Monte Crabun Posto a 2710 metri all’estremo limite meridionale di Ayas, nel comprensorio delle Dame di Challant, il Crabun si presenta come una imponente montagna dall’aspetto piramidale, se intravista dalla pianura a S. Esso domina infatti l’alta piana piemontese e la zona eporediese, il solco della Dora e l’ingresso della Valle d’Aosta. Più precisamente, il Crabun è il vertice superiore settentrionale di una ampia conformazione a ferro di cavallo o “U” rovescia, che comprende il Vallone di Nantay e che corre a sud fino alla Cima Pietre Bianche (2432); all’altro capo della “U” sorge invece il Monte Lose Bianche (2435), soprastante Lillianes e Fontainemore, nella bassa Valle del Lys. Verso N, il Crabun è connesso da una breve sella rocciosa (un vecchio valico per i Piccoli Laghi) al Corno del Lago; verso occidente sorge invece il Monte dell'Aquila ed il sottostante Colle di Chiva, paralleli al Crabun ma in realtà situati sulla cresta intervalliva proveniente dal Corno del Lago. Per la salita a questa vetta, si consiglia il manuale Le Vette della Val d'Ayas, utile per ricostruire "sul campo" l'esatta successione dei numerosi punti di riferimento. Vai alla Galleria fotografica - Vai a GPS Le vie di salita al Crabun sono molteplici,
poiché questo monte è un rinomato e privilegiato punto panoramico non
solo sulle vicine cime aostane ma su tutta la piana piemontese e, in
parte, lombarda: nelle belle giornate si possono scorgere perfettamente
il Monviso e le Alpi liguri. Vi si accede da Issime (953) lungo il
Vallone di Scheity, via alpeggi dei Piccoli Laghi, nonché da Fey Dessus
(1135), “hameau” di Perloz, a sua volta frazione di Pont Saint
Martin. La salita da Arnad (412 metri) non è invece segnalata da manuali
recenti, allo stato attuale (novembre 2007-ottobre 2011). Costituendo questo
monte un punto indispensabile per una completa conoscenza della zona
delle Dame di Challant e del Dondeuil,
Varasc.it propone l’itinerario proveniente da Perloz - Fey Dessus:
un percorso lungo e valutabile in quattro ore-quattro e mezza, EE (a
causa della lunghezza e del dislivello), con un dislivello di 1575
metri. L’itinerario non presenta difficoltà importanti ma è
sconsigliabile nel periodo invernale, per pericolo di valanghe.
L’acqua è disponibile nella parte inferiore e mediana del Vallone di
Nantay ed in alcune vasche negli alpeggi superiori, oltre che nei
numerosi ruscelli: la potabilità di queste ultime sorgenti, tuttavia,
è dubbia. Già nel 1966 Mario Aldrovandi descrisse la zona del Nantay, definendola Vallone della Croix Courma, e parlando diffusamente degli alpeggi di Marine, Ruine, Pra e Fey. Monte Crabun. Avvicinamento La partenza, come anticipato, avviene ai 1135 metri (N45 37.712 E7 48.448) di Fey Dessous (o Dessus), frazione di Perloz (660), a sua volta hameau di Pont Saint Martin (345). Vi si giunge via Marine (814), Cresta ed altri minuscoli nuclei abitati arroccati lungo la bella e panoramica strada asfaltata che, con molti tornanti (prestare attenzione ai veicoli provenienti dall’alto, spesso non visibili facilmente!) sale all'inizio del discosto Vallone di Nantay. Tale strada continua ancora, a lungo, oltre Fey, ma è chiusa da una bassa sbarra verde, munita di lucchetto, che pregiudica il transito alle automobili ma non ai viandanti; nel tardo ottobre 2011 la sbarra era aperta, il transito comunque proibito alle vetture. Vi si trovano anche una bacheca lignea, a destra della sbarra, e svariati, vecchi cartelli di divieto di transito; a sinistra, una moderna segnaletica indica le varie mete. A Fey, nel piccolo e panoramico piazzale antistante la sbarra, si può parcheggiare e ci si può rifornire d’acqua, comunque disponibile anche più avanti. La strada prosegue, ben asfaltata e regolare, in modesta pendenza e bordata da betulle, pochi larici ed ontani, descrivendo un ampio e lungo semicerchio verso destra, a mezza costa sul vallone: davanti a noi, verso N-NO, vediamo la linea chiara della sua prosecuzione, con i relativi villaggi e la parte superiore del vallone. Si incontra sulla destra una palina gialla della segnaletica, indicante i 1665 metri del Colle Finestra, sentiero escursionistico numero 2. Pochi minuti dopo, restando ovviamente sulla carrabile, si raggiunge Pesse (N45 38.025 E7 47.594, 1307), caratteristico borgo in cui si può ammirare una pianta monumentale; prerogativa dei villaggi di questo magnifico vallone è quella di ritrovarsi isolati dal fondovalle, “chiusi” al traffico ma dotati di automobili e materiali, teleferiche per gli alpeggi e per i paesi sottostanti, illuminazione, abitazioni ben restaurate, prati e giardini curati. Un territorio vissuto, non meramente riscoperto dal turismo, anche se una bella villetta reca il cartello à louer. Proseguendo verso nord sulla carrabile si incontra immediatamente una teleferica, sulla destra, puntata a sud, sui prati sottostanti; dopo pochi minuti in piano si giunge a Pra, quota 1380 metri, accolti sulla destra da un cartello ligneo con la dicitura “Ghieret”. In centro al villaggio, sulla sinistra, una piazzola ospita una bella e gradita vasca realizzata dal Consorzio Miglioramento Fondiario Crabun nel 2004. Vicino al civico 5, un’altra pianta monumentale; si supera verso NE l’ultimo gruppetto di case, fino ad una curva sul torrente di Nantay oltre alla quale - dopo una breve discesa - si vede il ponte che permette la continuazione della strada verso Ruine (1115). Poco prima della curva, per chi proviene da Pra, troviamo due elementi evidenti: un enorme albero alla cui base campeggia un basamento di cemento, con tanto di palo ferroso ed arrugginito, tronco ed adorno di fil di ferro. Ancora prima, una staccionata di legno parte parallela alle case (a sinistra) ed alla strada dopo la curva (a destra): ci accoglie un doppio cartello ligneo, la cui parte superiore dice Chichalin m. 1385, quella inferiore “Mont Crabun 3 h.”. Ci si trova in posizione N45 38.468 E7 47.991. Vai alla Galleria fotografica - Vai a GPS Proprio qui parte la vecchia e comoda mulattiera, dal fondo d’erba e sassi levigati, che sale nell’alta forra a nord del paesino, una forra aspra e sorvolata dai tre cavi della teleferica. Si sorpassa il ponte sulla strada asfaltata, in basso a destra, incontrando i primi segni gialli: un numero “1” in giallo sul muretto a secco a sinistra, alcune frecce gialle e stinte per terra o sui sassi, che accompagnano fino in vetta. Si supera una costruzione in cemento con porta e breve ringhiera un tempo rosse, oggi alquanto stinte, sulla sinistra: da dentro proviene uno scroscio che sembra richiamare un acquedotto o una condotta idrica. Dal sentiero affiora un vecchio tubo dal rivestimento rovinato; a sud si intravede qualche scorcio di pianura. A 1585 metri si incontrano una piccola chiusa ed una sorta di polla artificiale, caratterizzata da un bel mulinello ed acqua limpida; pochi metri ancora a sinistra del ruscello, prima di valicarlo e prendere a salire – un tratto più ripido - sulla destra, vale a dire sulla sinistra orografica del valloncello. Si incontra una vecchia staccionata lignea sulla sinistra del sentiero, in alcuni tratti che si presentano frequentemente zuppi d’acqua e scivolosi; a 1624 metri, una nuova freccia gialla. Una svolta alla salita avviene intorno ai 1770 metri, all’arrivo sul bordo dell’ampio pianoro intermedio, una sorta di ampio semicerchio in direzione sud: a sinistra si trova un altro, piccolo borgo abbandonato, dove arriva e da dove riparte una teleferica. A nord si nota un altro alpeggio in pietra; sul pianoro sorge la citata fontanella, con dicitura "2011 CMF Crabun". Il pianoro si presenta come una vasta conca aperta e soleggiata, al cui termine si eleva l’ampia curva della cresta di confine tra il Crabun e la bella Punta di Prial; proprio ai nostri piedi vediamo un cartello ligneo con la dicitura “Crabun”, dopo un’ampia e piatta roccia sulla cui sommità si vede un cerchio di vernice rossa intorno ad una incisione stellare, forse un punto geodetico. Si prosegue dritti a N, inizialmente in piano, il sentiero bordato da sassi e pietre, una vasca per gli animali a sinistra; intorno ai 1790 metri ci si eleva, incontrando più tracce di pascolo che possono far perdere momentaneamente il sentiero vero e proprio. Si passa a sinistra dell’alpe Pian, 1785, salendo a zig zag nel prato in lieve pendenza, con sentiero ben marcato e vernice gialla. A 1901 metri, un nuovo e basso ometto in pietra sorregge due paline gialle della segnaletica, per il Col d'Arche ed il Crabun. A 1990 metri si trova un caratteristico alpeggio costruito contro un masso, con muretti a secco ed una vicina stalla sotterranea, sopra al quale campeggia la scritta gialla “M. Crabun”. Più in alto, a circa quindici - venti minuti di distanza, si incontra un’altra malga di pietra (2139), da cui si vede bene la vetta del Crabun: alle sue spalle, solo l’ampia cresta. Il sentiero prosegue tra bassi cumuli di pietrame e qualche ometto, alla sua destra, puntando a N-NE, con svariate tracce gialle.
Si piega quindi a nordovest verso la vetta, inserendosi alla base della cresta,
a poca distanza dalla sommità del monte. A 2469 metri si esce in
cresta, una dorsale ampia, ripida e dirupata a nord sui Piccoli Laghi (2263
ca., N45 39.983 E7 47.547 sulla sponda ovest), con un magnifico panorama sul
Corno del Lago e sulle Dame di Challant.
A 2646 metri, proseguendo a sinistra lungo la rocciosa cresta, si
raggiunge un terrazzino roccioso con un’alta scheggia verticale, quasi
fallica, dipinta di giallo nella parte superiore; da qui si raggiungono
in breve i due bivacchi del Crabun, quello ligneo inferiore e quello
verde, a botte, superiore (2679 ca., N45 39.777 E7 47.151). Il bivacco
verde vanta dodici posti ed è stato realizzato dal Comune di Perloz il
29.07.1989, e custodisce il libro del bivacco; l’inferiore è più
spazioso, con due ordini verticali di ripiani ricoperti da materassini e
coperte, serviti da una traballante e malconcia scaletta a pioli.
Prestare attenzione alle lisce roccette che bordano il bivacco
inferiore, salendo a quello a botte, in caso di umidità o ghiaccio. Monte Crabun: salita in
vetta Dai due bivacchi occorre portarsi a sinistra, in piano, su erba, fino a vedere il sottostante Monte dell'Aquila e sul Colle di Chiva. Da qui il sentiero piega in alto, lungo l’ampia cresta, fino alla croce sommitale, poggiata su un ampio e robusto piedistallo di roccia che crea una sorta di ripiano o altare nella parte anteriore. La croce è posta a 2710 metri, N45 39.796 E7 47.117, ed alle sue spalle la vetta prosegue brevemente verso nord, dopo un piccolo avvallamento. Si raggiunge così un panoramico terrazzino, esposto sul Corno del Lago e sul Becco dell’Aquila, sui Piccoli Laghi - descritti come "quattro laghetti", nel 1966, da Mario Aldrovandi, in luogo dei due attuali - sulle due Dame di Challand, sul Voghel (salito da Varasc.it il 15 agosto 2009) e, in parte, sul Nery. Nelle belle giornate autunnali, il cielo terso permette di scorgere addirittura il Monviso, le Alpi liguri, le Prealpi Lombarde; davanti alla vetta, a sud, sorgono invece le Prealpi Biellesi, dal Mombarone al Mars. Bella la vista anche sull’ingresso nella Valle d’Aosta, sull’Avic e sul Bianco, sui lontani Breithorn. Tempistica Ecco i dati registrati nel corso della prima salita di Varasc.it al monte Crabun, lunedì 05 novembre 2007: dati tuttavia suscettibili di riduzione temporale, visto il carattere esplorativo dell’intera escursione. Partiti da Fey Dessous alle 09.10, siamo giunti a Pra alle 09.50, alle 12.00 all’alpe a quota 2139. Alle 12.55 eravamo in cresta, alle 13.40 in vetta, dopo una pausa ai due bivacchi. Ripartiti alle 14.55 siamo tornati a Pra alle 16.50, a Fey alle 17.25. La tempistica più probabile, ad ogni modo, sembra consistere in 04.00- 04.30 ore da Fey – di cui circa un’ora sulla carrabile asfaltata - ed in due ore e trenta - 03.00 dalla vetta a valle. Una vetta piacevole e panoramicissima, facilitata da una segnaletica vecchia ma molto presente, una meta ambita. Varasc.it è tornato al Monte Crabun domenica 23 ottobre 2011, ammirando l'usuale e scenograficissimo "mare di nubi" che abbraccia, in autunno, queste belle cime. La salita ha evidenziato un lieve aumento della segnaletica in zona, lungo il percorso, che si mantiene invariato rispetto a quanto descritto nel sito e nel manuale Le Vette della Val d'Ayas. Il percorso totale ammonta a 16.7 km.
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