Piccolo ed antico centro abitato posto a 1822 metri di quota, Mascognaz offre un panorama pressoché totale sulla valle superiore d'Ayas, dal monte Zerbion al ghiacciaio verso la testata superiore della valle. Poche baite ed antichi rascard, ora ristrutturati, vicoli strettissimi, una chiesetta ed un abbeveratoio: il tipico paese d'alta quota, strutturato per resistere ai pesanti e lunghi inverni locali. Tra il 1650 e il 1664, secondo l'antico Cottet de la Parroisse d'Ayaz custodito nell'archivio dei Marchesi del Carretto di Balestrino, questo antico villaggio venne definito Mascogna.
Attualmente, Mascognaz ha conosciuto da alcuni anni un notevole sviluppo turistico ed urbanistico, con costruzione di una hotellerie e di alcune abitazioni a disposizione della clientela. Nell'anno 2010, ad esempio, si è costruito un nuovo rascard nel centro del piazzale principale di Mascognaz - iniziativa che ha destato un certo scalpore, purtroppo non nuovo nell'ambito di questo villaggio alpino, da qualche decennio.
Nella stagione invernale, Mascognaz è meta di uno dei principali e più noti itinerari con le ciaspole dell'alta Val d'Ayas, ovvero il sentiero normale (14 e varianti). Inoltre dall'inverno 2010 la Traccia 2, segnalata in rossoeproposta agli escursionisti invernali con ciaspole, scende e risale da Barmasc a Mascognaz con difficoltà M, segnalata al Ponte Amponey (località Varasc) con tempistica di 45 minuti per Mascognaz e di un'ora per Barmasc, nonché alle Ville Rivetti di Antagnod.
Mascognaz. Il ripristino di una vecchia via di salita
Il paese di Mascognaz è raggiungibile anche mediante il sentiero 14D. Ultimato nel corso del 2011, tale percorso diparte dal ponte ligneo antistante la Cascata al termine di Rue L'Ostorion, debitamente segnalato da due paline gialle in bella evidenza (Mascognaz, 40 minuti, difficoltà E; Cascate di Mascognaz, 10 minuti, difficoltà E). Interamente nel bosco, il percorso alterna tratti molto ripidi a zone pressoché pianeggianti, offrendo più balconi protetti da staccionate lignee sull'impressionante salto d'acqua: un sentiero erto, ben tenuto e particolarmente accattivante per i fotografi. Si consiglia di percorrerlo in discesa e di evitarlo in caso di neve o acqua al suolo; in estate, la parte superiore è spesso celata da giovani ontani o da rovi ed ortiche sul bordo dei pascoli sottostanti il villaggio di Mascognaz. Ben segnalato da frecce gialle, il sentiero 14D termina ai piedi delle nuove abitazioni sul versante opposto del Torrent de Mascognaz rispetto al corpo principale del paese. E' sufficiente valicare il basso ponte di legno sul torrente e risalire il breve pendio retrostante per raggiungere la piazzetta principale di Mascognaz, davanti all'abbeveratoio.
Malgrado le recenti interpolazioni e "reinterpretazioni", si tratta tuttavia di un paese molto antico: la piccola costruzione in legno sulle rive del torrente, davanti alla grande lapide ad Edoardo Fosson (l'uomo che nel 1932 costruì il primo acquedotto gratuito per Champoluc) risale addirittura al 1600-1650. Non solo. Mascognaz appare addirittura nel testamento di Ebalo di Challant, del 23 maggio 1323, il quale lasciava in eredità ai figli Pietro e Giovanni Item in alpe de Mascognia, quae iacet in Ayacio, cum pascuis et bonis usibus dictae alpis.. Chi sale da Champoluc lungo il sentiero, poco dopo il cartello di benvenuto, trova tuttora la piccola cappella decorata dai tre dipinti, dal piccolo campanile a muro e recentemente restaurata. Vi è una data, 1769, ed è dedicata a San Grato, che compare nei dipinti del Curta, poi rimaneggiati. Secondo Monsignor Edoardo Brunod, il 18 ottobre 1652 tale Jean Béchaz vi legò due messe, con atto firmato dal notaio Obert, da stabilirsi per la vigilia e per il giorno della festività di San Grato. Fin dal 1844 la cappella provvedeva 15 lire annue per pagare l'insegnante della piccola scuola locale, mentre il 26 febbraio 1866 su autorizzazione del vescovo Jans si prelevarono 600 lire che, unite alle 450 fornite da due Fosson, formarono un capitale per questa scuola. Nel gennaio 1962 arrivò la luce elettrica.
Nel 1896, Giovanni Bobba e Luigi Vaccarone descrissero la salita al paese ed al vallone di Mascognaz: (...) Si toccano i casolari Mascogna - m. 1827 - Vieilla, dove valicato il torrente passasi sulla sponda destra, poi Chavannes e Gemma.
Da notare, sull'altro versante del paese ed oltre il torrente di Mascognaz, una curiosa ed antica costruzione che valica il sentiero 13A per il monte Crest. Ha un doppio corpo in pietra e si appoggia sulla scarpata del torrente; una finestra mostra la scritta 1566, ed attualmente questa struttura è stata completamente "rinnovata" a fini abitativi. Mascognaz custodisce, però, anche altre testimonianze. La grande casa Chasseur di fianco all'abbeveratoio mostra alcuni schizzi e firme, tra cui una testa di Cristo con didascalia Questi occhi chiusi guardano ogni pianto. E' opera dei pittori Ernesto ed Alberto Falchetti, che soggiornarono a Mascognaz per alcune stagioni estive, con lo scrittore Francesco Pastonchi ed il drammaturgo Sem Benelli. Il Pastonchi, su una finestra della vicina casa Favre, incise invece MCMI Per più lune tre artisti un poeta un pittore un filosofo in fraterna comunità di vita pace domandarono ed ebbero dal cielo e dagli uomini qui. Testimonianze significative che ormai fanno parte della storia di questo paese, anche se irrispettose per le strutture su cui furono incise insieme a molte altre firme, schizzi e graffiti vari.
Mascognaz è anche il punto di partenza per importanti escursioni: vi parte infatti la strada sterrata per gli alpeggi, da dove, in corrispondenza di più sentieri (14, 14A e così via) si potranno raggiungere mete importanti in alta quota, come ad esempio il lago Perrin e, oltre l'omonimo colle, i laghi Palasina (sopra Brusson). Dietro a Mascognaz, infatti, nasce una stretta vallata, delimitata dalle alte pendici di montagne come il Monte della Nonna (2534 metri) ed il Monte Chaleau (2658) verso nord, della Punta Piure (2902) e del Corno Bussola (3023 metri) a sud. In particolare, la valletta degli alpeggi di Mascognaz finisce -dopo il piccolo abitato di Palud- ai piedi del Colle Palasina, a 2668 metri: un passo obbligatorio quanto rispettabile per i laghi dall'altra parte, più in basso. Questa valle sempre più ristretta si offre come una perfetta continuazione di una bella escursione, specialmente con bambini o cani da compagnia. E' una zona ricchissima di acqua, boschi e prati: non presenta invece pericoli. La strada sterrata è in dolce salita, dove addirittura non in piano, e può costituire un'ora e mezza- due ore di piacevole cammino, qualora si voglia semplicemente passare un pomeriggio a contatto con la montagna. Bisogna infine ricordare i modi per giungere a Mascognaz. Da Champoluc, mediante il sentiero 14-14A, che parte dalla Cascata (scendendo verso il Pratone, dopo la Chiesa e subito prima della AIAT) e che richiede circa quaranta minuti; dal monte Crest, invece, attraverso il sentiero 13A, un sentiero particolarmente pittoresco per la sua totale percorrenza in ambito boscoso. In caso di piogge prolungate, tuttavia, può capitare che certi punti si trasformino in pantano, vista la presenza (più verso il Crest che verso Mascognaz) di piccoli corsi d'acqua nel sottobosco: in simili casi è sufficiente salire lievemente più a monte per aggirare i pochi metri allagati del sentiero. Per finire, si può salire in mountain bike grazie alla sterrata che sale dal fondo del "Pratone" in località Varasc, dopo il ponte Amponey.
Mascognaz. Edilizia, rinnovo e cronaca
Nell'estate 2008, Mascognaz si è sfortunatamente rivelata ingombra di materiali edili e dalla cantieristica, come ormai da anni; nel luglio 2011, il paese si presenta come un vero e proprio cantiere, colmo di ruspe, gru, camion per il movimento terra e macchinari. L'antico rascard all'imbocco del proseguimento per il Crest è stato pesantemente modificato, come premesso; ormai ultimate le due costruzioni limitrofe, una delle quali di grandi dimensioni. Anche l'alto vallone di Mascognaz ha visto ulteriori lavori. A Chavannes è stata costruita una nuova stalla; nella stessa zona, tra l'Alpe Chavannes e Toulassa, è stata rinnovata la segnaletica gialla del sentiero 14A per il lago Perrin.
A parte i restauri degli alpeggi destinati alla pastorizia ed alla segnaletica, tuttavia, è l'improvviso e continuo "sviluppo" urbanistico di Mascognaz ad attirare l'attenzione degli amanti di Ayas. Nel luglio 2011, ad esempio, si è constatato come il nuovo rascard nella piazza del paese, antistante l'antica fontana, sia ormai stato ultimato. Nel corso dei decenni, i giornali hanno spesso seguito questa evoluzione: il 29 settembre 1985, La Stampapubblicò un accorato articolo, Turisti contestano la strada "che rovina la Val d'Ayas". Nell'articolo si descriveva la singolare iniziativa di un nutrito gruppo di villeggianti esasperati, ben 405 firmatari provenienti da Torino, Vercelli, Alessandria, Genova, Savona, Bergamo, Pavia e Roma: l'invio di una petizione al Ministro per l'ecologia Valerio Zanone. L'istanza chiedeva a gran voce di impedire la realizzazione della strada dal Ponte Amponey ai casolari di Mascognaz, (...) il cui scopo evidente è l'invasione di una piccola valle laterale, finora rimasta integra nel suo splendore.
La strada poderale che dal Ponte Amponey di Champoluc conduce a Mascognaz fu oggetto di un secondo articolo nelle pagine de La Stampa, rubrica Aosta e Regione, del 29 luglio 1993: Mulattiera da 1300 milioni. Champoluc, indagini sui costi ritenuti eccessivi di una pista "taglia fuoco". L'articolo di Stefano Sergi riassumeva le vicende della poderale: suddivisa in cinque lotti ed iniziata nel 1985 con la creazione di una pista, quindi nel 1990 con la realizzazione della strada vera e propria, malgrado le (...) dure reazioni degli ambientalisti. Su segnalazione dei Carabinieri di Brusson, secondo il giornalista, si aprì un'inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Aosta e dal procuratore Mario Vaudano: i lavori furono (...) ordinati dalla Consorteria Mascognaz-Crest-Frantze presieduta dall'ex vice segretario regionale della democrazia cristiana Piero Vicquéry di Verrès.
Sempre La Stampa, il 23 ottobre 2002, pubblicò l'articolo di Daniela Giachino Nel villaggio di Mascognaz un "miracolo" edilizio. Dall'acquisto di una baita 8 anni fa al graduale recupero nel totale rispetto del territorio. L'articolo riprendeva le parole di (...) Paolo Vitelli, proprietario dell'hotel Briethorn a Champoluc di Ayas e committente dei lavori in corso a Mascognaz. Secondo l'articolo, dall'acquisto iniziale di una vecchia baita originariamente destinata ad essere divisa in sette minialloggi sarebbe invece derivata la dependance del Breithorn. La soluzione di un garage interrato avrebbe risolto il problema dell'affollamento automobilistico dell'antico villaggio.