Piramide Vincent (2013) Bella ed ampia elevazione di 4215 metri, la Piramide o Pyramide Vincent è composta da ampi tratti glaciali e bastionate rocciose, sorgendo tra i 4046 metri della Punta Giordani ed i 4088 del Colle Vincent. Si trova in posizione N45 54.475 E7 51.700 a circa 545 metri in linea d'aria dalla vicina Punta Giordani e 784 dal Corno Nero, dal quale è separato dal suddetto, ampio valico del Colle Vincent. La Piramide introduce le retrostanti vette del massiccio del Rosa, offrendo panoramici spettacolari sulle vallate sottostanti. È definita “piramide” a causa dei suoi quattro versanti, rispettivamente nordoccidentale (soprastante il ghiacciaio del Lys), nordorientale (più ripido, soprastante il ghiacciaio delle Piode), meridionale (soprastante il ghiacciaio di Indren) e sudoccidentale, ben visibile dal rifugio Gnifetti. La Vincent è composta da gneiss minuti e gneiss occhiadini, nonché da micascisti granatiferi di età precarbonifera. Elegante cima di roccia
e ghiaccio, che si alza tra la Punta Giordani e il Colle Vincent,
la definì Gino Buscaini ne Monte
Rosa e Mischabel, attribuendo al versante
Nord Ovest (via normale) la
difficoltà F+. Tale via venne scelta da Adolf e Hermann Schlagintweit
insieme alla guida Peter Beck il 15 settembre del 1851, definita
successivamente (...) percorso su
ghiacciaio senza particolari difficoltà; è il più utilizzato per la
discesa. L'autore Richard Goedeke
ne I 4000
delle Alpi attribuì invece la difficoltà F, semplici
pendii di neve, alla
normale della Vincent per un tempo di salita di due ore dal Gnifetti. (...)
A causa della vicinanza al Rifugio Gnifetti, offre un itinerario ideale
per acclimatarsi o per una giornata di tempo incerto.
Anche Giulio Berutto ne Cervino
- Matterhorn e Monte Rosa attribuì alla normale la
difficoltà F+. La via normale, per il
versante N-O, è percorsa in estate da molte cordate non presentando, in
condizioni normali, particolari difficoltà. Varasc.it è salito alla Piramide Vincent nel 2007 e nel 2010, mentre nel giugno 2013 ha salito la sottostante Punta Giordani; un'ultima salita alla Vincent ha avuto luogo nel settembre 2013, in discesa dalla Punta Parrot e Ludwigshöhe, oltre che dal Corno Nero. Tutte queste salite sono consultabili nella sezione Monte Rosa per fornire più informazioni al lettore; per le informazioni topografiche è invece disponibile l'elenco del Repertorio cartografico ufficiale. Il tempo di salita è di 1.30-2 ore dal rifugio Gnifetti, il dislivello di 943 metri dai 3272 del nuovo arrivo della funivia a Indren, di 568 metri dai 3647 della Capanna Gnifetti, di 717 dai 3498 metri del sottostante rifugio Città di Mantova. La difficoltà, come visto, viene valutata in F+ da Buscaini e Berutto, F da altri autori; l'impegno è scarso, se si eccettua naturalmente il passaggio dei crepacci collocati tra il rifugio Gnifetti e l'area sottostante il Colle Vincent ed il Balmenhorn. Vai
alla Galleria fotografica - Vai a GPS Salita alla Piramide
Vincent. La via normale dal Colle omonimo Dai rifugi Mantova e
Gnifetti si risale l'ampio "viale" glaciale del Monte Rosa,
superandone le prime rampe e prestando attenzione ai crepacci,
usualmente visibili come premesso all'altezza generica della Piramide
Vincent e del Balmenhorn. Si abbandona presto la grande traccia che
corre verso l'ancora lontana Punta
Gnifetti;, prima di raggiungere le rocce del Balmenhorn,
piegando a destra (est) e risalendo gli ampi pendii in dolce pendenza
che premettono il Colle Vincent. Non lo si raggiunge, piegando ancora a
destra (sud-sudest) risalendo l'immenso pendio nordoccidentale della
Vincent seguendo le varie tracce usualmente presenti, con
un'inclinazione di 30 e poi 35°. Si guadagna quindi la grande e
pianeggiante calotta superiore, spesso ventosa ma accogliente. La Piramide Vincent e la
storia Questa cima era stata
definita inaccessibile dal precursore dell'alpinismo, il ginevrino
Horace Bénédict De Saussure (1740-1799). Un primo tentativo di salita
risale in epoca più moderna al 18 settembre 1817, effettuato dai
celebri pionieri Joseph Zumstein e Johann Parrot, arrestati però a
circa 4.000 metri di quota dalla nebbia. Il
5 agosto 1819, a soli quattro anni dalla giornata di Waterloo, quattro
uomini provenienti dal ghiacciaio di Indren toccarono la cresta sudest
che collega la Giordani alla Vincent: erano il cacciatore di camosci
Jacques Castel, due minatori assoldati per l’impresa e soprattutto
l’ingegnere di Gressoney Johann Nicolas Vincent, proprietario di
miniere aurifere nella zona di Indren. Uno dei due minatori aprì la
strada intagliando gradini nel ghiaccio con un'ascia, seguito dal
cacciatore che, armato di paletta, li ripuliva dai frammenti di
ghiaccio; in questo modo il gruppo arrivò in vetta alle 11.00. Cinque
giorni più tardi salì anche il parroco di Gressoney, Bernfaller,
insieme ad un montanaro; i due dopo una lunga marcia notturna giunsero
in vetta alle 8.00. Il 12 agosto lo
stesso Vincent tornò in vetta insieme a Joseph Zumstein ed ai due
minatori, rischiando la vita più volte nella discesa. La prima salita
invernale risale invece al 14 febbraio 1885, ad opera di Angelo Mosso ed
Alessandro Sella. Nel 1876 è stata realizzata anche la capanna Giovanni
Gnifetti (3647), così chiamata in onore del celebre parroco di Alagna;
nel 1974 il sottostante rifugio Città di Mantova (3498). Nel 1885 due eminenti
personalità politiche dell'epoca, i ministri del Regno Costantino
Perazzi e Sidney Sonnino, salirono a loro volta la Piramide. |
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