Posto a 2689 metri di quota, questo comprensorio lacustre si trova all'ombra della massiccia sagoma della Testa Grigia, a settentrione, della Gran Cima a meridione e della triangolare Quota 2934, sita a oriente. E' composto da tre laghi ravvicinati, collocati alla base della cresta di displuvio Lys-Evançon che dal Corno Vitello sale alla Testa Grigia, degradando sul Colle Pinter.
Sono tipici laghi di balconata, due dei quali collegati tra loro idrograficamente. A poca distanza dal comprensorio sorge inoltre il remoto Colle di Mascognaz; nell'estate 2017, uno dei due laghi minori è parso quasi completamente prosciugato, a causa del caldo prolungato e della scarsità di precipitazioni dell'inverno precedente. Tale trend si è confermato nell'autunno del 2018, sempre per lo stesso lago, e negli anni seguenti, fino al settembre del 2022.
Laghi Pinter. Letteratura e geologia
Questa zona fu descritta già nel lontano 1896 dagli autori Giovanni Bobba e Luigi Vaccarone, (...) passando per i casolari di France, Cuneaz - m. 2047 - e Lavassey. Dopo questi casolari avvi appena una traccia di sentiero, che bisogna badare a non smarrire, la quale conduce, varcato il torrente e tenendosi ben a sinistra onde evitare un salto di roccie, al colle.
Nel 1928, secondo gli studi del glaciologo professore Umberto Monterin, le acque del lago Pinter minore si versavano nel medio e da qui al maggiore, il quale ha un emissario copioso e costante che attraversa i cocuzzoli montonati della soglia rocciosa occidentale e precipitano nel sottostante bacino. Tuttavia, i due laghi minori non hanno un vero immissario e la quantità di acqua che esce dal maggiore è superiore a quella ricevuta dagli altri due, per cui altra acqua deve filtrare dall’accumulo morenico-detritico che delimita a sud il lago più grande.
Il minore dei tre Pinter è completamente invasato nei calcemicascisti, con veli morenici: ha forma ovale, fondo pietroso che degrada verso il centro. A fine estate, si prosciuga, come successo quasi completamente a fine agosto 2017 e come premesso in precedenza. Non si tratta di un fenomeno isolato: nell'estate 2016, il lago minore e più occidentale dei tre Pinter era parso quasi completamente prosciugato, in agosto, lasciando solo una minuscola pozza e sponde scure, punteggiate di sassi e spazzatura, perlopiù vetro. Come premesso, tale trend si è confermato nell'ottobre 2018 e negli anni seguenti fino al mese di settembre del 2022, pur constatando la "buona salute" degli altri due laghi, in termini di livello dell'acqua.
Il lago medio invece ha forma allungata, parallelo alla dorsale intervalliva, mai più profondo di un metro. Il fondo è melmoso, in lieve pendenza. Sul lato settentrionale si trovano calcemicascisti, su quello sud, prasiniti. Il lago maggiore del comprensorio di Pinter è triangolare, con sponde molto diverse. Quella nord, è composta da calcemicascisti, quella orientale da detriti di falda a serpentino mentre a sud si nota un ripido accumulo detritico morenico di prasiniti. A meridione si registra la maggior profondità. Sul lato meridionale l’accumulo detritico-morenico per rotolio ha forte pendenza, mentre la pendenza del detrito di falda sul lato orientale è più dolce. A est il lago è chiuso dalla soglia rocciosa rialzata, con cocuzzoli di calcemicascisti montonati dall’erosione. Il maggiore è esposto a nord, così gela presto d’autunno: secondo la testimonianza di Umberto Monterin, il 12 ottobre 1925 era già gelato sul versante meridionale (non così il 14 ottobre 2018, a causa delle temperature ancora elevate e sopra la media stagionale).
Una breve descrizione dei laghi Pinter è fornita dall'articolo Itinerari naturalistici in Valle d'Aosta. Valle d'Ayas: alla Testa Grigia (m 3.3314) attraverso il Vallone di Cuneaz, di Maurizio Bovio. (...) Ad un certo punto la valletta si apre in una conca posta ai piedi dell'ultima era salita che conduce al Colle del Pinter. A destra, su un ampio terrazzo, sono incastonati i tre laghi del Pinter, sulle cui rive biancheggiano i piumini di Eriophorum Scheuchzeri. Una breve visita ai piccoli bacini è d'obbligo, tanto più che presso l'estremità più prossima del primo lago parte un sentierino che porta al colle con una lunga diagonale verso sinistra, permettendo di evitare la più ripida salita diretta, lungo il canalone terminale. Fra le pietre e il poco verde riconosciamo la Gentiana bavarica ssp. imbricata, forma compatta di alta quota.
Infine, secondo i dati del Catasto Laghi pubblicati dall'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente in base al rilevamento del 19 luglio 2000, si estendono per 20800 (il maggiore, provvisto di fauna ittica), 4875 (derivante da sbarramento morenico ed intramorenico), 3075 metri quadrati.
Laghi Pinter. Le vie di salita
I laghi sono raggiungibili tramite il sentiero numero 11A in due ore e mezza/tre ore, un sentiero classificato "EE" (escursionisti esperti) sulla cartografia e dalla segnaletica, sovrapposto al GSW e all'Alta Via N. 1. Partendo da Champoluc alle spalle della chiesa, si raggiungono dapprima il Monte Crest e quindi Cuneaz, risalendo poi linearmente l'omonimo vallone fino alla sua testata. Superato l'antico paese di Cuneaz ci si inoltra infatti nell'omonima vallata, parzialmente boscosa e coltivata a pascoli, sul cui fondo scorre il Torrent de Cuneaz che nasce dal maggiore dei Laghi Pinter. I laghi si trovano, come premesso, immediatamente a settentrione della Gran Cima. Salendo lungo la dorsale sinistra del vallone ci si accorge di puntare direttamente un'alta, imponente ed indistinta bastionata rocciosa che lo chiude definitivamente. I laghi si trovano dietro e sopra tale rilievo.
La salita avviene poco dopo aver superato l'inconfondibile pietraia che sorge dal nulla sull'ultimo pascolo alla destra del sentiero, ma non presenta particolari difficoltà: non la si può evitare, neanche arrivando dalla seggiovia dell'Alpe Ostafa, inutilizzabile per manutenzione nell'estate 2005 ma perfettamente funzionante nelle estati 2007, 2008, 2011, 2012, 2013, 2015, 2016 e 2017, convertita in una moderna cabinovia. Ad ogni modo, il sentiero di questo tratto terminale è ben evidenziato e soprattutto dal fondo quasi sempre stabile, in terra battuta o erbetta. Sono pochi i tratti franosi, solitamente non insidiati da pendenze eccessive, e comunque c'è sempre qualcosa cui aggrapparsi. Non vi sono particolari rischi, ma è bene ricordare che non si tratta di un percorso adatto ai principianti, anche per l'eventuale rischio di caduta di schegge.
Nel corso dei mesi di giugno e luglio 2008 si è notato che la gola immediatamente sottostante i Laghi Pinter, lungo la via di salita al colle omonimo ed alla Testa Grigia, versava in pessime condizioni. Il disgelo ha accentuato i danni delle frane degli scorsi anni, comportando ampi tratti di terreno smosso ed instabile, fangoso ed inconsistente, con pietre libere e non trattenute. I lavori di sterro e restauro della rampa, conclusi a fine estate 2008, hanno ripristinato il tratto, allargando il sentiero, costruendo massicciate a secco ed imbrigliate e provvedendo a due brevi canaponi blu per il transito in presenza di ghiaccio. Nel mese di giugno 2012, la salita ai laghi dal Crest, via Cuneaz, si è presentata invece agevole e priva di ulteriori modifiche a livello di segnaletica o di sentieristica, così come negli anni seguenti. Anche negli anni seguenti, fino al settembre 2022, si sono notati molti sfasciumi ma la progressione è sempre agevole, grazie al canapone blu.
La salita termina quando si è ormai tra i contrafforti della montagna, dove il terreno si raddrizza fino a tramutarsi in una piacevolissima e riparata sella erbosa che si allunga verso est: un piccolo ruscello scorre alla vostra destra, tra l'erba bassissima delle alte quote. A luglio, la zona sarà ancora abbondantemente cosparsa di ampi nevai. L'ambiente sassoso della salita sottostante è ormai un ricordo.
Per raggiungere i laghi occorre semplicemente camminare per altri duecento metri circa, in orizzontale e in direzione dei 2777 metri del Colle Pinter, girando poi sulla destra in corrispondenza del cartello segnaletico: si presenteranno innanzitutto due bacini minori, preludio del più grande. Dalla riva occidentale del laghetto sulla destra si potrà osservare il maestoso Cervino in tutta la sua gloria. Il maggiore dei Pinter è appena oltre, ed è bellissimo: la riva su cui sfocia il sentiero è più erbosa, mentre quella ad est è costituita da grandi "scogli", in realtà massi franati dalla montagna soprastante. Verso ovest, infine, si apre uno spettacolare imbuto roccioso in cui l'acqua cade a cascata, levigando la roccia: qui nasce il Torrente di Cuneaz. Da notare che, almeno fino a luglio, è possibile notare stupendi iceberg nelle sue acque.
Dopo gli eventi franosi dell'estate 2006, alcuni cambiamenti morfologici si sono registrati nella zona dei Laghi Pinter e del vicino Lago Perrin: ne riportiamo i tratti principali, per ulteriore ausilio durante le escursioni. Laghi Pinter, sentiero 11A / Alta Via numero 1: l'alto vallone di Cuneaz è stato interessato dai principali eventi idrogeologici del luglio 2006, tuttora attraversato da frane e tratti di terra smossa. Sono stati eretti numerosi ometti di sassi, ben evidenti. Non è cambiata invece la zona dell'"imbuto", immediatamente sottostante i poggi del colle e dei Laghi Pinter: quest'area si conferma umida, caratterizzata da sfasciumi e possibile caduta di sassi isolati, ma con sentiero ben battuto e sempre visibile. Sopra l'"imbuto", invece, i poggi sono stati sconvolti dagli smottamenti, con ampi tratti di terra e massi smossi, il ruscello ampliato, continue deviazioni sui due lati del rivo alternate a tratti del precedente sentiero, ben tracciato. Anche qui sono stati eretti molti ometti di pietra, la direzione è tuttavia facilmente intuibile. Nessun cambiamento nella zona dei laghi. Lago Perrin: il sentiero 13C che dai piedi dell'"imbuto" conduce in semipiano sotto al Colle Perrin è stato parimenti interessato da numerosi eventi franosi, le cui deiezioni detritiche hanno celato in più tratti il sentiero. Occorre procedere in linea retta controllando attentamente i rari segni gialli e gli occasionali ometti, più bassi di quelli sull'11A; prestare comunque attenzione agli eventuali detriti in caduta dalla bastionata rocciosa ad E. Al termine del pianoro, sotto al Colle Perrin, si trovano numerosi segni gialli che conducono ad intercettare il sentiero 13 e, da lì, al colle stesso. Gli ultimi metri restano rovinati, si procede accanto al sentiero, sull'erba. Nessun cambiamento rilevabile nella zona del lago, né lungo il percorso che dal Perrin porta al Vallone di Mascognaz (sentiero 14A).
Salite ai laghi Pinter
Sabato 24 luglio 2010, Varasc.it è salito dal Monte Crest e da Cuneaz ai Laghi Pinter, proseguendo sul sentiero alto (parallelo ma soprastante rispetto al 13C) fino al Colle ed al Lago Perrin. La partenza dal Crest è avvenuta alle 07.45, l'arrivo ai Pinter alle 09.05, alle 09.45 al Perrin; il sentiero superiore si è rivelato in buone condizioni, con svariati ometti, malgrado la zona sottostante la cresta ovest della Gran Cima si confermi molto franosa e deteriorata. Discesi infine mediante il 14A alla volta delle alpi Toulassa, siamo rientrati a Mascognaz per le 12.30. Si segnala il completamento dei lavori all'alpe Chavannes, nel Vallone di Mascognaz.
Varasc.it è tornato ai Laghi Pinter sabato 30 giugno 2012, in discesa dalla Testa Grigia. Il lago occidentale è parso libero dal ghiaccio e solamente bordato da una cornice nevosa, mentre il bacino principale, sottostante la Gran Cima, si è presentato quasi completamente gelato in superficie.
In definitiva, i Laghi Pinter offrono bellissimi scenari e forti emozioni, specialmente se si ha la fortuna di raggiungerli quando non vi è affollamento. Se poi si desidera prolungare la nostra escursione fino al Perrin mediante il 13C, si potranno ammirare in una sola giornata alcuni tra i migliori e più affascinanti bacini lacustri della Val d'Ayas.
La salita del 2 agosto 2015 ai laghi Pinter non ha indicato differenze rispetto a quanto descritto in precedenza. Il collegamento con il lago Perrin si è invece confermato più dirupato e delicato, in presenza di sfasciumi e di due frane più instabili. Nel 2016 e 2017 non si sono notate particolari differenze, a eccezione della già premessa, quasi completa sparizione del laghetto minore.
La salita del 14 ottobre 2018 ha confermato quanto descritto in questa pagina.
Le salite seguenti, e quella del 4 settembre 2022, hanno confermato quanto descritto. La salita del 2022 ha richiesto poco meno di 2.30 ore da Champoluc.