Importante stazione sciistica in inverno, Antagnod sorge a circa 1694-1700 metri (N45 49.004 E7 41.374) nella conca sottostante il monte Zerbion che la domina: è situata infatti ai suoi piedi, sul lato inferiore della dorsale che dallo Zerbion continua verso i due Tournalin a separare Ayas dalla Valtournanche.
Vi si può arrivare dal fondovalle o da Champoluc stessa, attraverso i numerosi ed assolati villaggi di mezza costa, Champlan, Pallenc, Palouettaz, Magneaz e Bisous: è sufficiente prendere la SR5 che sale al termine della cosiddetta Passeggiata della Luna, appena sopra la pizzeria Churen. La strada regionale in questione è particolarmente panoramica, soprattutto se percorsa a piedi o in bicicletta, oltre che di sera: in corrispondenza degli impianti per i 2306 metri del Pian Pera, posti sul lato destro della regionale per chi sale da Champoluc, essa acquista il nome di Route Emile Chanoux. In alternativa, si raggiunge il paese via Lignod. Antagnod sorge in buona parte lungo il pendio, con il nucleo più antico al centro. Si tratta di un abitato molto caratteristico ed alla moda sia nella stagione estiva che in quella invernale, circondato da boschi e pascoli digradanti verso il fondovalle.
La panoramica offerta da Antagnod - che si può godere dalla bella Villa Rivetti, sede comunale - è splendida, perché permette di dominare l'intera vallata, dal monte Zerbion fino ai lontani ghiacci della testata settentrionale; scorgiamo il Vieux Crest, la valletta di Mascognaz e buona parte delle elevazioni della costiera della Testa Grigia. Da non dimenticare la vicina e tranquilla Lignod, altro panoramicissimo e soleggiato borgo a mezza quota nell'alta Ayas. Proprio tale virtù panoramica venne immortalata in un film del 1941, oggi raro e dimenticato: si trattava de La fuggitiva, di Piero Ballerini, che cita (per lettera) la località con il toponimo di fantasia di Antognò.
Nell'agosto 2015, infine, Varasc.it ha recensito un volume fotografico specificamente dedicato a questa comunità.
Antagnod. Un percorso invernale
Durante l'inverno 2010 si è proposta la nuova Traccia 2, segnalata in rosso e dedicata agli escursionisti con ciaspole. Il percorso sale da Barmasc a Mascognaz con difficoltà M, via Antagnod. Essa è indicata al Ponte Amponey (località Varasc, a sud di Champoluc) con tempistica di 45 minuti per Mascognaz e di un'ora per Barmasc, nonché alle Ville Rivetti di Antagnod.
Antagnod. Visita al paese
Salendo da Champoluc, superando gli impianti situati a 1734 metri, si scende in un rettilineo che ci ammette al paese. All'altezza dell'hotel Santa San un bivio offre l'opportunità di continuare lungo la Chanoux oppure di svoltare a destra, in lieve salita lungo la Route Barmasc, alla volta del Maire, delle scuole elementari con relativo parcheggio sovrastante la chiesa parrocchiale, ed infine della località di Barmasc (1896 metri circa). Tornando brevemente sui nostri passi, scendendo in Route Chanoux, la seguiamo alla volta del centro di Antagnod - cui si può comunque accedere dalla discesa prospiciente le elementari, peraltro in posizione panoramica. Si supera la segreta Route Valoilles, stradina sulla sinistra che porta ad un quartiere residenziale, arrivando in pochi minuti davanti al civico 10 che ospita le Poste, l'ambulatorio medico e l'Azienda di soggiorno: dall'altro lato della strada ecco un ennesimo punto estremamente panoramico, purtroppo adibito a parcheggio. Sempre avanti, la strada diviene Rue Pasquier, in corrispondenza del negozio Sport 4 sulla sinistra e soprattutto dell'antica Maison Fournier.
Antagnod. Vestigia storiche
L'antico abitato di Antagnod è ricco di curiosità e tesori architettonici; antichissima è la sua storia, come illustrato nel sunto archeologico della Val d'Ayas e nelle fonti testamentarie. Ulteriori spunti inerenti a questo villaggio, relativi all'epoca contemporanea, sono disponibili da fine novembre 2011 nella sezione Il primo turismo. Gli albori della tradizione alberghiera della Val d'Ayas attraverso le veline editoriali; nel mese di dicembre 2011 è stata pubblicata una nuova sezione, intitolata Giuseppe Saragat. Il Presidente della Repubblica che amava Ayas, volta a ricordare i lunghi soggiorni di una così alta carica dello Stato ad Antagnod.
Il canonico Pierre-Etienne Duc nella sua opera La prévôté et la paroisse de Saint-Gilles Abbé à Verrès, pubblicata nel 1873 ad Ivrea presso l'Imprimerie du séminaire, scrisse: Dans un acte de reconnaissance, passé le 15 janvier 1440, en faveur du chapelain de St-Michel à l'église de Challant, on voit que l'église de St-Martin d'Ayas était déjà au hameau d'Antagnod, en effet le dit acte fut écrit in stabulis domus Curae Sancti Martini apud Agatium in villa de Antagno. Primitivement dédiée à S. Pierre, l'église d'Ayas se trouvait une lieue plus haut, au village de Magnéa.
Nel 1899, l'abbé Amé Gorret e Giovanni Varale descrissero Antagnod nell'opera Guida illustrata della Valle di Challant o d'Ayas. Capoluogo del comune, giace lontano dalla rotabile sul fianco destro della valle, in posizione aprica e veramente incantevole. La mulattiera, che in poco più di un'ora conduce a questa frazione, si stacca dalla carreggiabile all'uscita di Estrepiera e attraversa il torrente su di un ponte di legno, per elevarsi in risvolti fino ai piedi della foresta, ove si raggiunge la strada di St-Vincent ad Ayas. (...) Sarebbe desiderabile che ad Antagnod, grosso villaggio situato, come si è detto, in bellissima posizione, vi fossero case civili da darsi in affitto ai villeggianti. L'abitato è invece tutto un tortuoso dedalo di casupole, di anditi e chiassuoli, intersecati da fosse di letamai; ciò nonostante, il villaggio è, nell'insieme, assai pittoresco e caratteristico. In estate si potrebbe trarre utile partito dei locali del vasto asilo Dandrés, dandoli in affitto ai forestieri, durante i mesi in cui esso rimane chiuso. Antagnod non ha, a dir vero, alberghi, ma vi sono alcune cantine, tra cui principale e assai linda ed a modo quella all'insegna dell'Orso, condotta dal bravo Rollandin, un tipo simpatico e bonario, dalla folta barba, sempre disposto a mettersi in quattro, per servirvi una modesta refezione ed, all'occorrenza, prepararvi un buon letto.
Il centro di Antagnod ospita infatti, in corrispondenza dell'inizio della salita gradinata al Paese Vecchio ed alla chiesa, una grande abitazione a più piani che oggi è sede del punto di vendita artigianale IVAT. Si tratta dell'antica "Casa degli Challant", probabilmente di proprietà del loro mandatario locale e forse addirittura antica casaforte, inclusa sin dal 1927 nel novero dei Monumenti nazionali. Nella sua lunga storia l'imponente abitazione, in precedenza Maison Fournier, divenne anche la Locanda del Centro prima d'essere acquistata dalla Regione Valle d'Aosta; l'Abate Gorret definì questo locale (...) "une mauvaise petite cantine à l'einseigne de l'Ours". Oltre all'ampiezza dei vecchi muri si può notare subito un altro particolare interessante: sotto l'alta balconata in legno della casa si trova un'antica zampa d'orso impagliata, prova tangibile del fondamento della leggenda dell'ultimo orso della Valle, che anticamente dava il nome all'abitazione, definita "Auberge de l'Ours". Si narra che l'animale fu ucciso a mani nude dal prode Brunod, detto Lo Rey, nel 1782; questi ne appese le zampe in casa sua, a Champlan, e successivamente una finì ad Antagnod; la leggenda è ripresa da molti autori, tra cui Renato Willien, nell'ottima Nouveau Guide de la Vallée d'Aoste (1968).
Sempre riguardo l'affascinante Maison, una finestra sulla sinistra reca la scritta Thomas Merlet 1597, che tuttavia non rappresenta la data di edificazione. Se ne conosce l'esistenza già nel 1449, nell'ambito dello scontro tra i "ribelli" Caterina di Challant e Pietro d'Introd ed il Duca di Savoia. Si racconta difatti che nel giugno di quell'anno un messo ducale rischiò la lapidazione attendendo Giovanni du Ras, il castellano locale, proprio davanti a questa casa. Ma il castellano, fedele ai nobili ribelli, si guardò bene dall'apparire e il messo, tale Girod, dovette cedere e fuggire per mettersi in salvo. Sul lato sinistro della massiccia costruzione sale Rue de l'Eglise, caratteristica stradina annunciata da due grandi lavatoi.
Da qui, è bene ricordarlo, partono i sentieri 2A per il colle Pillonet e Chamois, 2 per Barmasc, per il Pian delle Dame ed il monte Zerbion, 5 per il Ru Cortot, oltre all'itinerario 105 per il Colle Portola. La stradina, in forte pendenza, è attraversata perpendicolarmente da Rue Tiquit: all'angolo formatosi, sulla destra per chi sale, si trova la piccola ma fornita Bibliotheque di Antagnod. Il Paese Vecchio di Antagnod, in cui ormai ci troviamo, è particolarmente ammirevole. Costruito in forte pendenza, vede tutte le sue abitazioni ravvicinate e disposte su vari livelli, fino alla piazzetta della chiesa di San Martino: al suo fianco è un piccolo cimitero di montagna, che gode anch'esso di un panorama incredibile sulla bella valle sottostante. Arriviamo quindi in Place Dandrès, dedicata al parroco di Ayas dal 1817 al 1866, ove sorge la chiesa: sulla sinistra, prima ancora, diparte la breve salita per il municipio. Notiamo una abitazione gialla di due piani oltre al pianterreno, la cui facciata ci annuncia essere sede del "Convitto Dandrès-Rivetti", risalente al 1836: colpisce un affresco dall'iscrizione "Talivm est enim Regnum Dei", affiancato dal busto del commendatore Giuseppe Rivetti che, nel 1954, riaprì il Convitto. Sulla destra, infine, ecco la chiesa, posta esattamente a 1769 metri di quota. Alla sua destra è l'ingresso per il piccolo cimitero, unito all'angolo dell'edificio sacro dal monumento "ai combattenti di tutte le guerre", 1915-18 e 1918-1947. A sinistra del cancelletto, una scritta nera ben evidente: "Je suis la resurrection qui croit en moi fut il mort vivrà et quiconcque vit et croi en moi ne morra jamais". All'interno del camposanto troviamo la cappella dei Penitenti, di fine Quattrocento, la cui chiave di volta reca ancora lo stemma della casata Challant. L'ampia facciata della chiesa reca una meridiana in alto a destra, mentre sulla lunetta soprastante la porta troviamo un affresco del 1779 raffigurante San Martino, vescovo di Tours e patrono della chiesa di Antagnod, nel celebre atto di tagliare il proprio manto in favore del povero supplicante, in basso alla sua destra.
Il portone d'ingresso è in legno di noce, con alcune scene della vita del santo, risalente al 1839: la stessa data è incisa sull'architrave. La parrocchia nacque all'epoca del vescovo Arnolfo I, verso l'anno 585. Quel che è certo è che nel 1176, la Bolla di Alessandro III la riporta come dipendente dal vescovo, mentre un altro documento del 1440 la ricorda con precisione. Nel 1433 il vescovo Moriset cedette la chiesa di Antagnod e quella di Montjovet a Verrès, mentre nello stesso anno Caterina di Challant permise generose ristrutturazioni all'edificio di Antagnod, per assicurarsi la simpatia del popolo. La chiesa, a pianta rettangolare, attualmente è strutturata su tre navate con colonne monolitiche in pietra verde locale e volte a padiglione: si tratta di un aspetto risalente all'800, opera dell'attivissimo parroco Dandrès, che invitò il vescovo di Aosta (monsignor Jourdain) a consacrare nuovamente la chiesa il 23 ottobre 1852. Questa chiesa venne più volte ricostruita ed ampliata, nei secoli.
L'edificio originario vantava tre navate separate da grandi pilastri, absidi poligonali, un portale centrale ed una facciata caratterizzata da ampie finestre; risaliva probabilmente del XV secolo, è ormai scomparso - ad eccezione dei muri perimetrali e del presbiterio. Quest'ultimo venne sopraelevato inizialmente nel 1600 e quindi nel 1700, per contenere l'altare maggiore. Si tratta di un'opera di grande pregio e magnificenza, interamente dorato e riccamente intagliato, consacrato nel 1716 e costruito dai valsesiani Gilardi e Minaldi dal 1700 al 1713. Secondo Monsignor Brunod, tuttavia, solo la zona inferiore e superiore sono loro opera, mentre la parte centrale è addirittura seicentesca, ed ospita cinque statue del '400. L'altare maggiore venne ristrutturato nel 1956, e tuttavia nel 1528 la chiesa di San Martino ospitava ben 12 altari, non tutti consacrati. Oggi ne conta sei laterali: sulla sinistra abbiamo l'altare di Sant'Antonio, l'altare del Rosario (XIX sec.) e quello della SS. Trinità, risalente al 1600. Sulla destra troviamo invece l'altare di Sant'Anselmo e quello di San Giuseppe (risalenti al XIX sec.), oltre all'altare dedicato al culto della Madonna Nera di Oropa, del '600, cui sono tributati alcuni miracoli in zona; veniva chiamata "Notre-Dame Miraculeuse" e merita un'attenzione particolare. Reca infatti una statua che risalirebbe alla seconda metà del Trecento, oggetto di una recente scoperta ad opera delle studiose Alina Piazza ed Rosella Obert, che ha destato scalpore. La statua era in realtà una Sedes Sapientiae, ovvero una Madonna assisa sul trono che regge il Bambino sul ginocchio sinistro. Ma la vera scoperta è questa: la statua è in realtà una preziosa e rarissima Vierge Ouvrante, che si apre longitudinalmente, nascondendo un "Tronus Gloriae", Dio Padre che regge il Crocifisso con, sopra, la colomba dello Spirito Santo. Nel 1745 però queste statue vennero condannate alla distruzione perché potevano fuorviare i semplici con l'idea che tutta la Santa Trinità fosse incarnata nella Madonna; ne restano solo una quarantina in tutto il mondo.
La Vierge Ouvrante di Antagnod mostra anche due piccoli angeli che, dalle antine, si chinano verso la raffigurazione della Trinità. Perfino i cardini sono originali e perfettamente funzionanti. Tutti questi particolari rimasero nascosti per secoli a causa del vestiario che ornava la statua. Nel 1561 una certa Jeanne Boch, imputata per stregoneria, rivelò di aver posto il suo bambino, nato morto, al cospetto di questa Madonna. Si vede dunque come la statua fosse protagonista dell'antica cerimonia del répit, in cui i bambini nati morti venivano portati al cospetto di alcune statue per poter rivivere ed essere quantomeno battezzati. Il campanile di San Martino, nella parte inferiore, è quattrocentesco. Nel 1857 venne rialzato di dieci metri dal parroco Dandrès, con una edicola sommitale di forma ottagonale, sostenuta da colonne, contenente una statua della Madonna di ben due metri e mezzo. Nel 1862 vennero fuse le campane, nel 1912 fu installato l'orologio, mentre nel 1968 il campanile fu completamente restaurato dalla Soprintendenza. Particolarmente notevole, infine, è la cantoria che sovrasta l'ingresso, decorata con teste lignee. Il pavimento, attualmente di pietra, sostituisce dalla fine degli anni Cinquanta il precedente pavimento di legno.
Le vetrate della chiesa risalgono all'inizio del XX secolo, mentre l'organo Vegezzi-Bossi è del 1912. La chiesa di Antagnod divenne dipendente da Aosta a partire dal 1781. Nel paese troviamo infine la cappella della villa Rivetti, dedicata a san Giuseppe di proprietà del Comune di Ayas. Venne ordinata dalla signora Rosetta Rivetti Squindo nel 1951 e benedetta da Monsignor Blanchet, il 27 settembre dello stesso anno.
Tornando all'altezza della Maison Fournier, attraversando via Pasquier, si discende in Chemin Veret: pochi passi e si giunge tra antiche case dalla caratteristica architettura alpina, con alla sinistra la brasserie Le Cadrain Solaire. Continuando nello stretto vicolo passiamo accanto al locale, risalendo per Rue de la Laiterie che s'immette nuovamente nella ben più trafficata Rue Pasquier: dal punto ove le due strade si toccano, notiamo una magnifica vista sui lontani Gemelli, il Castore ed il Polluce. Prendendo la via del ritorno verso Champoluc, pochi metri più avanti sulla destra della strada, ammiriamo la facciata del ristorante-pizzeria Kraemer Thal, decorata con immagini di muli e conducenti in onore dell'antica epopea dei mercanti Walser che traversarono queste valli. Concludiamo così la nostra breve visita ad Antagnod, magnifico e solatio borgo che pure avrebbe molto di più da farci scoprire. Per concludere, ricordiamo la recente visita pastorale del vescovo di Aosta, Monsignor Giuseppe Anfossi, alla parrocchia di San Martino, tenutasi tra il 22 ed il 26 aprile 2009.