Nota: Questa pagina dispone di due tracciati GPS scaricabili nell'apposita sezione.
Meta importante e sensibilmente gratificante, il Corno Bussola (o Mont de Bussolaz) si presenta come una vetta posta nel centro dell'alta Val d'Ayas, in posizione dominante e, grazie ai suoi 3023 metri di quota, assolutamente panoramica.
Collocato tra i 2824 metri della Pointe de Mascognaz e i 2817 della Pointe du Lac, il Bussola sovrasta l'alto vallone di Mascognaz da un lato e, sul versante meridionale, la bellissima regione dei laghi di Palasina. Il versante che dal Corno Bussola corre alla Punta Piure è formato da rocce d'origine giurassica, risalenti all'antico oceano della Tetide, la cui espansione cessò nel Cretaceo per soccombere definitivamente in epoca Terziaria alle spinta convergente della zolla africana e della zolla europea. In questa concentrazione di rocce ofiolitiche prevalgono i basalti metamorfici, a parte un affioramento di gneiss granitoidi d'origine africana, a sinistra della Punta Piure. Tra il Bussola e la Punta Guà vi è la bella e panoramica Quota 2899, a sud.
Corno Bussola. Storia e letteratura
Nel 1928, l'abbé Louis Bonin precisò che il colle omonimo è posto (...) entre les deux fourchettes de Machemin et le Corno Bussola, mentre la vetta deriverebbe il proprio toponimo dalla (...) forme arrondie et massive qu'offre sa pointe culminante.
La salita al noto belvedere del Bussola venne descritta sin dal 1896 dagli autori Giovanni Bobba e Luigi Vaccarone, con partenza da Brusson. Da Brusson per il sentiero che sale dietro il villaggio, attraverso l'ampio e ben coltivato cono di deiezione che forma la base sud-ovest del Monte Palon, si raggiunge il bosco al disopra dei casolari di Salamon - m. 1690 - proseguendo poi per una costa solcata da valloncini pieni di detriti, sino alla cresta, che si tocca poco ad ovest della vetta. L'ultima arrampicata per roccia non offre alcuna difficoltà. La vista può reggere il paragone con quella tanto celebrata dal Grauhaupt. Nel 1899, l'abbé Amé Gorret e Giovanni Varale descrissero il gruppo del Bussola e delle cime circostanti nell'opera Guida illustrata della Valle di Challant o d'Ayas. La cresta di frontiera che separa a nord Brusson da Ayas, sul versante orientale è formata da tre punte ben distinte: il Corno Bussola, la Punta del lago ed il Kalberhorn, punta limitrofa tra Gressoney, Brusson ed Ayas. Queste tre punte sono nella valle confuse sotto il nome generico e promiscuo di Punte di Mascogna e si possono facilmente salire tanto da Brusson, che dal vallone di Mascogna, sopra Champoluc.
Corno Bussola. Le vie di salita
Vi sono due itinerari principali per salire in vetta a questa bella montagna. Il primo percorso è lineare ed intuitivo: si parte dai 1819 metri di Estoul, si sale nel vallone dei Palasina, si superano i laghi raggiungendo prima il Colle Bussola, poi la ferrata, quindi la cresta e la vetta. La salita al Bussola per questo itinerario, va precisato, non è adatta a tutti: oltre alla lunghezza, il percorso presenta infatti difficoltà che lo riservano ai soli escursionisti esperti. Una nota importante riguarda la nuova ferrata, installata a sostituzione del precedente cavo d'acciaio, nell'estate 2005.
Il periodo consigliato, teoricamente, è quello che va da giugno a fine settembre, compatibilmente con le condizioni nevose che possono pregiudicare l'ascesa. Il secondo percorso è forse ancora più panoramico e vario, di grande bellezza: consiste nel raggiungere il Colle Palasina (2668 metri) e quindi salire in vetta al Bussola per la cresta orientale, superando anche la Pointe du Lac o Punta del Lago. Entrambi i percorsi, una volta in quota, non offrono sorgenti e sono riservati ad escursionisti allenati e responsabili, motivati, non inclini a vertigini. Una più esauriente descrizione, completa di dati GPS e cartografia, si trova nel volume Le Vette della Val d'Ayas. Un aggiornamento relativo all'ottobre 2009 si trova in calce alla pagina; Varasc.it non consiglia la salita dalla cresta ovest, in seguito a quanto rilevato durante l'escursione da Corbet, avvenuta venerdì 06 agosto 2010.
Corno Bussola. Il primo itinerario
Per quanto concerne il primo itinerario, Varasc.it ha raggiunto la vetta del Corno Bussola sabato 19 novembre 2005, grazie alle ottime condizioni meteorologiche ed alla quasi completa assenza di manto nevoso. Ecco la relazione della salita, mediante la quale verranno illustrate le caratteristiche dell'avvicinamento a questa importante vetta. Partiti alle ore 08.49 dal parcheggio di Estoul con un tempo perfetto ed una temperatura mantenutasi coscienziosamente sottozero per l'intera giornata, abbiamo risalito la carrabile verso i 2009 metri di Chanlossere. Addentrandoci nell'ombra del vallone retrostante lungo la bella carrabile superiore, resi dinamici dalla temperatura, abbiamo raggiunto alle ore 09.57 il cartello che, ormai in vista dell'ARP, segnala il bivio tra quest'ultimo ed il comprensorio lacustre dei Palasina. Prendendo ovviamente la deviazione sulla sinistra e varcando il ghiacciato Torrent de Messuère, abbiamo raggiunto prima l'alpe Palasina e quindi, alle ore 10.48, i 2486 metri di quota del Lac de la Bataille, o Lago Battaglia, constatando l'assoluta mancanza di neve sia nel canale d'accesso che sulle rive. Nel canalino, in particolare, facevano bella mostra di sé straordinari swarowski di ghiaccio traslucido.
Un cambiamento netto rispetto all'ascensione del 16 ottobre 2005, che aveva mostrato molta più neve. Accompagnati dagli echi dell'antica storia di questi laghi, oltre che da inquietanti rumori non identificati (probabilmente, la fuga di sacche d'aria dal ghiaccio in formazione sull'acqua, che produceva suoni prolungati simili a barriti antidiluviani), abbiamo proceduto verso il Bussola, ormai visibile. Ci siamo cioè tenuti sulla riva destra del Battaglia, passando in piano nel punto in cui pochi metri di terra separano il Battaglia dal Lac Vert, alla sua destra, e continuando a salire verso nord-ovest. Una breve salita ci ha portati ai 2518 metri del Lac de la Pocia, che visto dall'alto diviene quasi impossibile da distinguersi dal sottostante Battaglia, in un panorama semplicemente indescrivibile. Qui parte il sentiero 3C che continuava a salire, ben marcato e battuto, tra l'erba secca. La nostra escursione è rapidamente proseguita alla volta del caratteristico Lac Long, a 2633 metri di quota. Il lago in questione fa fede al proprio nome: profondamente incassato, si supera sulla sinistra, mentre il sentiero si tiene ad alcune decine di metri sopra al lago, in un vero traverso alla volta del Colle Bussola. Proprio questo traverso è uno dei punti potenzialmente più delicati dell'intera impresa: essendo l'intero declivio esposto a nord e raramente assolato, abbiamo incontrato un esteso nevaio che, da poco prima del Lac Long, ci ha accompagnati fino al Colle antistante. Il nevaio si traversa circa a metà della sua altezza, mentre il sentiero 3C alterna lunghi tratti in piano a brevi salite e discese: la neve era comunque solida e facile da scalinare, tenendo ben presente la possibilità di smottamenti a causa della forte pendenza sovrastante il sentiero. Il ripido pendio alla nostra destra, completamente imbiancato, formava un ampio imbuto che ricadeva senza interruzione nelle acque scure del Lac Long, sotto e dietro di noi. Ovviamente, in periodo estivo, la mancanza di neve priverebbe questo traverso di qualsiasi difficoltà oggettiva, essendo ben battuto e relativamente sgombro dai minuti sfasciumi del pendio.
Si abbandona il traverso salendo dietro ad una piccola elevazione, mentre il sentiero riprende a salire parallelo al Lac Long, non più visibile alla nostra destra. La direzione è intuitiva, impossibile sbagliare. Alle 12.19 siamo arrivati al Colle Bussola, preannunciato da una sgradita raffica improvvisa di messaggi sul telefono: infatti il Colle è perfettamente coperto, a causa della sua posizione. Ci accoglie un grosso stambecco maschio, dalle corna imponenti, che discende precipitoso la pietraia sottostante. Il Colle consiste in un affascinante balcone dal quale la visuale si spalanca sulla valle centrale: scorgiamo prima di tutto il lontano Monte Bianco, poi la sagoma inconfondibile della Testa Comagna e dello Zerbion, ed ancora più in basso, Extrapieraz; sotto al valico nasce il Torrent Fornolles, che molto più in basso sfocia nell'Evançon. Ci sovvengono antiche leggende su quest'abitato: un tempo sorgeva sulla destra della strada, sotto i boschi di Court, quando una frana catastrofica annientò l'intero paesino. Questo venne ricostruito fuori tiro, nell'attuale posizione, "fuori dalle pietre".
Un'altra leggenda vorrebbe che gli antichi Salassi, pressati dalle legioni romane decise ad estirpare il "problema" dai valichi alpini, avessero voluto costruire un immenso ponte privo di sostegni, dalle pendici del Bussola alla Testa Comagna, per bersagliare i nemici e precludere l'intera Ayas. Un progetto, commentiamo, sicuramente titanico, ma che non portò molta fortuna agli antichi Salassi. Leggende a parte, l'ammirazione per la sagacia degli antichi Salassi non può esimerci dal continuare il nostro cammino. Dal Colle in poi si torna a salire verso destra, con la vetta ormai in vista, senza più neve, su pendii assolati da cui la panoramica è massima, sia verso destra (sui laghi Palasina) sia, come anticipato, verso Ayas. Il Colle Bussola è dominato dalla famosa ferrata, recentemente rifatta; in precedenza il salto roccioso di circa sette-otto metri d'altezza era superabile mediante una fune d'acciaio trasversale. Dall'estate 2005, invece, la struttura è diversa: vi sono sette gradini composti da un corrimano e da una grata per poggiare i piedi, ed altrettanti corrimani di dimensioni maggiori, tutti collocati nelle debite posizioni. Il tutto è in ferro, saldamente inserito nella roccia grigiastra che, comunque, offre già di suo gli appigli necessari alla salita.
Questa ferrata facilita l'ascensione: va comunque ricordato che l'esercizio di simili pratiche alpinistiche comporta rischi potenziali, anche se chi volesse può legarsi ai vari appigli con cordino e moschettone. La fruizione di simili tratti è riservata ad escursionisti allenati e capaci di muoversi su terreni di roccia e misto. Il sentiero prosegue, come sempre ben marcato, superando una caratteristica roccia spaccata in due, come in seguito al colpo di un gigantesco coltello, che punta direttamente la vetta. Il fondo si mantiene sabbioso, contornato d'erba secca, mentre nelle zone sottostanti la vetta diverrà pietroso, cosparso di piccolo sfasciumi spesso rossastri: niente a che vedere con il terreno marcio e friabile della Testa Grigia, comunque. Alle 12.55 ci troviamo davanti ad un bivio, segnalato da una roccia verticale con l'opportuna segnaletica gialla: a sinistra prosegue il nostro 3C, mentre a destra un sentiero ben delineato ci conduce attraverso facili pendii di sfasciumi in cresta, nella direzione del Colle Palasina, dove si osservano curiose dicotomie tra i versanti a nord (completamente bianchi) e quelli meridionali, assolutamente sgombri. Si tratta del nuovissimo sentiero 3D, terminato a fine giugno 2006. Alle ore 13.09, incentivati dal gran freddo che sconsiglia troppe soste contemplative, usciamo in vetta. Ci si presenta una stretta e lunga cresta sommitale, alternamente sgombra e cosparsa di pietre, simile per forma e struttura alla vetta del Bec di Nana (o Falconetta) e, magari, alla cresta del Palon di Resy, entrambe ben distinguibili da dove ci troviamo. Il panorama, come preannunciato, è semplicemente immenso. 360° di meraviglia, dal Gran Paradiso al Bianco, dai Tournalin al Cervino, passando per l'intera schiera di 4000 confinari, per il massiccio del Rosa, per la Testa Grigia e così via. Un panorama che vale mille volte la lunghezza del percorso che abbiamo intrapreso salendo da Estoul, un panorama impossibile da descrivere con le semplici parole, a meno di non poter vantare la penna di un grande scrittore.
Corno Bussola. In vetta
Sulla vetta del Bussola appaiono alcune strutture. La più evidente è un'alta croce metallica, il cui scintillio era visibile sin dalla strada nel vallone dei Palasina, a sua volta facilmente identificabile sotto il Monte Bieteron, dietro al tranquillo luccichio dei laghi, immutato da migliaia di anni di storia e vicissitudini. La croce, ci racconta una targhetta, è frutto dell'ingegnoso trasporto di alcuni amici ed è stata posata il 15 agosto 1995: consta di diciotto elementi nel palo verticale, e otto nel braccio orizzontale, piccoli cubi modulari di acciaio.
Vi sono, purtroppo, numerose lapidi in memoria di persone scomparse in montagna: ricordiamo Henry J. Boyer de la Giroday e Nicola Begnoni, scomparsi sul Gran Zebrù il 23.07.1992, Marino Bassi, deceduto in un incidente il 6 agosto 2004, e Mario Marolo, mancato nel 1996. C'è poco vento ma, dopo aver firmato il libro di vetta e pranzato in piedi per mantenere la circolazione, il freddo pungente e la scarsità di ore di luce disponibili ci spingono alla ritirata, non senza rimorso.
Corno Bussola. Il secondo itinerario di salita
Per quanto invece concerne il secondo itinerario, ecco la relazione della salita effettuata da Varasc.it mercoledì 02 agosto 2006. Partito alle ore 07.13 da Champoluc, ho raggiunto Mascognaz alle 07.34, proseguendo per gli alpeggi (07.51 a Vieille, ancora in ombra; questo alpeggio nell'estate 2012 è stato affiancato da rilevatori nivometeorologici) ed arrivando alle 09.05 al Colle Palasina, 2668 metri, dove passa l'intervallivo 105 e, dalla fine di giugno 2006, il sentiero 3D per il Bussola. Qui mi sono incontrato con i miei graditi compagni d'escursione provenienti dal rifugio ARP, ripartendo alle 09.35 sulla destra del colle: il 3D, ben battuto, ci ha portati tra i prati fin sopra la cresta orientale tra l'alto vallone di Mascognaz e la valle dei Palasina: una cresta aerea ma quasi sempre larga e tondeggiante, prevalentemente erbosa, non troppo esposta, lunga due chilometri e curiosamente puntata verso il Bianco. Alle 10.08 abbiamo toccato la Punta del Lago (2817), sommità inserita nella cresta stessa: alla nostra sinistra, ripidi pendii erbosi conducevano al Battaglia, sulla destra pendii altrettanto ripidi di sfasciumi e rocce rotte precipitavano sull'alto vallone di Mascognaz.
Il panorama era magnifico, dal Cervino ai due Lyskamm, mentre in Ayas si notavano la Falconetta, il Facciabella ed i Tournalin. Appena oltre la Punta del Lago, alle 10.15, abbiamo incontrato il primo traverso attrezzato, un breve semicerchio su una parete scistosa in pendenza, semplice da oltrepassare grazie alla nuova corda azzurra di sicurezza ed ai gradini a piastre simili a quelli presenti nella ferrata del Colle Bussola, sul 3C. Un secondo tratto, attrezzato a sua volta con corda e piastre, è più breve e rettilineo, e ci porta a valicare una breve discesa che conduce nuovamente alla cresta erbosa, in lieve pendenza. Un lungo tratto di cresta ampia e panoramicissima, punteggiata in luglio del viola degli astri alpini e dal giallo delle sassifraghe, ci porta alla prima balza rocciosa, caratterizzata da modesti sfasciumi dalle dimensioni di un francobollo a quelle d'un palmo di mano che vanno superati con attenzione: un altro tratto erboso, più breve, precede il secondo rialzo della nostra cresta, questa volta ricoperto d'erba in cui sono stati intagliati dei gradini di terra battuta. Incontriamo moltissime stelle alpine, specie protetta, che non dev'essere raccolta..!
In questo punto, nel luglio 2022, si sono notati tratti in cui il fondo terroso del sentiero è parso franato, in parte rovinato.
Alle 11.00 abbiamo raggiunto la terza balza rocciosa, apparentemente ostile da lontano: in realtà la si supera sulla destra, su roccette sporgenti, emergendo su un breve tratto di cresta caratterizzato da rocce pianeggianti e muschio. Resta ormai l'ultimo tratto di percorso, che ci porta non già alla cresta rocciosa ed impraticabile dell'anticima, bensì a scendere a sinistra sotto l'anticima stessa. Perdiamo qualche metro ma la traccia resta ben evidente, in un ampio campo di sfasciumi grigiastri alla cui sinistra si scorgono ormai il Colle Bussola e la Punta Guà, fino ad arrivare (11.20) alla già citata pietra con i segnali 3D e 3C. Alle 11.30 siamo in vetta, dopo aver superato gli ultimi metri su roccette, terra battuta e sfasciumi sparsi, lungo lo stesso percorso terminale proveniente dal Colle. Lasciamo la vetta alle 12.47, sempre lungo la cresta orientale, arrivando alle 14.07 al Colle Palasina, alle 14.50 alla carrabile nell'alto vallone di Mascognaz e, alle 16.00, nell'omonimo paese. Ecco dunque un nuovo itinerario di grande fascino e bellezza, naturalmente coniugabile con il sentiero 3C in un unico "anello" attorno al Corno Bussola.
Tempistica
Varasc.it è tornato al Corno Bussola domenica 04 ottobre 2009, partendo alle 07.50 da Estoul e raggiungendo alle 09.15 il Lago Battaglia, alle 10.20 il Colle Bussola. La bella giornata ha favorito la salita in vetta, avvenuta alle ore 11.07. Ripartiti alle 12.25, abbiamo raggiunto il Colletto Bringuez alle 13.05, scendendo al sottostante Lago di Bringuez ed a Lavassey, rientrando ad Estoul alle 15.20. In sintesi, ecco un'escursione importante e capace di mostrare terre ancora selvagge, poco frequentate, oltre a grandi panorami. In particolare, il mutare degli ambienti traversati (il vallone di Palasina, i laghi, il nuovo versante al Colle Bussola, la vetta) rende unico questo percorso. Occorre naturalmente prestare attenzione ai tratti più esposti, come specificato, ma la bellezza del Corno Bussola ne risulta accresciuta, non sminuita: la bellezza di una salita significativa che, come ogni cosa di valore, deve essere guadagnata.
Ulteriori salite, fino all'anno 2017, non hanno indicato particolari cambiamenti in zona. Nel luglio 2017 è stata segnalata la sparizione dei libri di vetta.
La concatenazione del Corno Vitello e del Corno Bussola del 21 luglio 2019, splendida e intensa, non ha evidenziato cambiamenti sostanziali rispetto alle descrizioni di queste due pagine. Idem per la stessa concatenazione, ripetuta il 2 luglio 2022.