Nota importante (2014-2021): aiutaci a difendere il Vallone delle Cime Bianche!
Tanto stupefacente quanto isolato e nascosto in una delle zone più selvagge e intatte dell'alta Val d'Ayas, il bellissimo bacino di Tzére, Cere o di Cère sorge a 2860 metri di quota sotto le impressionanti propaggini del Mont de Verra o Rocca di Verra (3128 metri) e, a settentrione, sotto gli abbacinanti ghiacci del Ventina, oggi purtroppo in forte regressione. Si trova nel cuore del Vallone delle Cime Bianche, splendida area protetta, minacciata sin dal 2014 dalla costruzione di un impianto funiviario.
Da un punto di vista scientifico, i bacini della zona sono ripartiti tra Laghi del Ghiacciaio di Tzére e Gran Lago di Tzére. Quest'ultimo giace in un ambiente che denota la sua origine glaciale: una conca nascosta e inaspettatamente ampia, riparata da una morena e, precedentemente, da un'arida e interminabile pietraia rosseggiante. La zona è di grande wilderness e selvaggia bellezza.
Un ambiente assolutamente arido e desolato, che mai lascerebbe presagire la sconcertante e sorprendente vastità del bacino retrostante. Secondo i dati del Catasto Laghi pubblicati dall'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente, i Laghi del Ghiacciaio di Tzére sono polle di piccola e media grandezza collocate in depressioni da escavazione glaciale poco profonde sulla grande piana montonata ai piedi del Ghiacciaio omonimo; nell'ottobre 2006 ne vennero rilevati dodici, alcuni provvisti di piccoli rivoli immissari ed emissari. Essi possedevano una superficie di 200, 100, 335, 405, 185, 85, 120, 170, 1920, 100, 100, 195 metri quadrati; nel 2009 e negli anni seguenti, fino al 2019, si sono confermati privi di vegetazione e fauna ittica, interamente compresi tra sponde rocciose ricoperte da sassi.
Il Gran Lago di Tzére, in occasione del rilevamento ARPA del 13 agosto 2002, aveva una superficie di 62460 metri quadrati, derivando da escavazione glaciale di circo in rocce montonate. Privo sia di fauna che di vegetazione subacquea, alimentato dal ghiacciaio soprastante, è interamente chiuso da pareti franose sui tre lati, restando accessibile da ovest. Un basso istmo roccioso, appena affiorante, lo separa dal secondo bacino continguo, a meridione, esteso per 3040 metri quadrati ed alimentato dal lago retrostante; il suo emissario cade a valle creando una grande cascata. Nell'estate 2011, il lago principale è apparso separato da un ampio braccio roccioso dal lago terminale e più esterno, da cui nasce la citata cascata; nel 2013 la portata d'acqua è parsa maggiore rispetto alla stagione precedente.
Si segnala che nel tragitto tra il Bivacco Mariano ed il lago di Tzére è stato trovato un masso coppellato, descritto, segnalato ed ufficialmente rivendicato nel numero invernale 2008-2009 della rivista Carnet Val d'Ayas. Tutte le recenti modalità di salita, nei valloni di Cime Bianche e di Tzère, sono riportate nel manuale Le Vette della Val d'Ayas edito nel 2008 (pagine 48 e 49); questo percorso, segnalato da ometti e su terreno roccioso a tratti instabile, richiede sicurezza di piede e capacità di progressione.
Salita al Gran Lac de Tzére
Come premesso, il Gran Lac de Tzére si raggiunge dopo aver preventivamente guadagnato il bivacco Città di Mariano Comense, attraverso il sentiero 6C, meta che già di per sé richiede tra le due ore e trenta e le quattro ore di tempo. Da ricordare che il 6C è classificato EE. Per informazioni riguardanti questo particolare percorso, si consiglia la consultazione dell'apposita sezione dedicatagli nel sito. Per arrivare al lago, grossomodo localizzabile durante la salita mediante la poderosa cascata che discende nel sottostante vallone di Tzère, dando vita all'omonimo torrente che attraverserà poi Fiery per confluire nell'Evançon, bisogna lasciare sulla destra il bivacco. Sull'arida pietraia rossa si troveranno numerosi totem, stagionalmente rinnovati,alcuni dei quali inerenti alla zona, sottostante i ghiacciai, dove si può reperire dell'acqua.
Tenendosi molto alla destra del bivacco, senza puntare direttamente al ghiacciaio laterale ma rivolgendosi ancora più a destra, si sale prima una scoscesa ma stabile pietraia rossa stranamente caratterizzata dall'assoluta mancanza di vegetazione e, paradossalmente, dall'abbondanza di ragni e relative ragnatele. La pietraia può rivelarsi rischiosa in caso di cadute, ma possiede una superficie piuttosto zigrinata su cui è facile camminare. La prudenza è comunque d'obbligo, oltre al suggerimento (forse banale ma necessario) di chiudere accuratamente tasche e zaini: quanto perso in questa zona è destinato a rimanervi.
In data 22 luglio 2008, Varasc.it ha raggiunto nuovamente il pittoresco lago di Tzère, incontrando nuovi ometti sul percorso tra il Bivacco Città di Mariano Comense ed il lago, nel quale campeggiavano numerosi iceberg. Il lago è stato raggiunto in quaranta minuti, con forte vento; si segnala il ritrovamento di un masso coppellato, probabile testimonianza dell'antica presenza umana in queste zone. Vista l'esperienza, il tentativo di risalita verso la forcella soprastante l'antico solco del Grande Ghiacciaio di Verra è caldamente sconsigliato dall'autore e non verrà trattato in questo sito.
Superata la pietraia, si presenta davanti un paesaggio sempre più lunare. Il rosso 'marziano' lascia infatti il posto al tetro grigio sabbioso di una morena breve ma imponente che torreggia davanti a noi, convinti di trovare il lago ai nostri piedi. La morena, contrariamente alla pietraia, è tipicamente composta da sfasciumi instabili nella sezione inferiore e, più in alto, da pietrisco minore, sabbia friabile e pietrame. La salita si presenta comunque agile, anche se occorre ricordare il pericolo di smuovere detriti su chi ci segue. Gli ultimi cinque minuti successivi alla morena ci offrono infine un piano relativo, costituito da ampie rocce slavate su cui permangono residue sacche di pietrisco. La zona non presenta pericoli oggettivi, oltre ai normali potenzialmente riscontrabili in montagna; ancora una volta, tuttavia, è meglio non fidarsi dell'aiuto offerto dagli ometti di pietra. Avvicinandosi si percepisce l'esatta ampiezza di questo bacino nascosto, dal meraviglioso colore azzurro intenso, costituito da un corpo principale che, oltre una strozzatura, continua verso la cascata conclusiva sopra Tzére. Un'altra cascata, che risulta rumorosa nel silenzio, alimenta il lago di sinistra: facile intuire la sua provenienza, poiché poco sopra si ergono maestosi i ghiacci che, anni fa, estendevano il loro legittimo dominio molto più in basso, sopra le pietraie desolate che ora celano il lago di Tzére.
Nell'estate 2007, il sentiero 6C che da Blanchard porta al Bivacco Città di Mariano (posto a N45 53.968 E7 42.993) è stato sapientemente integrato da una serie di ometti di pietra, ben evidenti, alcuni dei quali parzialmente dipinti in giallo. Altri ometti, meno visibili in quanto mimetizzati nel colore rossastro circostante, proseguono alla volta del vicino Lago di Tzére. Una importante e comoda variazione di percorso è da segnalare lungo il tratto inferiore del TMR per le Cime Bianche e, inizialmente, per lo stesso Bivacco Mariano: appena oltre Fiery è infatti stato realizzato l'ottimo sentiero che risale il valloncello di Tzére, accedendo innanzitutto al bosco retrostante la pensione Bellavista. Qui si alza descrivendo un'ampia curva sulla destra, panoramica sulla bella cascata proveniente da Tzére e dal lago omonimo: si passa sotto una evidente parete rocciosa nera, con alcuni nomi incisi in giallo, raggiungendo una bella terrazza panoramica con tanto di panchina e staccionata. Appena oltre il sentiero, recentemente messo in sicurezza, si inerpica sul lato destro (per chi sale) della cascata, con gradini e tubi blu in polietilene corrugato, atti a contenere eventuali tracimazioni. Appena sopra si accede, dopo gli ultimi alberi, al valloncello di Tzére: il sentiero corre sulla destra del pianoro e del torrente, con frequenti innesti di pietrame nei punti più cedevoli, in piano. Si arriva ad un ponticello in legname chiaro, con una unica balaustra sul lato a monte: da qui si scorge una bella vista del Palon di Tzére e del Bivacco Mariano. I segni gialli (frecce e TMR) sono frequenti. Oltre il ponte, si piega a sinistra sotto alte pareti nere, risalendo poi di fianco ad un ruscello: si sorpassa una curiosa roccia grigia emergente dall'erba come un dente lungo e dotato di sperone, salendo poi ad unirsi al precedente tracciato TMR - 6,6A, 6B. L'arrivo nel vallone soprastante avviene presso il caratteristico ruscello dalle sponde rossastre (ferrose): procedendo a destra si prosegue per il Palon e per il Bivacco, a sinistra si rientra nel Vallone di Cime Bianche.
Tempistica
Varasc.it è tornato al Bivacco Mariano Comense sabato 22 agosto 2009, proseguendo per il lago di Tzère. Partiti alle 08.07 da Saint Jacques abbiamo raggiunto il bivacco alle 11.00, ripartendo dopo una pausa per il lago, raggiunto alle 12.10. Durante il percorso si è notato il rifacimento della vetusta e labile segnaletica lungo il sentiero 6C, con numerose e ben visibili frecce gialle. Durante la salita di giovedì 18 agosto 2011 non si sono osservate modifiche nel tratto tra il bivacco ed il grande lago, ben evidenziato da frequenti, grandi ometti. La salita, iniziata alle 11.20 dal bivacco, è terminata al lago alle 11.45.
Varasc.it è tornato al magnifico bacino di Tzére domenica 28 luglio 2013, partendo dal bivacco alle ore 10.50 e raggiungendo il lago alle 11.15 seguendo una nuova linea di ometti, probabilmente realizzata per superare nevai ancora molto estesi.
Ulteriori salite, inclusa quella dell'ottobre 2019 e un'altra nell'estate 2020, hanno confermato quanto indicato in questa pagina.
La salita del 16 ottobre 2021, ormai in ambiente quasi invernale, ha confermato quanto indicato nella pagina. Numerosi gli ometti di pietra dal bivacco al lago.