Situata in Val d'Ayas, di cui ne è anche il maggior centro abitato, Champoluc è una piccola cittadina di montagna. Sorge a quasi 1600 metri sul livello del mare (1553, per la precisione, N45 49.912 E7 43.553 in piazza della chiesa) e si trova ai piedi di grandi montagne: i Quattromila del confine elvetico, il boscoso monte Crest e la rocciosa sagoma della Testa Grigia, il triangolare monte Zerbion che chiude la vallata verso sud.
La sua storia ed il suo sviluppo, vissuti in prima persona da generazioni di turisti e soprattutto di affezionati villeggianti, narrano la vicenda contemporanea dell'alta Ayas dal dopoguerra al "boom" turistico, fino ad oggi. Dal 1905, anno in cui aprì il suo primo hotel (Il Breithorn, recentemente rinnovato) Champoluc ha rivelato la sua vocazione turistica, proponendosi come centro di villeggiatura sia nel periodo estivo - mediante i moltissimi sentieri e la stessa funivia per il monte Crest, che partono dal paese - sia durante l’inverno, grazie agli impianti di risalita ed alle piste di fondo. A tal proposito, si segnala che ulteriori spunti inerenti a Champoluc, relativi all'epoca contemporanea, sono disponibili nella sezione Il primo turismo. Gli albori della tradizione alberghiera della Val d'Ayas attraverso le veline editoriali.
La cittadina è servita infatti dalle funivie per il monte Crest (N45 50.203 E7 43.866, stazione a valle), da cui poi continua la seggiovia per l'alpe Ostafa, nonché dalla nuova funicolare del Frachey, inaugurata il 5 marzo 2010; circondata da boschi e pinete, è attraversata dal torrente Evançon. I servizi di guardia medica e farmacia sono garantiti, così come i trasporti pubblici fino a Verrès e perfino un piccolo servizio taxi locale in jeep. Particolarmente notevole, per chi non conoscesse già Champoluc, è il cosiddetto Paese vecchio che si incontra immediatamente in centro, risalendo oltre l’albergo Favre verso i primi tornanti della strada per Antagnod. Vi si incontrano antichi rascard restaurati, strette viuzze di montagna, balconi e tettoie in legno, “funghi” di pietra a sostenere i vecchi fienili, affreschi d’arte sacra. Tra le bellezze da ammirare direttamente a Champoluc citiamo la Cascata, raggiungibile tramite la strada (Rue l'Ostorion) in salita che parte appena prima della Azienda di Soggiorno, sulla sinistra del torrente. Sempre in centro sorge anche la chiesa di Sant’Anna, costruita tra il 1965 ed il 1966 da Mario Roggero e consacrata il 30 agosto 1970 da Monsignor Ovidio Lari, vescovo di Aosta: una moderna struttura ampia e capace per accogliere il flusso di fedeli dei periodi turistici, in cemento.
Alla sua sinistra si trova invece la precedente chiesa, attualmente adibita a cinema anche se molto più antica: nel 1715 venne demolita la vecchia cappella risalente al 1659, ricostruendola con tanto di campanile, mentre nel 1718 divenne rettoria e, dal 1770, scuola. A causa delle pessime condizioni in cui venne a versare fu successivamente interdetta e solo l’opera del celebre parroco Dandrès, nel 1836, riportò in auge la chiesetta di Sant’Anna. Nel 1946 divenne indipendente dalla parrocchia di Antagnod; le sei campane di questo edificio sacro risalgono dal 1579, per la più antica, al 1962 per la più recente. Tra Champoluc e Pilaz, a sud del paese principale, si trova in posizione panoramica la cappella della Madonna di Salus Infirmorum, costruita secondo Monsignor Edoardo Brunod dalla famiglia Obert - Barbie di Pilaz nell'anno 1878 e successivamente restaurata.
Nel 1904, il paese venne citato in un prestigioso volume, oggi molto raro. Champoluc (1570 m.) è una importante frazione di Ayas al centro di un pittoresco e sorridente bacino ove fa capo la strada carreggiabile della valle; scendono a Champoluc i rivi dei valloni di Mascognaz e di Cunéaz, coronati dalle punte Bussola, Corno del Vitello, Testa Grigia o Greno, Roth-Horn, Monte Sareza. (...) In Champoluc gli alpinisti trovano cordiale ospitalità dalla compiacenza del Rettore Don Novallet, il quale mette a disposizione degli escursionisti qualche letto.
Nel 1929, la bella opera dell'Abbé Joseph-Marie Henry citò Champoluc:(...) Les braves et religieux habitants de la haute vallée d'Ayas fondèrent une autre chapelle avec rectorie à Champolluc. La fondazione avvenne il 15 maggio 1718 ad opera degli abitanti diChampolluc, Allemands, Rovinal et Cuneaz, i quali vollero votare la nuova chiesa a Sant'Anna, offrendo una pension annuelle de 300 francs. Dopo aver chiesto al vescovo il permesso di scegliere in modo autonomo il rettore, tra i quattro villaggi principali dell'alta valle, nominarono come primo sacerdote Michel Favre, curato di Cuneaz; il vescovo di Aosta, il 16 maggio del medesimo anno, approvò point par point cette fondation. Henry concluse il breve capitolo dedicato a Champoluc in modo beneaugurante e profetico:(...) Champolluc, situé dans une position magnifique au centre de la haute vallée d'Ayas, et peuplé de nombreux hôtels, est appelé à un brillant avenir: il semble destiné à être, tôt ou tard, érigé en paroisse.
Nel 1896, Giovanni Bobba e Luigi Vaccarone descrissero il paese di Champoluc - m. 1570 - cantina e accensa- Frazione d'Ayaz, centro di quella ridentissima vallata, allo sbocco dei valloni di Mascogna e di Cuneaz per i quali si transita nella Valle di Gressoney.
Nel 1899, l'abbé Amé Gorret e Giovanni Varale descrissero Champoluc nell'opera Guida illustrata della Valle di Challant o d'Ayas. La strada carreggiabile cessa a Champoluc, ciò che costituisce un grave inconveniente. Essa dovrebbe almeno prolungarsi sino a St-Jacques, ma assurdi pretesti e gelose rivalità vicinali ne hanno ostacolato il proseguimento, colla pretesa accampata dalle singole borgate di voler essere dotate anzitutto delle rispettive strade d'accesso. (...) Ivi, mancando alberghi e cantine, il forestiero può trovare ristoro e cortese ospitalità presso il rettore o cappellano locale don Novallet, persona colta e assai garbata e gentile.
Il "Pratone" in località Varasc chiude il paese verso Periasc, mentre le lunghe ed ombrose distese del Frachey chiudono Champoluc in direzione di St.Jacques e del ghiacciaio. Per quanto concerne il suddetto "Pratone" Varasc, si ricorda la controversia - esplosa nell'estate 2007 e più volte tornata in auge negli anni seguenti - inerente alla sua eventuale conversione, per quanto parziale, in parcheggio per i camper. La situazione è rimasta fortunatamente immutata, perlomeno fino al 2013; si auspica ovviamente che un simile scempio non debba mai avere luogo.