Il Monte Castore: colossale e raffinata montagna dalla lunga e sinuosa cresta, la cui vetta di 4221 metri svetta sulla testata settentrionale dell'alta Val d'Ayas, al confine con la Confederazione Elvetica, protetto a sud dalla Punta Perazzi ed a sua volta inserita in una prestigiosa serie di "4000" (il Breithorn Occidentale, gli Orientali, la Roccia Nera, il Polluce, i Lyskamm) che collega idealmente il Cervino al massiccio del Monte Rosa. Lo scibile dedicato a questa vetta è vasto, sia dalla via normale di sudest che dalla Parete Occidentale, cui è dedicata questa pagina; Varasc.it, del resto, ha raggiunto la cima del Castore nel 2004, nel 2007, nel 2008, nel 2010 realizzandone per la prima volta la traversata integrale da ovest a sudest, nel 2011 e di nuovo nel 2013, realizzandone per la seconda volta la traversata integrale. Una nuova traversata è stata invece compiuta nel luglio 2016.
Questa salita si avvale dell'appoggio di ben tre rifugi: da un lato, i rifugi Ottorino Mezzalama e Guide d'Ayas al Lambronecca, dall'altro il Quintino Sella al Felik. In caso di emergenza, le cordate che si trovassero ancora alla base della parete ovest possono raggiungere anche il Bivacco Rossi e Volante, situato tuttavia al disotto della Roccia Nera e dunque ad una certa distanza.
Si tratta naturalmente di una salita alpinistica, che richiede attrezzatura ed allenamento differenti dalla normale attività escursionistica; corda, piccozza e ramponi sono indispensabili, così come vestiario adatto all'avvicinamento ancora notturno ed alla pressoché costante presenza di forte vento in quota. Occorre vagliare accuratamente le condizioni meteo e la forza del vento, nonché la situazione dei crepacci nel tratto immediatamente soprastante il Guide d'Ayas al Lambronecca. E' inoltre necessario tener presente la presenza, e l'ampiezza sempre mutevole, della grande crepaccia terminale collocata sulla parete ovest del Castore. Si consiglia, vista l'ampiezza della parete che garantisce ottima visibilità, di esaminare la posizione della traccia durante l'avvicinamento al Rifugio delle Guide d'Ayas.
Parete Ovest del Castore. Caratteristiche, difficoltà, esposizione e dislivelli
Il dislivello comportato è di 1212 metri dal Rifugio Mezzalama e di 827 dal Guide d'Ayas al Lambronecca, di 636 dal Quintino Sella. A questi valori, ovviamente, devono essere aggiunti i dislivelli dai 1689 metri di Saint Jacques. La tempistica di salita, per chi compie la traversata nel senso usuale (ovest-est), è di circa 2.30 ore dal Rifugio Guide d'Ayas. Una volta in vetta, in circa 2 ore si raggiunge il Quintino Sella; le condizioni meteo e l'affollamento, così come il vento in quota, possono pesantemente influire su tali tempistiche, che dunque devono essere considerate meramente indicative. La difficoltà è stata valutata in PD+ da Giulio Berutto e Richard Goedeke, PD da Gino Buscaini; la via di discesa normale, lungo la cresta sudest, viene unanimamente valutata F. In base alle osservazioni relative all'ascensione del 05 settembre, la parete ovest si presenta ampia e fortemente inclinata (sui 45° con costante esposizione verso occidente), senza tuttavia mettere a dura prova un alpinista ben allenato e privo di vertigini o sensibilità all'esposizione. Fattori "aggravanti" della difficoltà percepita possono essere le dimensioni e la facilità di superamento della grande crepaccia terminale, la presenza di ghiaccio lungo la parete, l'assenza di traccia (problema, questo, solitamente non presente visto l'affollamento della via) e soprattutto l'uscita in vetta.
L'ultimo dettaglio è significativamente importante. Negli anni passati, l'uscita in vetta avveniva da sinistra verso destra, dalla cresta nordoccidentale verso la cima, richiedendo un ultimo tratto particolarmente inclinato tra l'anticima Nord (4200 circa) e la cima, nonché quindi un breve passaggio su cresta affilata. Nell'estate 2010 la traccia si è invece consolidata verso l'uscita dalla cresta sudoccidentale, vale a dire da destra verso sinistra rispetto alla vetta, offrendo un approccio meno ripido ed il riparo delle basse roccette ai piedi della cima (scuri micascisti e paragneiss). La traversata integrale, tra i rifugi Guide d'Ayas e Sella, richiede infine circa 3 km di percorso, che salgono a 29 da Saint Jacques alla vetta e dalla vetta alla Bettaforca, a Resy ed a Saint Jacques.
Parete Ovest. Avvicinamento e vetta
La partenza avviene, come premesso, dal Rifugio Guide d'Ayas al Lambronecca. Come nell'ambito delle salite al Monte Polluce ed alla Roccia Nera, si risale l'ampia e lievemente inclinata rampa glaciale immediatamente retrostante le nere rocce di Lambronecca, su cui sorge il rifugio, puntando indicativamente verso est-nordest alla volta del Colle di Verra o Zwillingsjoch e dello stesso Castore, facilmente visibile anche di notte grazie alla sua mole ed al candore dell'immenso scudo occidentale. La risalita di tale tratto, specialmente nottetempo, è alquanto delicata poiché impone di superare un'area estremamente crepacciata del Ghiacciaio di Verra; la traccia varia ad ogni stagione, anche se nell'estate 2010 è stata abilmente collocata sul lato settentrionale della grande rampa, richiedendo di superare un numero ridotto di crepacci ancora aperti.
A circa 3700 metri di quota si raggiunge il basamento della grande parete, in prossimità di un primo dosso dolcemente inclinato, da cui inizia la risalita. La posizione generica della traccia varia naturalmente di anno in anno, conservando però in linea di massima un andamento a zig-zag che sfrutta le caratteristiche stagionali di innevamento e pendenza della parete; la parte superiore oppone ancora la grande crepaccia terminale, stratificata e quasi sempre aperta, che nel settembre 2010 si risaliva sul lato sinistro (nord) mediante un esile e verticale ponticello nevoso. Al disopra della crepaccia, ormai in vista della vetta al culmine delle due erte creste sommitali, il pendio accentua la propria pendenza fino a raggiungere i 45° e più, imponendo quindi la già accennata scelta tra l'uscita in vetta sulla ristretta cresta nordoccidentale o, piegando brevemente sul lato sud della cima, dalla cresta sudovest, di fianco alle roccette che celano una lucida lapide scura in memoria di alcuni alpinisti, tra cui la Guida alpina della Valle del Lys Remo Passera, ivi scomparsa nel 1970. Nel settembre 2010 la svolta ai piedi della vetta, a quota 4200 metri, ha mostrato alcuni tratti interamente ghiacciati e dunque potenzialmente scivolosi, posti sul bordo superiore del ripido pendio soprastante la crepaccia terminale; vista la pendenza dell'area, la coordinazione tra le cordate in salita e discesa è, in simili casi, fondamentale.
Parete Ovest. Le alternative in discesa
Una discesa dalla parete ovest, naturalmente, non comporta maggiori difficoltà e problematiche rispetto alla salita appena intrapresa lungo la medesima via - se si eccettuano eventuali incroci con le cordate ancora impegnate nella risalita. Il superamento della crepaccia terminale, invece, richiederà maggiore attenzione e rapidità a tarda ora, quando il pendio sarà esposto da qualche tempo alla luce del sole; in ogni caso, si suggerisce di partire molto presto per approfittare di ore di tempo prima dell'alba. La discesa dalla via normale, lungo la cresta sudest, comporta invece una difficoltà molto minore, come descritto da Varasc.it negli anni 2004, 2007, 2008 ed infine 2010. Il solo tratto immediatamente sottostante la vetta si presenta lievemente ristretto, lasciando quindi il posto ad un'ampia e sinuosa, elegante cresta glaciale di rara bellezza e panoramicità, in grado di offrire forti emozioni. La traversata integrale del Castore integra infatti un netto cambio di ambiente e panorami tra la dimensione verticale della parete ovest e l'estensione sconfinata della ben più dolce cresta sudest, permettendo dunque la concatenazione dell'intera dorsale ed una "morbida" discesa, via Colle di Felik, agli ampi pianori che precedono il Rifugio Quintino Sella.
Nell'intero percorso, così come durante la prima parte della discesa dal Sella su tratto attrezzato, occorre naturalmente prestare la massima attenzione agli strappi di vento, alla posizione e velocità dei partners di cordata, al movimento delle altre cordate, al meteo ed all'orario (specialmente per chi conta di raggiungere la funivia che dal Colle della Bettaforca discende fino a Sant'Anna e Stafal).
La Parete Ovest nella letteratura specialistica
Questa via venne descritta da Buscaini nel celebre manuale Monte Rosa e Mischabel, che la definì (...) specialmente utilizzata in salita o discesa per la traversata del Castore. Egli aggiunse Il pendio nevoso è però abbastanza ripido, e in caso di forte innevamento o comunque di neve instabile sarà preferibile evitarlo, seguendo dal basso la cresta NO. La via di salita è illustrata dallo Schizzo 37, a pagina 205 de Monte Rosa. Ne Cervino - Matterhorn e Monte Rosa del 1996, Giulio Berutto commentò invece: Il versante O del Castore, percorso dalla via normale della Val d'Ayas, è costituito da un pendio ampio e abbastanza inclinato, di circa 400 m di dislivello, sul quale le condizioni della neve hanno un ruolo molto importante: se lo strato è ancora abbondante e instabile, si deve rinunciare alla gita per il pericolo di valanghe, quando invece affiora il ghiaccio vivo, la parte superiore richiede molta attenzione e le difficoltà aumentano (soprattutto in discesa). Classica è la traversata dai rif. Mezzalama-Guide della Val d'Ayas al rif. Q. Sella attraverso il Castore.
Richard Goedeke, nell'opera I 4000 delle Alpi, si limitò alle descrizioni "logistiche" della via, senza alcuna considerazione, soffermandosi maggiormente sulle vie settentrionali e sulla normale dal Colle di Felik. Mario Vannuccini ne I 4000 delle Alpi descrisse solamente la storia e la via di salita della normale, da sudest.
Traversata integrale del Castore, 04-05 settembre 2010. Note e tempistica
Accarezzata a lungo tempo, la traversata integrale del Castore è stata preceduta, nell'estate 2010, da un'interessante salita di studio al Balmenhorn ed alla Piramide Vincent nonché, su gentile proposta dell'amico gestore del Rifugio Mezzalama, alla Roccia Nera ed alla vicina Quota 4106.
Nonostante ciò, altre escursioni, saltuario maltempo e soprattutto un intenso lavoro di ricerca (il cui ambito verrà precisato in futuro in Varasc.it) avevano sempre imposto di rimandare questa complessa ascensione, per la quale ero stato comunque contattato da più persone. Alla fine, impegni di lavoro ed assenze dovute a ferie ed urgenze familiari avrebbero limitato la cordata al sottoscritto ed all'amica Manuela, ingegnere e socia del CAI genovese.
Partiti alle 13.30 di sabato 04 settembre da Saint Jacques, con bel tempo, abbiamo raggiunto alle 17.00 il Rifugio Mezzalama, ripartendone alle 17.45 e toccando 50 minuti più tardi il Guide d'Ayas. Comodamente ospitati nella stanza 7, dopo un'ottima cena al secondo turno delle ore 20.00, abbiamo chiesto e gentilmente ottenuto di poter fare colazione prima dell'orario prestabilito, che partiva dalle ore 5.00. Il giorno successivo, svegliati alle 3.50, siamo partiti alle 5.10, incontrando qualche difficoltà nell'identificare la traccia migliore nel dedalo di crepacci ed impronte a monte del rifugio, vista l'oscurità; la vera partenza è avvenuta solo alle ore 5.20, impostando un passo veloce che ci ha permesso, con qualche pausa fotografica e malgrado il forte vento, di giungere in vetta alle ore 7.42. La maggiore attenzione è stata richiesta dal velocissimo valico della grande crepaccia, poco dopo aver riposto le frontali ed a circa 4100 metri di quota; le condizioni della traccia, ben livellata e sempre profondamente battuta, non hanno peraltro mai richiesto grande fatica, visto l'ottimo allenamento acquisito nelle vacanze appena trascorse. Abbiamo potuto ammirare la vecchia via d'uscita lungo la cresta nordovest, incontrando alcuni tratti di ghiaccio vivo e vecchio a poca distanza dalla cima, mentre la traccia virava sull'alto pendio meridionale, risalendo quindi ai piedi delle frastagliate rocce scure che culminano nella stretta e nevosa vetta del Castore. Pochi istanti di gioia e trionfo, subito ridotti a più miti consigli dalla gelida forza del vento proveniente da nord, e via lungo la cresta normale sudorientale, la corda ben tesa e vibrante nell'aria; solo molto più avanti, nei pressi del Colle di Felik, abbiamo incontrato le prime e coloratissime cordate in salita dal Sella, proseguendo ormai da soli sul Ghiacciaio di Felik. Le condizioni del manto glaciale sono rapidamente deteriorate, aprendosi in nervosi crepacci e piccole fratture sporche, fino a ridursi ad un ben misero nevaio nei pressi del Rifugio Quintino Sella, dove siamo arrivati alle 8.45; qui, il giorno dopo la ricorrenza dei 125 anni, fervevano i preparativi per la chiusura invernale.
Ripartiti alle 9.30 abbiamo notato la nuova segnaletica lungo il sentiero 9, dal tratto attrezzato fino al Colle di Bettaforca, ove siamo giunti alle 12.00; ripartiti alle 12.20 dopo una pausa nel bar delle funivie abbiamo guadagnato Resy alle 14.00 e Saint Jacques alle 15.10, dedicando molto tempo alla raccolta di ottimi lamponi presenti sul percorso. L'escursione, nel complesso, si è rivelata altamente soddisfacente e gratificante, la parte alpinistica intensa ed emozionante ma (in modo del tutto soggettivo) non difficile né percepita come "rischiosa". La compagnia dell'amica Manuela, sia durante il tempo trascorso al Guide d'Ayas che nella salita e lungo l'interminabile discesa, è stata fondamentale e molto apprezzabile, piacevole e culturalmente stimolante. La traversata al Castore segna la percorrenza di una nuova via di salita nei confronti di una montagna particolarmente amata dall'autore di questo sito, dopo svariate ascensioni dalla via normale; resta il desiderio di percorrere nuovamente l'intera ed aerea traversata, possibilmente in modo da provare anche l'uscita in vetta sulla cresta nordoccidentale.