Targnod è una delle frazioni del Comune di Challand-Saint-Victor, nonché il primo paese che si trova lungo la SR45 risalendo la bassa Val d’Ayas, o Valle di Challand, alla volta di Brusson e dei centri superiori. Il suo toponimo, in passato, era Targna, e come tale venne citato nella Carte des Alpes del cartografo Raymond, nel 1820. Particolarmente affascinante e degna di nota è la spiegazione etimologica offerta dall’abate Louis Bonin, uno dei primi autori di guide dedicate alla Val d’Ayas: Targnod. Premier village de Challand Saint Victor que l’on trouve en remontant la Vallée. Ce nom pourrair bien venir du lat. tertium locum ou lignum. Plus haus nous avons Corliod (quartum locum), Quinçod (quintum locum). Il riassunto di questa teoria espressa da Bonin è semplice. C’étaient là, à n’en pas douter, les différentes étapes où les premiers Colons Romains s’étaient établis dans leur expansion agricole et militaire.
Nel 1896, Giovanni Bobba e Luigi Vaccarone descrissero il paese di Targnod. Targnod - m. 723 - frazione di Challant St-Victor. La valle, che alla sua entrata era apparsa di molto angusta e serrata fra brulle pendici, dopo Targnod si allarga in ampia e prativa conca seminata di casolari. Nei pressi di Targnod, attraversando il torrente, si ha una magnifica veduta sulla cascata dell'Evançon.
Nel 1899, l'abbé Amé Gorret e Giovanni Varale descrissero Targnod nell'opera Guida illustrata della Valle di Challant o d'Ayas: Dopo 40 minuti di cammino, si arriva a Targnod, prima borgata del comune di Challant St-Victor, a m. 723-km 4,2 da Verrès. La valle, al suo primo imbocco, è assai angusta, a fianchi scoscesi e di natura brulla e selvaggia; in gran parte però potrebbe essere coltivata a vigneti, sbarazzandola dalle frane e dagli arbusti e cespugli spinosi; già qualche agricoltore intelligente ha incominciato questo lavoro, ed è a sperare che ciò giovi a scuotere l'inveterata indolenza e incuria. Vi è terra in copia per la vite, pietra da costruzione, e l'avvenire è di chi lavora. Dopo Targnod, la valle cambia d'aspetto e si allarga in ampio bacino sparso di casolari.
Il villaggio di Targnod (secondo il Torra, scolta curiosa a guardia del primo Challant) ha vocazione più abitativa e residenziale che turistica, malgrado la sua posizione panoramica, le ampie distese prative cui ha accesso, il clima piacevole; nella quasi totalità dei casi, questa piccola frazione viene perlopiù attraversata dalle vetture e dai pullman turistici, che proseguono verso Verrès oppure alla volta di Villa e, successivamente, di Challand-Saint-Anselme. Le case risultano in massima parte moderne, addossate le une alle altre, con improvvisi interstizi e vicoli da cui fiottano, la mattina, densi squarci di sole; Targnod tuttavia non cela affatto il suo piccolo ed importante tesoro, posto in bella vista sulla sinistra della SR45, appena prima dell’ampia curva che porta al centro di Challand-Saint-Victor. Si tratta naturalmente della bella cappella dedicata a Saint-Préject o Prejet, collocata in posizione N45 41.155 E7 42.397, a 712 metri di quota, in un ampio prato dolcemente declinante verso la strada. Poco oltre, per chi sa dove cercare, si notano i ruderi dell’antico castello di Villa - Challand, culla della nobile dinastia degli Challant; poco sotto Targnod, nascosta nell'aspra gola, cade la bella cascata di Isollaz.
Da giugno 2010, ulteriori spunti di analisi su Saint-Préject sono offerti dalle fonti testamentarie medievali recensite da Varasc.it.
La cappella di Saint-Préject a Targnod
Si tratta di un edificio in solida pietra con pianta rettangolare, sul cui muro meridionale si aprono due basse nicchie ad arco, a contatto con il terreno; il muro settentrionale, in ombra, è parzialmente ricoperto da una specie vegetale rampicante. Parte dell’abside squadrato poggia direttamente sull’affioramento roccioso che contorna la regionale, mentre, per chi proviene da Targnod sul recente ed ampio marciapiede provvisto di fontana (attenzione nell’attraversare la strada in questo punto!) colpisce l’estensione anteriore del portico, che di fatto raddoppia quasi la lunghezza della chiesetta. E’ probabile che Saint-Préject abbia approvato la collocazione del piccolo edificio sacro, poiché il suo panorama è notevole: un colpo d’occhio che spazia senza interruzione alcuna dalle boscose alture ad occidente (con il Flambeau d’Arla) fino alle poderose vette orientali, estese dal Monte Bieteron al Monte Ciosé, dalle Cleve di Moulaz alla Punta Champlon, dalla Becca Mortens al Colle Dondeuil, dal Corno del Lago al Monte dell'Aquila, alla Punta Granlà.
Ritornati sulla strada della valle, vediamo ove inizia una gran curva la chiesetta di Targnod che tutta sola sdegnosa ci volge le spalle. Un tempo sotto il suo avantetto con pilastri, profondo sì da allungarla del doppio, passava la vecchia strada, premette Ugo Torra, nel 1963. La cappella di Saint-Préject venne ricostruita nell’anno 1501, ristrutturata e modificata nel 1687 come ricordato dall’Etat parrocchiale del 1786, ma era sicuramente presente prima di queste due date. Nel 1776 si resero urgentemente necessari dei lavori alla trave maestra superiore, come riportato da una incisione posta su tale trave. Tra il 1970 ed il 1980 si ricorse ad altri interventi; gli anni Sessanta ed i Settanta videro la profanazione dell’incustodito oratorio sacro da parte di abietti ladri di opere d’arte religiosa.
La cappella di Targnod, in realtà, è votata anche a San Valentino; anticamente una mulattiera vi transitava, al riparo dell’ampio portico, risalendo l’intera valle, prima della SR45. La tradizione locale vuole che una nicchia posta a valle, sul muro esterno, mostri il calco del piede di San Proietto; notevole l’affresco protetto dalla tettoia del portico, raffigurante la Madonna ed il Bambino affiancati da due vescovi e da un milite romano. Un secondo legionario mostra una fronda di palma, richiamando l’iconografia del martire, quasi certamente riferita alla nota decimazione della celebre Legione Tebea, in cui militava San Maurizio. L’opera è dei pittori eporediesi Stornone, come ricordato all’interno da una citazione del parroco Givanni Battista Fournier, risalente al 1903. L’interno della cappella, secondo monsignor Edoardo Brunod, non versa in buone condizioni; vi si troverebbe un altare in legno intagliato, dipinto e dorato risalente al XVIII secolo, i cui fregi e la cui statua di Saint-Préject, del secolo XVI, venne rubata. Ancora oggi se ne ammira il chiavistello esterno, dotato di due battenti, cui accennò Ugo Torra: La serratura della porta è ancora antica.
Il culto di San Proietto (traduzione italiana di Projectus ) ha radici antichissime ed affascinanti. Il santo francese visse nel VII secolo e, sin dalla sua giovinezza monacale, riuscì a salvare miracolosamente un lattoniere sepolto da un crollo. Guarì quindi numerosi malati gravi, tra cui un paralitico; venne trucidato in un agguato probabilmente commissionato dal conte di Marsiglia, nell’inverno del 674. Tuttora esiste nell’Alta Loira, nella regione dell’Alvernia, la cittadina di Saint-Préjet d’Allier. In tempi più recenti, questo santo venne preposto a mediare l’intervento divino per una particolare categoria: i bambini affetti da problemi di parola, balbuzie. Tale accostamento tra il santo e le disfunzioni vocali fu forse favorita, o sancita, dal termine patois per “parlare”, predji o predzi, che richiama evidentemente il termine Préject. Le culte de Saint Préject est très populaire dans la Vallée de Challand, commentò nel 1928 l'abate Louis Bonin, nella sua guida dedicata alla Valle di Challand. (…) On l’invoque pour délier la langue des enfants au développement lent et tardif. On y porte bénir l’enfant malade en offrant un coq. Nel 1929, l'Abbé Joseph-Marie Henry scrisse a sua volta: (...) La voix populaire en a fait saint Predzet. Ce mot, traduit littéralement, veut dire saint Parler. La chapelle de Saint-Preject se trouve au village de Targnod sur Challand-Saint-Victor. Cette chapelle, aussi antique que le culte voué au Saint, est bâtie sur une roche où l'on peut voir encore actuellement comme l'empreinte d'un pied. On y porte de tous côtés les enfants qui balbutient ou qui tardent à parler. L'antique chapelle, tombant de vétusté, fut rebâtie entièrement en 1501.
Secondo Henry, le fameux martyrologe gréco-valdôtain de Brusson qui date du 10e siècle precisava che la festa di Saint Preject, martire, era fissata per il 24 gennaio, Januarii D.VIII Sancti Prejecti martyris. Il culto si sarebbe inizialmente focalizzato proprio a Targnod, espandendosi poi nel resto della Valle d'Aosta.
Nel 1867 l’intera zona di Challand-Saint-Victor fu colpita dal ritorno del colera, che nel paese uccise settantadue persone entro i primi giorni di agosto, come ricordò, nel 1870, il medico Alliod nell’opera L’épidémie de 1867 dans la Vallée d’Aoste. Entro settembre, quando il nefasto fenomeno cominciò a rifluire, erano morte 76 persone nel solo Comune, contro 79 ad Arnad e 55 a Montjovet.
Targnod, secondo l’abate Louis Bonin, nel 1928 ospitava un gracieux restaurant tenu par Bonin François. Una cartolina raccolta da Fabio Courmoz nella bella opera Una cartolina da Challant, risalente ai primi anni del Novecento, ne ritrae la strada e le prime case, ad opera dell’editore Denina; la quota del paese è stimata in 740 metri. Una seconda cartolina del medesimo editore ritrae invece la Casa Chouquer, sempre a Targnod; una terza, del medesimo periodo ed editore, mostra S. Preyet, al cui fianco meridionale sorge un albero superiore per altezza al tetto. Sempre Courmoz (pagina LIII) riporta quindi un’immagine edita successivamente al 1940 dalla torinese SACAT, ove l’albero appare nettamente ridimensionato; la diversa prospettiva permette di veder meglio la strada asfaltata, bordata sul lato orientale da piccoli paracarri e percorsa da motorette del tipo Vespa.