degradano verso il baratro sospeso ad oriente; la vista è ininterrotta, ora, fino alla nord dei due Lyskamm ed al Cervino. Questo versante, malgrado riceva la luce solare tramite il Colle Sesia, è rivolto a nord e può presentare tratti di ghiaccio vivo più o meno estesi; occorre pertanto notevole cautela. La pendenza si aggira sui 35° al massimo, a seconda dell'inclinazione della traccia che varia di anno in anno.

La cresta superiore della Parrot presenta spesso cornici sul lato meridionale ed è in costante pendenza; la visuale è ancora più incredibile, affacciata sul resto del Rosa e sulle catene parallele di vette delle valli sottostanti, quali la Valsesia, la Valle del Lys, Ayas, fino al Biellese. Un ultimo rialzo nevoso della cresta segnala l'arrivo in cima, a 4436 metri. La discesa avviene per la medesima via oppure, volendo, per l'affilata e ripida Cresta Ovest, che come descritto in seguito cade aerea verso il Colle del Lys come descritto in seguito.  

Punta Parrot. Via di salita per la Cresta Ovest

Dai rifugi Mantova e Gnifetti si segue come per l'itinerario precedente l'ampio "viale" glaciale del Monte Rosa, risalendone le prime grandi rampe e prestando attenzione ai crepacci, usualmente visibili all'altezza generica della Piramide Vincent e del Balmenhorn. Si segue la grande ed onnipresente traccia diretta alla Punta Gnifetti, molto frequentata nella bella stagione, oltrepassando dapprima la Piramide Vincent e la sagoma aguzza del Corno Nero, superando anche la Ludwigshöhe; prima di arrivare al Colle del Lys si piega a destra, raggiungendo verso oriente l'ampio pendio del Colle delle Piode, in generica posizione N45 55.125 E7 52.018. Da qui si vede bene l'intera cresta superiore della Parrot; si punta a nord, accedendo al pendio meridionale della grande cima a poca distanza da un netto affioramento roccioso sul quale cade la cresta occidentale, più visibile a fine stagione. Si risalgono i primi pendii con pendenza fino a 40°, superando l'affioramento ed accedendo alla cresta; questa, subito molto ristretta ed aerea, sale senza svolte verso oriente con una pendenza iniziale di circa 30-35°. In caso di forte vento questa via deve essere evitata.

Prestando grande attenzione a non inciampare o impigliarsi con i ramponi si risale l'intera, affilata e panoramica cresta fino in cima alla Parrot, potendo scendere sul versante nord e risalire quindi alla volta dell'ormai vicina Punta Gnifetti o della Zumstein. 

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Punta Parrot. La storia 

Questa imponente sommità venne battezzata da un "grande" esploratore del Rosa, l'ufficiale austriaco barone Franz Ludwig Freiherr von Welden (1780-1853), autore nel 1824 della famosa opera pioniera Der Monte Rosa. Eine topographische und naturistorische Skizze, nebst einem Anhange der von Herrn Zumstein gemachten reisen zur Ersteigung seiner Gipfel. Il toponimo scelto nel 1825 da von Welden si riferisce al medico e fisico Johann Jakob Friedrich Wilhelm Parrot, nato nel 1791 a Karlsruhe e morto nel 1851 a Dorpat; questi fu a sua volta un noto esploratore, alpinista nel Caucaso, sull'Ararat ed anche nel Monte Rosa insieme a Joseph Zumstein, nel 1816, dopo aver realizzato il rilevamento barometrico di Milano. Un primo tentativo di salita avvenne l'11 luglio del 1862, quando gli alpinisti Moore e George, insieme ad Almer e Zumtaugwald, aprirono la "via degli inglesi" sul lato italiano fermandosi presso il Colle Sesia; la prima vera salita avvenne dal Colle del Lys il 16 agosto 1863 ad opera di Reginald Macdonald, Florence Crauford Grove e Montagu Woodmass insieme alle due guide alpine Peter Perren e Melchior Anderegg. 

La Punta Parrot nella letteratura 

La cima venne descritta (con quota di 4454 metri) nel 1925 da Bertolini e Gugliermina nell'opera Gruppo Monte Rosa, parte delle Guide SUCAI. E' la prima vetta sulla cresta-confine procedendo dal Colle del Lys verso la Punta Gnifetti. Per la cresta S.O. Dal Colle del Lys al Passo Ippolita per modici pendii nevosi; indi alla vetta in pochi minuti. Per la cresta O., che si può raggiungere direttamente dal Colle del Lys (60'); la cresta diventa in ultimo strettissima, ma sempre facile.

La punta venne quindi esaminata nel 1960 dalla celebre Guida Monte Rosa di Saglio e Boffa. Punta Parrot m. 4436. E' il punto culminante di una cresta lunga mezzo chilometro, quasi interamente nevosa, compresa tra il Colle delle Piode e il Colle Sésia. Vastissima calotta di ghiaccio e neve che ricopre tutta la parte superiore di questo possente baluardo; si presenta verso la Svizzera alquanto arrotondata, poggiata su di una vasta base solcata da una enorme crepaccia che si eleva sui terrazzi terminali del Grenzgletscher e appare dal versante italiano sostenuta da poderose fiancate, articolata tra contrafforti che formano un insieme semplice, ma potente.

Gino Buscaini, ne Monte Rosa e Mischabel, la descrisse a sua volta, suggerendo: (...) la bella traversata per le brevi creste nevose O e NE dal Colle del Lys al Colle Sesia può costituire una valida alternativa alla spesso affollata salita della Punta Gnifetti. 

Nel 1996, Giulio Berutto scrisse ne Cervino - Matterhorn e Monte Rosa: (...) Cima un pò trascurata dagli alpinisti, che s'accontentano spesso di salire la sola P. Gnifetti, mentre con una breve diversione la si può raggiungere anche solo a scopo panoramico.

La citò anche, in anni più recenti, Richard Goedeke nelle pagine de I 4000 delle Alpi. Questa interessante e indipendente vetta sud ovest della Punta Gnifetti è spesso salita in combinazione con la vetta più vicina e più alta. Da ovest ha l'aspetto di un simmetrico trapezio nevoso dalla cresta sommitale tagliata in modo nettissimo. Da sud ha l'aspetto di una scura e misteriosa vetta di roccia. 

 

 

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