Corno Nero Aspro e ripido pinnacolo
di roccia affacciato sul bordo orientale del Monte Rosa, il Corno Nero o
Schwarzhorn è alto 4322 metri e sorge in posizione N45 54.896 E7
51.715, a 239 metri in linea d'aria dalla vicina Ludwigshöhe
dalla quale è separato dal Colle Zurbriggen (4272 metri). Dista inoltre
324 metri in linea d'aria dalla statua del Cristo delle Vette,
affacciata sui ghiacciai del Rosa dallo scoglio roccioso del Balmenhorn,
e 784 metri dalla vetta della Piramide
Vincent.
Consente una bella vista sul fianco orientale del massiccio, fino alla Punta
Parrot. Sommità culminante con
due modeste punte rocciose collegate fra loro da una crestina nevosa,
che si alza tra il Colle Vincent ed il Colle Zurbriggen,
scrisse in merito Gino Buscaini ne Monte
Rosa e Mischabel precisando
che (...) E' la cima più elevata
del gruppo del Monte Rosa che si trovi interamente in Italia. Anche per
questo motivo è più corretto il toponimo Corno
Nero del corrispettivo tedesco Schwarzhorn; il
nome è dovuto all'aspetto della cuspide, di rocce scure, evidenti in
particolare dal Colle Zurbriggen, da dove si presenta quale cimetta
elegante proprio con la forma di corno. Il Corno Nero espone sul
suo lato nord-nordovest, vale a dire in direzione del Ghiacciaio del Lys
e della Roccia della Scoperta, una ripida parete nevosa costantemente in
penombra e perciò sovente ghiacciata. Pur non richiedendo che una
salita di circa 50 metri dal pendio alla base della parete, la salita può
rivelarsi impegnativa in caso di condizioni avverse; la sua difficoltà
è valutata in PD da Buscaini e Richard Goedeke ne I
4000 delle Alpi, oltre che da Mario Vannuccini nelle
pagine de I 4000
delle Alpi. La pendenza è di 50° e la crestina
superiore, che connette le due cime rocciose del Corno Nero, aerea e
molto esposta; la maggiore delle due cime, posta a nord ed a circa 30
metri dall'anticima meridionale, è più elevata ed ospita una ben
visibile e lucente statua della Madonna che custodisce il bussolotto con
il libro di vetta. Il tempo
di salita è di 2-2.30 ore dal rifugio Gnifetti; il dislivello
è di 1050 metri dai 3272 di Indren, di 675 dai 3647 della Capanna
Gnifetti e di 824 dai 3498 del sottostante rifugio Mantova. Per
ulteriori informazioni topografiche, si consiglia di consultare il Repertorio
cartografico ufficiale. A volte è preferibile
scendere in corda doppia fino alla base della parete, a seconda delle
sue condizioni e della sensibilità all'esposizione; alcuni preferiscono
scendere faccia a monte, tuttavia è sempre consigliabile avere un
compagno che faccia sicurezza durante la discesa individuale. La traccia
può essere verticale o lievemente obliqua, diretta verso l'anticima
meridionale, come nell'estate 2013. In ogni caso raggiungere la cima
dall'aerea crestina sommitale richiede grande attenzione e brevi
passaggi di II° in forte esposizione, mentre come anticipato la discesa
può rivelarsi insidiosa; per quanto breve e certo fattibile, la salita
di questa cima richiede la massima concentrazione. Vai
alla Galleria fotografica - Vai a GPS Corno Nero. La salita Dai rifugi Mantova e
Gnifetti si risale l'ampio "viale" glaciale del Monte Rosa,
superandone le prime rampe e prestando attenzione ai crepacci,
usualmente visibili all'altezza generica della Piramide Vincent e del
Balmenhorn. Si segue la grande ed onnipresente traccia diretta alla
Punta Gnifetti, molto frequentata nella bella stagione, superando
dapprima la Piramide Vincent e doppiano lo sperone roccioso del
Balmenhorn. Prima del vasto plateau del Colle del Lys si piega a destra
(oriente) verso l'evidente selletta del Colle Zurbriggen e, ancor prima
di raggiungere il valico, si accede al pendio sottostante l'erta ed
inconfondibile parete del Corno Nero. Da qui si sale come descritto in
precedenza, solitamente su una buona traccia, poiché questa cima è
nota ed ammirata malgrado l'esposizione. Si è anzi soliti salirla
realizzando una cavalcata di Quattromila che comprende la Piramide
Vincent, il Corno Nero, la Ludwigshöhe,
la Punta Parrot ed infine la Punta
Gnifetti; si può accedere alla base del Corno anche salendo dai
pendii antistanti il Colle Vincent e passando tra il Balmenhorn ed il
Corno stesso. Una via secondaria di salita, qualora la parete nevosa sia
troppo ghiacciata, sale per le rocce dello spigolo nordorientale, dal
Colle Zurbriggen; tale salita richiede passaggi di II e III+ che secondo
le cronache richiesero un lavoro ostinato ai primi salitori. Si
raccomanda prudenza da qualsiasi via di salita. Il Corno Nero e la storia La prima ascensione
avvenne il 18 agosto 1873 dopo un bivacco al Colle del Lys, da parte del
marchese Marco Maglioni e dal barone Alberto de Rothschild, insieme alle
guide Niklaus e Peter Knubel ed Eduard Cupelin. Il gruppo era
accompagnato anche da tre portatori. La cima occidentale venne invece
raggiunta il 3 luglio 1864 da Carlo Alberto Gianoli e da N. Bono. Il Corno Nero nella
letteratura Descritto nel 1925 da
Gugliermina e Bertolini, il Corno Nero (...)
è il cocuzzolo roccioso immediatamente a N della Piramide Vincent. Ha
due cime: quella meridionale, più bassa, e la settentrionale, riunite
da un'esile crestina di ghiaccio, lunga circa 10 metri.
Anche Saglio e Boffa descrissero questa
vetta. Sommità costituita da due punte
saldate da una crestina di ghiaccio, che si alza tra il Colle Zurbriggen
a NE e il Colle Vincent a S. Al
versante occidentale in gran parte corazzato di ghiacci rivestiti di
neve che si affaccia al Ghiacciaio del Lys, lasciando scoperto
l'isolotto roccioso del Balmenhorn, si contrappone un versante orientale
piombante roccioso su di una scarpata di neve e di detriti, sostenuta a
sua volta da bancate verticali e oblique che si scaricano sul Ghiacciaio
delle Piode. |
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