Privacy Policy


Varasc
   
Collabora con Varasc.it

Colle di Dondeuil. Torre di Bonod

Collocato nella bassa Val d’Ayas sul confine con la Valle del Lys, il Colle Dondeuil o Passo di Munes è alto 2338 metri e si trova a sud della Becca Torché (3016) e immediatamente a nord del massiccio e più vicino Corno del Lago (2747), in un ambiente che dai dolci pascoli del vallone sottostante diviene sempre più severo fino alla rocciosa sella sommitale. Visto da lontano, specialmente da oriente, ha la forma di una perfetta, piccola mezzaluna.

Secondo Mario Aldrovandi, un altro toponimo riferito a questo valico e molto comune sia in Valle d'Aosta che nelle Prealpi Biellesi era Colle della Finestra; altro toponimo, riportato da Michele Musso nelle pagine della rivista Augusta, era Mühnuvurku. Era anche noto come Col de Chalan e, sempre a Issime, Mühnu Vurku (fonte: Augusta 2014, pp. 30-31), nella Carta Topographica in misura del Ducato d'Aosta (1755-1757).

Questo valico mette difatti in comunicazione il vallone omonimo, percorso dal torrente Roesa, con il vallone di Scheity o San Grato sul lato orientale, percorso dal torrente Valbona e degradante fino ai 953 metri di Issime. Sul lato ayassino, il Vallone di Dondeuil è profondo circa sei chilometri e si presenta aperto, soleggiato, tra boschi e pascoli, con molti alpeggi ricchi d’acqua. La sua risalita richiede 4.30-5.00 ore da Isollaz ed è classificabile come E, con l’unica complicazione della lunghezza del percorso, che fino a Dondeuil è oltretutto ciclabile. In alternativa, si possono esplorare le suggestive ed antiche mulattiere del basso Vallone di Dondeuil; nell'estate 2011 il valico è apparso segnalato da un nuovo ometto piramidale, adorno di nove paline gialle della segnaletica e di un segnavia riportante il nome e la quota del colle. Tale ometto è stato ritrovato anche nel giugno 2017.

Salita al Colle Dondeuil

La partenza avviene dunque ai 658 metri di Isollaz, frazione di Challand-Saint-Victor celebre per la sua cascata: il dislivello complessivo è di 1680 metri, anche se è possibile lasciare l’automobile più in alto lungo la bella carrabile asfaltata che ci accompagna fin quasi al colle, fino ad un cartello che ne impedisce il proseguimento ai veicoli non autorizzati (nei paraggi del cartello non c’è possibilità di parcheggiare). Si prosegue tra ameni castagneti e ciliegi verso i 1053 metri di Valfreche tra boschi ed aperture panoramiche sul fondovalle e sul lontano Flambeau d’Arla sottostante ai 1420 metri del Mont de Ros. La strada risale dolcemente fino ad Ollion (1163 metri, rilievo GPS), una cappella, poche baite ed un lavatoio sulla sinistra della carrabile ed un alto ripetitore metallico sul lato antistante, posizionato su un terrazzamento che aumenta l’ampiezza della carreggiata. Qui arriva il primo tratto della antica mulattiera proveniente dal primo rettilineo successivo alla Torre di Bonod. Nel bosco che segue Ollion si incontra un bivio (1270 metri circa) con una evidente massicciata in pietra: a sinistra un vecchio ed illeggibile cartello, a destra si prosegue alla volta dei 1422 metri di Fontaney, dopo alcuni tornanti. 

Il borgo è diviso in due: le prime case che si incontrano sono ancora orientate verso il fondovalle ayassino, ad ovest, mentre il resto del paese (con pregevoli rascard e, ancora, una bella fontana) è situato sulla sinistra della carrabile dopo la curva che ci porta nel vallone di Dondeuil. Subito oltre il termine del l’abitato - al balcone della penultima casa troviamo uno sbiadito cartello marcato “Pro Natura Torino”- si imbocca la strada che sale, quella più a sinistra. La carrabile procede sempre più soleggiata ed aperta a sud, verso la Punta Granlà ed il Monte dell'Aquila, mantenendo sempre una dolce pendenza. Raggiungiamo quindi l’alpe Chalex (1780), un moderno alpeggio: qui troviamo una piccola lastra di pietra murata con la dicitura P. 1991. L., accompagnata da una targhetta di ottone dei produttori di Fontina. Chalex  regala una nuova fontana ed una magnifica vista sulla Becca Torché ad ENE. Seguono stupendi pascoli, magnifici in primavera, che portano a Dondeuil (1817), altro alpeggio con più costruzioni basse e raggruppate, ampio pannello fotovoltaico e lampioncini bene in vista: sulla casa principale si scorge una targa d’acciaio del 2002 con la dicitura “Concours Embellissons nos alpages, Commune de Challand Saint Victor, Alpage Dondeuil désot m.1815, premier prix”. Nell'estate 2011, la zona è apparsa profondamente modificata da lavori in corso, con impiego di mezzi pesanti; una bella ed ampia serra si trova subito accanto all'abitazione principale. 

E’ sufficiente prestare attenzione sulla destra dove il pendio decade bruscamente, protetto da muretti e basamenti, mentre la strada descrive una curva scendendo di qualche metro. Un breve tratto erboso tra due basse costruzioni fa passare nel bel mezzo dell’alpeggio; sulla costruzione a destra, quella più a sud, si notava fino al 2011 un’asse di legno con la sbiadita scritta gialla Col Dondeuil, antesignana delle molte che si incontreranno sotto al colle. In assenza di questa segnaletica, è sufficiente superare l'alpeggio a monte, verso il ben visibile valico ed accedendo ad un prato in salita: qui sono stati svolti evidenti lavori di protezione dalle frane. Sulla sinistra vi è una massicciata con grandi pietre smosse. Poco oltre si ritorna sulla strada, la quale passa infatti davanti all’abitazione principale, chiusa però da una sbarra metallica e da alcune rocce ornamentali. Si prosegue verso est tra conifere e pascoli panoramici, ormai in vista del colle: a 1900 metri circa si incontra l’ultimo alpeggio, il tramail di Dondeuil Superiore, anch’esso composto da più strutture, rinforzate ed inserite nei pendii per sfuggire a frane e valanghe. Qui il vallone si restringe nel suo ultimo gradino, tormentato da eventi idrogeologici e recentemente risistemato: si notano argini, massicciate simili a fortificazioni, piccoli canali nel terreno, ruscelli ben irreggimentati, sentieri. La carrabile compie un’ultima, ampia curva verso sinistra (nord) ritornando poi a destra, invisibile dall’alpeggio, al di sopra del quale termina lasciando il posto al sentiero. Segue subito un ampio pendio di roccette e rododendri, dove possono persistere tenacemente gli ultimi nevai primaverili: sin dall’inizio del percorso si scorgono facilmente uno, due, dieci segni gialli, tra frecce, pallini e pennellate astratte, in progressione. Sono i residui di una corsa tenutasi anni fa, francamente stupefacenti dopo la pressoché totale assenza di segnaletica da Isollaz a Dondeuil (escludendo i cartelli stradali blu con i nomi dei vari hameaux). Alle nostre spalle, in lontananza, i verdi prati di Chalex ed i boschi soprastanti risalgono verso la Becca omonima (2356); molto più in là il Bianco ed il Gran Combin. Il vallone di restringe tra gli ultimi macereti fino al colle, largo ormai pochi metri e guardato dai poderosi bastioni del Corno del Lago a destra e dalla lunga cresta meridionale della Becca Torché a sinistra (N). Un sentiero ben tracciato scende alla volta di Issime, verso gli alpeggi e la bella cappella di Munes. Il nuovo ometto, comparso nell'estate 2011, riporta indicazioni per i Piccoli Laghi (Siaua), sentiero 1A, 25 minuti, difficoltà E; per l'alpe Muni o Muhni, sentiero 1A, 55 minuti, E; per San Grato, 1.25 ore, sentiero 1, E; Issime (Eischeme), 2.35 ore, sentieri 1-GSW, E.

Colle Dondeuil. La tempistica

Per quanto concerne la tempistica, ecco i dati della salita di domenica 13 maggio 2007, effettuata da Varasc.it con tempo incerto ma non piovoso. Partiti da Ollion alle 10.15, abbiamo raggiunto il bivio soprastante alle 10.42, Fontaney alle 11.10. Alle 12.20 eravamo a Chalex, a Dondeuil alle 12.35, alle 13.10 all’ultimo alpeggio sotto al colle. Per le 14.00 siamo giunti al valico, lievemente ritardati dagli ultimi nevai, ripartendo alle 14.50. Per le 15.40 eravamo all’alpe Dondeuil, quindici minuti più tardi a Chalex, alle 16.21 a Fontaney, alle 16.55 ad Ollion. Si ricorda che l’accesso alla poderale è regolamentato ed interdetto alle vetture non munite di permesso; inoltre, in occasione della nostra salita di maggio 2007, l’incontro con una giovane vipera morente suggerisce di tenere i cani al guinzaglio ed i bambini lontani dall’erba, specialmente in vicinanza dei frequentissimi rivoli e ruscelli. 

La salita di ricerca di martedì 16 agosto 2011 ha richiesto poco meno di un'ora dall'alpe Chalex al colle. La salita dell'11 giugno 2017, da Issime, non ha identificato variazioni nella zona del valico, il lato ayassino ancora ricoperto da alcuni ampi nevai.

La salita del 22 luglio 2018 da Issime non ha evidenziato particolari cambiamenti nella zona del colle.

 

Colle Dondeuil. Una insospettabile ricchezza storica

Questo colle e la zona circostante hanno conosciuto un’insospettabile passato, dall’epoca degli antichi Salassi in poi: in epoca medievale è stato il tramite tra Gressoney e Saint-Vincent, conoscendo -oltre al commercio- anche svariati fatti d’arme. Nel XIII secolo i signori di Ayas, gli Challant, possedevano terreni in Valle del Lys, mentre i nobili Vallaise esercitavano pari diritti su terre ayassine, creando tensioni e rivendicazioni. Il tredicesimo secolo vide infatti una lunga e sanguinosa guerra tra il Visconte di Aosta ed i suoi alleati ed i signori Vallaise, i quali vantavano sostenitori in Ayas (Odonin de Verrès e Jacques de Villa a Challant). La zona del Dondeuil era attentamente presidiata da manipoli di soldati stanziati in costruzioni fortificate definite dai notai dell’epoca “Bastia”. Ne traspare la presenza in un volume del 1376 conservato negli Archivi storici regionali presso la zona detta “La Serva” (1242):“Item peciam follierecii et gerbii iacentis in La Serva fines sunt prima res heredis Lagnii de Villa et res Johanni de Val et Jacquemeti Reymonde (…) quarta ruina vetus que venire solebat ad Pratum de la Bastia, quinta res culte de Alion (…)”. Secondo gli studiosi Alessandro Liviero ed Enrico Tognan, la funzione di questa struttura risalente al tredicesimo secolo sarebbe stata duplice: da un lato prettamente militare, dall’altro “doganale”, per il pagamento del pedaggio. Si rileva anche la presenza della strada che da Challand saliva al valico: In loco dicto Chavannaz cuius fines sunt… de quarta via publica tendens en Donduyl…” (Volume 340, documento 20, 1500-1511 presso i Fonds Challant, Archivi storici regionali, pagina 536).

Nel 1260 venne proclamata una tregua tra le parti in lizza, purtroppo effimera, seguita da una seconda nel 1267: nel 1279 i combattimenti portarono al danneggiamento del “castrum Fenerecha” di Tollegnaz, successivamente demolito o convertito in abitazione rilevata da tale Johannes de Tologne. Gli scontri sarebbero proseguiti nel XIV secolo tra le popolazioni delle due vallate, per motivi di accesso e fruizione dei pascoli. Nel luglio 1347 militi provenienti da Challant salirono al colle approfittando di una festa patronale ad Issime, pronti a calare nel vallone di Scheity a scopo di razzia. L’incursione venne però contrastata dai locali, incentivati dal fatto di difendere le proprie case e la propria gente. Gli uomini di Issime respinsero gli invasori dopo uno scontro che provocò morti e feriti ad ambo i contendenti: la battaglia di Rollen-Matten, a lungo ricordata insieme al nome di Antonio de Bourines, valoroso combattente che vi si distinse in modo particolare. I signori feudali contendenti, dopo la battaglia, si accordarono per impedire altri scontri armati. A guardia dell’imbocco del vallone di Dondeuil, sul lato ayassino, resta tuttora la cilindrica Torre di Bonot (744), certamente collegata con segnali luminosi al castello di Villa-Challand e probabile punto di pedaggio per le merci provenienti dalla Valle del Lys. Nell'opinione di Mario Aldrovandi, pubblicata nel 1969, questo sito archeologico era definito anche Tour des Signaux, anche se è difficile stabilire se il toponimo derivi da una memoria condivisa - il ricordo delle segnalazioni nel periodo medievale - o, semplicemente, dall'intuizione delle funzioni del piccolo fortilizio. Anche Renato Willien, nell'ottima Nouveau Guide de la Vallée d'Aoste (1968), riporta il soprannome Tour des Signaux, asserendo che la struttura sarebbe contemporanea al Castello di Villa-Challand. Francesco Corni, nel 2008, ha illustrato questa antica torre ne Segni di pietra. Torri, castelli, manieri e residenze della Valle d’Aosta.

Ulteriore conferma del valore militare del valico sarebbe giunta secoli più tardi, nel maggio 1800, quando Napoleone Bonaparte inviò le sue truppe attraverso il valico del Gran San Bernardo per invadere per la seconda volta la piana piemontese. Il 20 maggio, allo scopo di aggirare la fortezza di Bard, il condottiero corso inviò circa 2000 uomini attraverso il Colle Dondeuil con l’ordine di raggiungere a qualsiasi costo le avanguardie francesi più avanzate, dislocate nella zona di Ivrea: transito fortunato, se pensiamo che il 14 giugno a Marengo la sorte arrise ai francesi, permettendo a Napoleone di rientrare vittorioso a Parigi il 2 luglio. Successivamente il colle venne presidiato, come il più aperto ed esteso Colle Ranzola (2170) dalle truppe austro- russe, fino alla vittoria del generale francese Moreau a Hohenlinden (3 dicembre 1800) che causò il collasso della resistenza austriaca. Sono ancora parzialmente visibili alcune fortificazioni a secco, sia al colle sia verso S, alla volta del Corno del Lago - ancora chiamato localmente Bec des Allemands. Mario Aldrovandi, nel 1966, segnalò il generale Lochi come responsabile del passaggio in armi dei francesi; Marziano Bernardi, nell'opera Nel regno dei Challant. La valle d'Ayas del 1922, scrisse invece (...) nella persona di Giuseppe Lechi, comandante la Legione Italica diretta in Valsesia pei Colli della Ranzola e di Valdobbia.Nel 1809 venne scoperta una fonte ferruginosa a poca distanza dal valico, in prossimità dell'attuale San Grato. Infine, occorre ricordare i tanti, dimenticati alpeggi del vallone, segni di una storia contadina antica ed importante, oggi quasi scomparsa. Alcuni di questi villaggi ed alpi sono visibili nella sezione dedicata alle mulattiere del basso Vallone di Dondeuil.

Nel 1896, Giovanni Bobba e Luigi Vaccarone descrissero la salita al colle: con partenza da Rovarey e risalita del Vallone di Dondeuil o Comba de la Rouesaz, per via delle alpi Ouillon, Fontaney, Chavernasse e Dondeuil.

Si segnala inoltre  che, in base a campioni raccolti nel giugno del 1916 nel Vallone di Dondeuil, il dottor Piero Giaj Levra scoprì una trentina di forme di diatomee nelle acque che scorrevano sulle rocce, tra cui esemplari di Microneis minutissima, Microneis microcephala, Melosira arenaria, Fragilaria mutabilis, Synedra ulna, Cymbella gastroides, Epithemia argus, Diatomella Balfourianae Surirella spiralis. La scoperta venne divulgata nell'opera Diatomee della Valle d'Aosta del 1926.

Durante la Seconda guerra mondiale, infine, Gaby nascose tredici militari neozelandesi ed australiani fuggiti da un carcere vercellese e nascosti da alcuni generosi residenti, tra cui Fortunato Praz ed il conte Giancarlo Beria d'Argentina. Giunti il 29 settembre 1943, i fuggiaschi trascorsero nel paese l'inverno, spostandosi in parte a Fontainemore a marzo; altri, in maggio, vennero scortati al Colle Dondeuil dal signor Praz, con l'obiettivo di farli discendere in Val d'Ayas e, da lì, riparare in Svizzera. I militari attesero ben otto giorni nei pressi del valico le guide del CLN, discendendo quindi ad Issime ove vennero catturati dalla Wehrmacht. A quanto pare, i partigiani non si presentarono all'appuntamento a causa dello scompiglio provocato dall'arresto di Emile Chanoux; uno dei prigionieri rivelò i nomi di chi li aveva soccorsi, causando gravi ambasce alle persone coinvolte, nonché l'arresto di familiari e consorti. Tale vicenda è stata narrata nel volume Braccati, pubblicato a fine dicembre 2013.

© Copyright Varasc.it 2015 - Disclaimer - Cookie Policy - Contatti - info@varasc.it - Old version