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Corno Nero

Aspro e ripido pinnacolo di roccia affacciato sul bordo orientale del Monte Rosa, il Corno Nero o Schwarzhorn è alto 4322 metri e sorge in posizione N45 54.896 E7 51.715, a 239 metri in linea d'aria dalla vicina Ludwigshöhe dalla quale è separato dal Colle Zurbriggen (4272 metri). Dista inoltre 324 metri in linea d'aria dalla statua del Cristo delle Vette, affacciata sui ghiacciai del Rosa dallo scoglio roccioso del Balmenhorn, e 784 metri dalla vetta della Piramide Vincent. Consente una bella vista sul fianco orientale del massiccio, fino alla Punta Parrot, ed è stato salito da Varasc.it anche nel settembre 2015.

Sommità culminante con due modeste punte rocciose collegate fra loro da una crestina nevosa, che si alza tra il Colle Vincent ed il Colle Zurbriggen, scrisse in merito Gino Buscaini ne Monte Rosa e Mischabel precisando che (...) E' la cima più elevata del gruppo del Monte Rosa che si trovi interamente in Italia. Anche per questo motivo è più corretto il toponimo Corno Nero del corrispettivo tedesco Schwarzhorn; il nome è dovuto all'aspetto della cuspide, di rocce scure, evidenti in particolare dal Colle Zurbriggen, da dove si presenta quale cimetta elegante proprio con la forma di corno.

Il Corno Nero espone sul suo lato nord-nordovest, vale a dire in direzione del Ghiacciaio del Lys e della Roccia della Scoperta, una ripida parete nevosa costantemente in penombra e perciò sovente ghiacciata. Pur non richiedendo che una salita di circa 50 metri dal pendio alla base della parete, la salita può rivelarsi impegnativa in caso di condizioni avverse; la sua difficoltàè valutata in PD da Buscaini e Richard Goedeke ne I 4000 delle Alpi, oltre che da Mario Vannuccini nelle pagine de I 4000 delle Alpi. La pendenza è di 50° e la crestina superiore, che connette le due cime rocciose del Corno Nero, aerea e molto esposta; la maggiore delle due cime, posta a nord ed a circa 30 metri dall'anticima meridionale, è più elevata ed ospita una ben visibile e lucente statua della Madonna che custodisce il bussolotto con il libro di vetta. Il tempodi salita è di 2-2.30 ore dal rifugio Gnifetti; il dislivello è di 1050 metri dai 3272 di Indren, di 675 dai 3647 della Capanna Gnifetti e di 824 dai 3498 del sottostante Rifugio Mantova. Per ulteriori informazioni topografiche, si consiglia di consultare il Repertorio cartografico ufficiale.

A volte è preferibile scendere in corda doppia fino alla base della parete, a seconda delle sue condizioni e della sensibilità all'esposizione; alcuni preferiscono scendere faccia a monte, tuttavia è sempre consigliabile avere un compagno che faccia sicurezza durante la discesa individuale. La traccia può essere verticale o lievemente obliqua, diretta verso l'anticima meridionale, come nell'estate 2013. In ogni caso raggiungere la cima dall'aerea crestina sommitale richiede grande attenzione e brevi passaggi di II° in forte esposizione, mentre come anticipato la discesa può rivelarsi insidiosa; per quanto breve e certo fattibile, la salita di questa cima richiede la massima concentrazione. Nel 2015, a causa delle pessime condizioni dei ghiacciai, un enorme gradino glaciale è stato notato correre lungo tutto il bordo inferiore del Corno Nero. A fine stagione, nel settembre dello stesso anno, le condizioni sono parse migliori grazie alle nevicate agostane; molto ripido e in ombra, il pendio di salita viene attualmente disceso perlopiù in corda doppia.

Corno Nero. La salita

Dai rifugi Mantova e Gnifetti si risale l'ampio "viale" glaciale del Monte Rosa, superandone le prime rampe e prestando attenzione ai crepacci, usualmente visibili all'altezza generica della Piramide Vincent e del Balmenhorn. Si segue la grande ed onnipresente traccia diretta alla Punta Gnifetti, molto frequentata nella bella stagione, superando dapprima la Piramide Vincent e doppiano lo sperone roccioso del Balmenhorn. Prima del vasto plateau del Colle del Lys si piega a destra (oriente) verso l'evidente selletta del Colle Zurbriggen e, ancor prima di raggiungere il valico, si accede al pendio sottostante l'erta ed inconfondibile parete del Corno Nero. Da qui si sale come descritto in precedenza, solitamente su una buona traccia, poiché questa cima è nota ed ammirata malgrado l'esposizione. Si è anzi soliti salirla realizzando una cavalcata di Quattromila che comprende la Piramide Vincent, il Corno Nero, la Ludwigshöhe, la Punta Parrot ed infine la Punta Gnifetti; si può accedere alla base del Corno anche salendo dai pendii antistanti il Colle Vincent e passando tra il Balmenhorn ed il Corno stesso. Una via secondaria di salita, qualora la parete nevosa sia troppo ghiacciata, sale per le rocce dello spigolo nordorientale, dal Colle Zurbriggen; tale salita richiede passaggi di II e III+ che secondo le cronache richiesero un lavoro ostinato ai primi salitori. Si raccomanda prudenza da qualsiasi via di salita.

Il Corno Nero e la storia

La prima ascensione avvenne il 18 agosto 1873 dopo un bivacco al Colle del Lys, da parte del marchese Marco Maglioni e dal barone Alberto de Rothschild, insieme alle guide Niklaus e Peter Knubel ed Eduard Cupelin. Il gruppo era accompagnato anche da tre portatori. La cima occidentale venne invece raggiunta il 3 luglio 1864 da Carlo Alberto Gianoli e da N. Bono.

Il Corno Nero nella letteratura

Descritto nel 1925 da Gugliermina e Bertolini, il Corno Nero (...) è il cocuzzolo roccioso immediatamente a N della Piramide Vincent. Ha due cime: quella meridionale, più bassa, e la settentrionale, riunite da un'esile crestina di ghiaccio, lunga circa 10 metri. Anche Saglio e Boffa descrissero questa vetta. Sommità costituita da due punte saldate da una crestina di ghiaccio, che si alza tra il Colle Zurbriggen a NE e il Colle Vincent a S. Al versante occidentale in gran parte corazzato di ghiacci rivestiti di neve che si affaccia al Ghiacciaio del Lys, lasciando scoperto l'isolotto roccioso del Balmenhorn, si contrappone un versante orientale piombante roccioso su di una scarpata di neve e di detriti, sostenuta a sua volta da bancate verticali e oblique che si scaricano sul Ghiacciaio delle Piode.

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