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Il Medioevo in Val d'Ayas Il crollo dell'Impero
Romano, dovuto alle spinte barbariche ed alla corruzione dei costumi
diffusa nei discendenti dei Cesari, ebbe ripercussioni importanti sul
mondo allora conosciuto. La geografia politica europea, mediterranea ed
extraeuropea fu completamente cambiata, mentre popoli e terre lontane
scomparvero addirittura dalle carte, dimenticati a causa della repentina
scomparsa di una civiltà millenaria. Il periodo immediatamente successivo al collasso
romano resta, in molti casi, oscuro. La Valle d'Aosta purtroppo non
rappresenta un'eccezione: sono giunte a noi pochissime e frammentarie
notizie di luoghi lontani da Ayas e dalle vallate vicine, mentre l'unica
certezza è l'appartenenza della regione aostana al regno dei Franchi
nel 575 ed a quello di Borgogna, nell'879. A partire appunto dal regno
borgognone, la Val d'Ayas era parte del vasto "Mandement de Graines",
un territorio che comprendeva i villaggi presso Challand-Saint-Anselme,
Brusson, Ayas e buona parte di Gressoney La Trinité. Dall'XI secolo, la Valle
d'Aosta passò al dominio dei conti di Savoia. Questi nobili
avevano gestito terre delle Alpi Occidentali fino alla morte del loro
sovrano, Rodolfo III di Borgogna, nel 1032: dopo questo evento
acquisirono semplicemente la sovranità delle stesse terre che avevano
amministrato in precedenza. Si consolidarono in Valle d'Aosta nel XII
secolo, anche se il conte Tommaso I concesse alla città di Aosta le
franchigie nel 1191. Successivamente, i Savoia avrebbero
intelligentemente seguito l'esempio di Tommaso, offrendo il medesimo
trattamento ad altre famiglie locali, potendo così mantenere un saldo
controllo sul territorio e procurandosi alleati fedeli in caso di
necessità belliche. Altre franchigie sarebbero state concesse a borghi
e comunità valdostane, per prime quelle lungo il fondovalle. Ad ogni
modo, sarebbero decadute sotto la futura occupazione napoleonica e dopo
lo Statuto Albertino del 1848. Quanto al Vallese, al posto di Ayas e Gressoney si
concepiva un'unica entità territoriale, chiamata Das Tremertal
o Kramerthal,
la Valle dei mercanti. La dinastia degli Challant Già visconti di Aosta e fedelissimi servitori
dei conti di Savoia, dai quali erano stati gratificati con alti onori, i
nuovi signori della valle che avrebbe portato il loro nome ebbero come
capostipite il visconte Bosone. Questi,
nell'aprile 1206, ricevette in feudo dal conte Tommaso I di Savoia il Castello
di Villa-Challand situato a Challand- Saint- Victor. Era un
possedimento destinato ad estendersi notevolmente. Il 19 dicembre
1241suo nipote Gotofredo riconobbe ad Amedeo IV di Savoia di aver
ricevuto il castello di Villa; nel 1263, lo stesso nobile dichiarò
d'aver ricevuto in feudo il castello di Graines da parte dell'abbazia di
Saint- Maurice. Nel 1390 gli ultimi capi
vennero giustiziati, e la Convenzione di Ivrea regolò il nuovo corso
dei rapporti tra casate nel Canavese, il cui unico signore divenne
Amedeo VII. La guerra del tredicesimo secolo nella zona di Dondeuil Nel XIII secolo i signori di Ayas, gli Challant, possedevano terreni in Valle del Lys, mentre i nobili Vallaise esercitavano pari diritti su terre ayassine, creando tensioni e rivendicazioni. Questo secolo vide infatti una lunga e sanguinosa guerra tra il Visconte di Aosta ed i suoi alleati ed i signori Vallaise, i quali vantavano sostenitori in Ayas (Odonin de Verrès e Jacques de Villa a Challant). Parte vitale di questo conflitto fu il Colle e Vallone di Dondeuil, dove vennero erette fortificazioni ed ebbero luogo svariati scontri armati, con gravi perdite di vite umane e materiali. Anche il Castello di Villa - Challand venne fortificato: nel 1351 disponeva di una guarnigione di quindici fanti armati di lancia e spada, i cosiddetti clienti, e fu la dimora della famiglia Challant finché Ibleto non terminò nel 1390 –come si è visto- il castello di Verrès, più difendibile. Poco prima di morire, nel 1405, Ibleto avviò anche la costruzione della cappella sepolcrale della sua famiglia, nella Prevostura di Saint- Gilles a Verrès. Nel 1393, il 14 luglio, aveva anche accordato agli abitanti di Saint- Vincent il diritto di derivazione delle acque del Ventina e di Nana: un ardito progetto che si sarebbe concretizzato nell'odierno Ru Cortot, poi cominciato il 13 maggio 1433, dopo la morte di Ibleto. Parallelamente, fin dal 1393 esisteva anche il Ru Herbal che portava l'acqua del torrente Evançon fino alle colline di Verrès e Challand. Un caso di politica estera per la casa Challand Nel 1300, parte dell'Italia era contesa tra i Savoia e la casata viscontea, che estenderà il suo potere fino al 1402, alla scomparsa di Gian Galeazzo Visconti, che dal 1395 era signore della Valsesia. Le terre biellesi, in Piemonte, erano oggetto delle mire viscontee, rivendicate da Amedeo VI di Savoia e controllate con pugno di ferro dal vescovo di Vercelli, Fieschi. Nel 1377, i biellesi si ribellarono alle angherie del malvagio prelato, catturandolo e devastando la rocca di Zumaglia: solo l'intervento di Ibleto di Challand, in rappresentanza del Savoia, riuscì a procurare il rilascio del vescovo, rinchiuso successivamente a Montjovet. Biella venne retta per qualche tempo dallo Challand, accedendo in questo modo all'area di influenza sabauda, come per i casi di Santhià, San Germano, Tronzano ed altri centri abitati. Nel 1378, a Pavia, si decise di cedere la città di Asti ai Visconti, Ivrea e Vercelli ai Savoia; maggiori informazioni sono reperibili nella pagina dedicata da Varasc.it a Montjovet. La buona nomea del padre Ibleto valse al figlio Francesco la
nomina di conte per la signoria di Challand, il 15 agosto1424.
Francesco era un sacerdote ma venne dispensato dalla vita ecclesiastica
per supplire al vuoto lasciato dalla scomparsa di Ibleto: nel 1383 era
mancato anche il fratello Amedeo, il primo dei tre figli del nobile. Francesco ricevette
in questo modo le signorie di Verrès, Issogne, Saint- Vincent,
Villa- Challand, Chenal e Montjovet, diventando capitano dei Savoia come
il padre. Al fratello superstite, Giovanni, andarono invece le signorie
di Graines e di Châtillon. Nel 1410, quando morì anche Giovanni,
questi possedimenti feudali erano passati a loro volta a Francesco di
Challant, che nel 1424 divenne conte: viene ricordato anche per aver
concesso le franchigie a Brusson ed Ayas, il 27 settembre 1418. Egli
contrasse alcuni debiti per poter garantire una dote sontuosa alle sue
quattro figlie, nate dai matrimoni con Marguerite d'Oron de Bossonens e
con Françoise Maréchal de Meximieux, al punto da dover rinunciare al
castello ed alla signoria di Montjovet perché i Savoia supplissero alla
sua carenza di fondi. Due figlie, Antonia e Bona, scomparvero prima del
padre. Francesco, morendo nel 1442, lasciò inalterato il proprio
testamento del 21 giugno 1437 che designava le sue figlie superstiti, Margherita
e Caterina, alla successione. Nacque così un duro scontro per la
spartizione delle ricche e belle contrade degli Challant, contese
aspramente alle due donne da parenti avidi di terre e denaro, tra cui
primeggiava Giacomo di Challant- Aymavilles.
Tutti contestavano la discendenza femminile; il figlio del duca di
Savoia Amedeo VIII il Pacifico (1383- 1451), Ludovico, prese possesso di
tutte le signorie sfruttando il pretesto dell'estinzione della parte
maschile della casata, ma i suoi messi vennero duramente aggrediti e
cacciati dalle genti della valle, che parteggiavano per le figlie di
Francesco di Challant. Dello stesso partito erano i fratelli Sarriod
d'Introd, Francesco e soprattutto Pietro,
che nel 1439 fu balivo della Valle d'Aosta. Egli, dopo la morte del
marito Giovanni di Challant, avrebbe sposato Caterina, proteggendo e
parteggiando sempre per la fiera dama degli Challant, restandole vicino
quando, dopo anni di lotte e contrasti più o meno violenti, la sorte le
voltò definitivamente le spalle. Anche Caterina era una donna, per l'epoca, fuori
dal comune. Ben decisa a mantenere la proprietà delle terre dei suoi
avi, era decisa a difendere i propri diritti con qualsiasi mezzo: anche
con le armi, se necessario. Decisa ad avere mano libera nel condurre la
lotta contro i Savoia e gli avidi parenti, si liberò dell'ingerenza
della sorella Margherita con undicimila fiorini, relegandola nel comodo
castello di Verrès. Caterina si procurò l'affetto popolare, concedendo
l'esatta determinazione di pesi e misure, la remissione delle annualità
non pagate e la remissione penale, la cessazione dei pedaggi per i
locali, per i pastori provenienti dal biellese; concesse infine la
nomina annuale di tre mendiers (messi del Comune) e tre mistraux
(esattori). Risiedeva nel castello di Châtillon ma, non
sentendosi completamente sicura nel condurre da lì la sua battaglia, si
trasferì a Challant nell'aprile 1450: per l'occasione Pietro d'Introd
la scortò attraverso il Col de Joux con duecento soldati, per prevenire
imboscate dell'infido parentado escluso dal testamento di Francesco, se
non da parte di truppe sabaude. Le sue due figlie, invece, rimasero
nelle mani del Vice balivo di Aosta. La vita medievale Nel Medioevo, la grande maggioranza della
popolazione seguiva il ciclo delle stagioni lavorando la terra, fonte
principale di derrate alimentari. Tuttavia pochi erano i proprietari
terrieri tra coloro che praticavano l'agricoltura: solitamente, i
contadini si occupavano di terre di proprietà del loro signore, il
quale le concedeva ai capifamiglia in cambio di redevances. Vi
era un censo annuale, il servicium, oltre al placitum, un
dazio da pagare al successore del signore in caso di morte di
quest'ultimo. Tutti questi versamenti potevano essere effettuati in
merci quali animali o prodotti agricoli. Sia i contadini che il signore
avevano interesse nelle reconnaissances, sorta di convocazioni in
cui i primi dichiaravano di conoscere la proprietà altrui delle loro
terre, ricevendo in cambio la garanzia di poter continuare ad usufruire
di appezzamenti in cui vivevano da sempre. Si coltivavano cereali,
legumi e frutta in pianura, la vite in collina, mentre in montagna si
tagliava la legna e si pascolavano gli animali.Vi era relativamente poco
commercio all'esterno, poiché vigeva una sostanziale autarchia; ogni
anno venivano però organizzate fiere, particolarmente redditizie per il
signore, il quale recepiva percentuali sul venduto e riscuoteva tasse.
Tuttavia, in caso di bisogno, egli sospendeva anche la tassazione per
sostenere l'agricoltura delle sue terre. Giorgio di Challant, l'ultimo Challant del XV
secolo, e la sua successione Nato presso Lione nel 1440, giovanissimo
canonico presso la locale cattedrale nel 1453, Giorgio
di Challant fu discepolo presso le università di Avignone,
Torino e Roma, poi canonico della Cattedrale di Aosta nel 1460 e della
Collegiata di Sant'Orso, nel 1464. Divenne arcidiacono della Cattedrale
nel 1479. Vero mecenate, amante dell'arte, rinnovò edifici sacri in
tutta la regione, specialmente ad Aosta e ad Issogne. Qui, ad Issogne,
ristrutturò e rese stupefacenti le strutture erette dall'avo Ibleto,
facendole affrescare in modo da colpire ogni visitatore. Giorgio di
Challant aveva un delfino, Filiberto, che
nel 1502 si sposò con Louise d'Aarberg, sotto l'egida del suo nobile
protettore. Il regalo di nozze ai due, la famosa fontana del melograno,
è ancora visibile nel cortile del castello. Dalla fine del Medioevo all'epoca moderna L'eredità medievale fu pesante, nell'immediato, per l'intera regione aostana: un sensibile peggioramento climatico pregiudicava il valico dei passi di San Bernardo e del Teodulo, esponendo il commercio ad un brusco ridimensionamento. Lontani signori della guerra -nella fattispecie, l'imperatore Carlo V ed il sovrano francese Francesco I - fecero dell'Italia il teatro bellico delle loro feroci dispute, seminando rovina e strage dal 1520 al 1530. Un destino immediatamente pronosticato dal repentino attacco del neo sovrano francese che già nel 1515 colpì il ducato di Milano con la vittoria di Melegnano, sulle orme di Carlo VIII e dello zio Luigi XII, sterminando i 20.000 mercenari svizzeri posti tra lui, Milano e Piacenza. Nel 1521 il giovane sovrano dichiarò guerra all'Impero, invadendo Navarra e Lussemburgo. Nel 1630, la peste colpì Ayas, parallelamente ad un avanzamento glaciale. Le popolazioni alpine e pedemontane, con la sventura di trovarsi a fronteggiare una simile congiunzione di catastrofi, si rifugiarono nell'ordinaria economia di sussistenza e nell'artigianato: lavorazione della pietra ollare e coltivazione di canapa, e nel Sette- Ottocento, la fabbricazione dei sabots. Vennero riprese le prospezioni minerarie, nocive perchè causa di totale disboscamento per l'accensione dei forni e per l'inquinamento dei raccolti, come denunciato negli Stati Generali del 1748; altro ostacolo era la proprietà di ogni miniera, per antico privilegio, da parte dei nobili del luogo. Dal 1725 si estrasse comunque il rame dalla zona sottostante il Colle Pillonet (2702, con difficoltà legate alla quota), e nel biennio 1731-32 un imprenditore di Verrès, Bellot, costruì strutture per lavorare il minerale estratto, a Challand-Saint-Victor. Ayas: la fine del
feudalesimo e l'Ottocento Fenomeno storico secolare, anzi millenario, il feudalesimo non volle rassegnarsi facilmente alla propria decadenza. Solo nel 1773 Ayas e Brusson avviarono i delicatissimi contatti con l'ancora esistente casa Challant per la cessazione delle rendite feudali, ottenuta quattro anni più tardi. L'accordo finale del 1786 valse ai nobili 14.000 e 18.000 Lire, per ciascuna popolazione; Verrès ed Issogne attesero il 1799 e l'ennesima calata francese in Italia, mentre la famiglia Challant si estinse nel 1802. Dopo la vittoria di Marengo (14 giugno 1800) nacque la Seconda Repubblica Cisalpina, poi Repubblica Italiana ed ancora Regno d'Italia; nel 1800, l'armata di Belleville distrusse fino alle fondamenta il Forte di Bard, memore della resistenza dei 150 soldati austriaci di Bernkopf. La Valle d'Aosta venne unita al Regno di Francia fino al 1814. L'Ottocento portò finalmente novità e progresso. Nel 1848 Verrès fu nominata capoluogo, nonché seggio elettorale per il Parlamento subalpino e per quello nazionale (1861). La strada di Ivrea migliorò i contatti ed il commercio con il Piemonte, anche se espose i popoli alpini al rischio di trasmissione di malattie ed infezioni: nel 1854 e 1867 il colera colpì Arnad, Issogne e Challand. L'apertura delle scuole in Ayas Tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento, l'istruzione conobbe una notevole miglioria, con l'istituzione di scuole: la prima nacque ad Antagnod il 20 aprile 1753, grazie al parroco Matteo Obert. Sempre ad Antagnod sorse il meritevole Asilo Dandrès, nel 1835. Chiuso dopo la Grande Guerra venne riaperto per intenzione del biellese Giuseppe Rivetti,nel 1929. Altre scuole sorsero a Cornu nel 1885, grazie al parroco Clos, nell'aprile 1806 a Lignod, grazie al Vicario Generale Linty, a Periasc (mista) dal 1819. Dal 1844, a Mascognaz; dal 1776 a Champoluc una struttura per l'insegnamento del latino, affiancatasi alla scuola per ragazzi creata sin dal 1770 da P. Dondeynaz. Dal 1819 vi sorse anche una piccola scuola femminile. Saint Jacques ebbe una struttura scolastica sin dal 28 ottobre 1768, Magneaz dal 1806, Mandriou dal 1808, Bisous solo dal 1835, Pilaz addirittura dal 1885. L'avvento del fenomeno turistico Nel 1886, l'Abate Gorret pubblicò a Torino un libretto qualificante Brusson come stazione turistica, unitamente alle descrizioni di Giuseppe Giacosa ed Edouart Aubert delle rovine medievali della Val d'Ayas; i primi viaggiatori, spesso britannici come John Ball, visitarono la valle e le sue vette, finora toccate solamente da qualche giovane locale; la fine dell’Ottocento vide il primo sviluppo turistico e la nascita dei primi alberghi, dal Breithorn di Champoluc (1905) alle sei strutture presenti nel 1919. La strada partì dal fondovalle nel 1887 e giunse a Champoluc nel 1894. Nel 1922, Marziano Bernardi si chiedeva ormai "Perché - ci si domanda - per venire a cercare in questo luogo bellissimo il riposo e l'oblio delle fastidiose cure cittadine è indispensabile affidarsi a quei tre soli alberghi che l'estate per difetto di camere, sono costretti a respingere la metà delle domande?", proponendo ed auspicando la costruzione di villette di differenti proporzioni e valore da affittare ai turisti. Il fenomeno che ne seguì avrebbe radicamente modificato la storia, l'aspetto fisico, la cultura e l'economia della Val d'Ayas e di innumerevoli altre zone alpine. In ultimo, l'industria, portata in Valle dal secolo breve: citiamo brevemente la Società delle Miniere d’oro dell’Evançon, nata nel 1901, e la londinese Evançon Gold- Mining Company Ltd. Nel 1914, alle soglie della Grande Guerra, una centrale idroelettrica venne costruita a Verrès, producendo 1500 Kw. di energia grazie a tre chilometri di condotte forzate ed alla potenza della cascata di Isollaz (658 m.). (Per la bibliografia inerente a questa
ricostruzione storica, si consiglia di visitare
la sezione Recensioni
presente nel sito).
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