Marziano Bernardi "Nel regno dei Challant. La valle d'Ayas" Articolo pubblicato ne "Le Vie d'Italia", Rivista mensile del Touring Club Italiano, Milano. Maggio 1922, Anno XXVIII, n. 5; pp. 465- 472, illustrazioni in b. / n.
Interessante articolo, pubblicato sulla Rivista del TCI nel 1922, con una duplice valenza: storiografica -sin dalle pubblicità, dai testi e dalle fotografie riportate nel numero della Rivista, naturalmente - ed analitica, nei confronti di un periodo particolare della storia ayassina. Siamo nel 1922, prima dell'esplosione turistica che per decenni avrebbe rimodellato l'intero escosistema -sociale, economico, paesaggistico - della Val d'Ayas. Uno dei primi viaggiatori risale la valle, descrivendone le bellezze e le imponenti vedute alpine, con un particolare interesse alla ricca storia medievale di queste terre. Egli - l'Autore - cita il celebre Abate Gorret, riporta i primi scatti paesaggistici di Brusson (Becca Enché?), Champoluc, Saint Jacques, Antagnod, Graines e Verrès, annota le leggende, descrive insomma una realtà -quella ayassina - ancora sconosciuta al grande pubblico. Emblematiche, a mio avviso, queste righe (p. 469): "Perché - ci si domanda - per venire a cercare in questo luogo bellissimo il riposo e l'oblio delle fastidiose cure cittadine è indispensabile affidarsi a quei tre soli laberghi che l'estate per difetto di camere, sono costretti a respingere la metà delle domande?". L'autore si chiede quindi se non sia possibile edificare delle "ville graziose alla portata delle varie fortune da cedere in affitto", nei pressi: in pratica, il presente articolo si pone come rappresentazione della fine di Ayas come "terra incognita" ed agreste, sulle soglie dell'avvento del turismo di massa. Un avvento forse non istantaneo ed uniforme, ma ormai prossimo e pronosticato nelle parole di Bernardi.
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