Posto a 2658 metri tra il Vallone di Cuneaz (N) e quello di Mascognaz (S), il Monte Chaleau (N45 48.943 E7 45.403, a volte trascritto come Chateau) è situato lungo la dorsale interna proveniente dalla Gran Cima (3023) e dal Monte Perrin (2974) e diretta alla volta del lago omonimo (2635, N45 48.676 E7 45.971), della Quota 2777, dello Chaleau, del Monte Pezzei (2670, N45 49.049 E7 45.174) ed infine del Monte della Nonna (2534, N45 49.155 E7 44.707). Nel 1928, l'abbé Louis Bonin lo definì Château, inserendolo nell'ambito delle Pointes de Mascogna e precisando di non volersi addentrare nella descrizione fisica di queste erte e poco conosciute cime; (...) Un enfant de ce pays pourra, mieux que moi, faire ressortir les beautés et les richesses naturelles de ce superbe coin des Alpes, où tout est grand et distingué. Recenti acquisizioni da parte di Varasc.it (gennaio-febbraio 2009, gennaio 2014) confermano la secolare alternanza tra le diciture Chaleau e Château.
Lo Chaleau, imponente rilievo dalla cima pianeggiante, è il più orientale dei tre monti che formano tale catena interna all'alta Val d'Ayas e ne condivide l'itinerario di avvicinamento, la solitudine e la bellezza del panorama. In quanto "ultimo", o primo, della serie, permette inoltre una magnifica vista sulle sommità immediatamente ad occidente. Qui ne verrà proposta l'ascensione dal versante meridionale. La salita dai 1568 metri di Champoluc (N45 49.912 E7 43.553) comporta un dislivello di 1090 metri, mentre dai 1822 di Mascognaz (N45 49.404 E7 43.775) è di 836 metri. La difficoltà è valutabile in EE, con tuttavia un serio monito a non affrontare questa montagna senza allenamento ed attitudine ai terreni in forte pendenza, privi di segnaletica, ai passaggi di roccia ed all'esposizione. Si tratta infatti di un monte adatto ad escursionisti allenati, ottimi conoscitori della zona e capaci di muoversi su pendii infidi e scivolosi. In caso di ghiaccio, acqua o neve, si sconsiglia infine la salita, che è parimenti sconsigliata a bambini o escursionisti isolati. Una più esauriente descrizione, completa di dati GPS e cartografia, si trova nel volume Le Vette della Val d'Ayas. Per informazioni circa il collegamento verso il Monte Pezzei, si veda in calce a questa pagina.
Avvicinamento allo Chaleau: la Via delle stelle alpine
La partenza, così come per il Monte della Nonna e per il Pezzei, avviene dalla Cascata di Champoluc, raggiungibile dalla route Varasc. I sentieri 14 e 14A raggiungono Mascognaz e proseguono oltre la piazza del paese (nel 2007 e negli anni seguenti fino al 2013, ancora ingombra di materiali edili a causa dei molteplici lavori in corso) lungo la strada che porta agli alpeggi del vallone omonimo. Risalendo questa sterrata si giunge a Vieille (1930, N45 48.989 E7 44.107) e, lungo il torrente, a Chavannes (2011, alcune case abbandonate, N45 48.673 E7 44.593).
Appena oltre Chavannes la carrabile presenta un bivio in una zona di grandi massi, con tanto di piccola croce: prendiamo la deviazione sulla sinistra che compie una curva tornando indietro. Seguiamo il sentiero 14A per il Lago Perrin (02.30 ore da Mascognaz, E) e, con tracce alternamente evidenti e scomparse, superiamo i radi alberi che precedono i prati di Toulassa (2250 circa, N45 48.920 E7 44.826). Si tratta di un alpeggio abbandonato ai piedi del Monte della Nonna e base per la salita a questa vetta, prospiciente al Monte Pezzei: possiamo ora scorgere entrambe le elevazioni, il Monte della Nonna a sinistra e sopra di noi, il Pezzei più a destra, ancora defilato, lo Chaleau ancora oltre. Le due ultime vette nascono dalla stessa base rocciosa: a destra (est) della vetta del Pezzei notiamo tre dossi rocciosi, il primo dei quali presenta due "denti" di roccia, simili ad ometti. La nostra via di salita passa tra la vetta dello Chaleau ed il terzo dosso, a destra del dosso stesso. A Toulassa seguiamo il 14A marcato in giallo sull'angolo destro della malga, portandoci ad est: poche tracce all'inizio, più consistenti dopo il primo, basso poggio erboso. Segue l'ampio e soleggiato pascolo nel quale sorge una vecchia vasca lignea, circolare ed ampia poco meno di due metri, ancora in funzione nell'estate 2007. Un tubo arrugginito vi riversa l'acqua convogliata tramite moderne tubazioni interrate nei prati; appena oltre la vasca, simile ad una semibotte, la traccia 14A prosegue in campo aperto nel prato, verso est. Alla nostra sinistra si scorge il versante S del Pezzei e dello Chaleau: raggiunta una bassa roccia pianeggiante sovrastata da un grosso ometto (circa 2320 metri, segno giallo), abbandoniamo il 14A piegando a sinistra, puntando non direttamente il prato ed i massi che precedono la base del Pezzei, bensì più verso NE alla volta di una lunga pietraia che scende dalla sella (2564) tra lo Chaleau e la Quota 2777 a W del Lago Perrin.
Si attraversa il pascolo senza toccare la pietraia parzialmente interrata, superando rare roccette affioranti dall'erba, e cominciamo a risalire il canalino tra lo Chaleau ed il terzo dosso roccioso; ci troviamo a circa 2400 metri, in moderata pendenza. Il canale diventa però subito più erto, equamente suddiviso tra erba a zolle (che spesso nasconde qualche buco, o tana) e brevi tratti di schegge e detriti, non qualificabili come "sfasciumi" in quanto troppo morbidi e cedevoli, più adatti alla progressione. Si incontrano (agosto 2007) moltissime stelle alpine, specie protetta, è bene ricordarlo; non esiste segnaletica. Dopo circa mezzora di cauta risalita (è utile affidarsi ad una picca corta, più che ad un bastone da sci o telescopico, vista la pendenza sui 40° e la tenace stretta dell'erba sulla rondella) si arriva alla selletta sommitale (2595, N45 48.978 E7 45.304), su cui reclina la cresta occidentale dello Chaleau. Alla nostra sinistra abbiamo un basso sperone di roccia, a destra qualche facile roccetta precede un breve tratto di terra battuta che a sua volta premette al monte.
Monte Chaleau: cresta W e vetta
La cresta occidentale non è ampia, incassata tra le pareti rocciose del versante W, ed è costituita da un primo tratto di facili roccette: le si attraversa passando su terra ed erba, aiutandosi con le rocce stesse, avendo cura di non smuovere, né di affidarsi interamente ai molteplici sassi accumulati dal disgelo ai piedi delle rocce maggiori, tra la bassa erba. Incontriamo quindi un breve tratto erboso, alla cui destra continuano le roccette grigie, fino alla "corona" di rocce maggiori a guardia della vetta: rocce più grandi e generalmente stabili, oltre le quali un piccolo avvallamento permette di accedere alla sommità dello Chaleau, semipianeggiante, erbosa ed allungata da N a S, con due ometti (il maggiore a nord, con un tondino di ferro) alle estremità. Solo alcune roccette affiorano per pochi centimetri dall'erba della vetta, ma sotto alcune di esse vi sono tane, abitate da qualche invisibile (ma rumoroso!) animale nell'estate 2007. Dalla vetta ammiriamo innanzitutto l'esile e slanciato profilo del Pezzei, con il grande ometto, e le due cime del Monte della Nonna: particolarmente bella la maggiore, perfettamente triangolare. A N vediamo inoltre la Testa Grigia (3314, N45 49.849 E7 47.200) ed il Sarezza (2820). Ad est si ammirano la Gran Cima (3023) ed il Monte Perrin (2974). A S, magnifica vista sull'imponente Corno Bussola (3023).
Tempistica
Ecco infine i dati registrati nel corso della prima salita di Varasc.it allo Chaleau, sabato 18 agosto 2007: dati ovviamente suscettibili di riduzione, a causa del carattere "esplorativo" di tale salita. Partito alle 13.47 dalla Cascata sono giunto alle 14.00 a Mascognaz, ripartendone alle 14.08 e raggiungendo Vieille alle 14.21. 14.35, Chavannes; alle 15.30 ero sui prati sottostanti il canale di salita della Via delle stelle alpine. Alle 15.55 ero alla sella 2595, alle 16.15 (dopo aver eretto alcuni ometti, alcuni purtroppo provvisori) in vetta. Ripartito causa maltempo alle 16.21, sono tornato alla selletta per le 16.27, al bivio sui 14A alle 16.50, a Mascognaz alle 17.30. Per le 17.43 ero alla Cascata.
Nota del settembre 2008: in data 26 agosto 2008 si è compiuta una prima attraversata esplorativa della cresta che collega i monti Chaleau e Pezzei. La difficoltà è valutabile in F, con tratti esposti, tratti scivolosi e costante rischio di rovinose cadute; il tempo necessaio, quaranta minuti da una vetta all'altra. Partendo dal monte Chaleau, si procede verso nordovest oltre il residuo cenno di traccia sull'erba, in piano, superando su erba il primo modesto affioramento, cui segue qualche metro di ripida discesa su placche inclinate. Tale tratto risulta scivoloso nelle prime ore mattutine, poiché il sole non arriva ad asciugare le roccette se non verso le ore undici, d'estate. Si punta il primo, grande rilievo roccioso, superandolo a destra (nord) su cengia erbosa semipianeggiante e priva di ostacoli.
La cresta si assottiglia e discende lievemente, diventando affilata, con due metri di roccette spioventi ed esposte sui due lati, a meridione ed a settentrione: occorre estrema cautela. Si procede su erba ripida sul versante meridionale del secondo corno, più prossimo al Monte Pezzei, al disotto dei due gendarmi rocciosi gemelli, ben visibili dai dintorni di Toulassa e dal sentiero 14A. Da qui, contornando l'ampio e ripido versante erboso del torrione, si discende lievemente e si risale immediatamente, alla volta della paretina d'erba e terriccio che premette la cengia erbosa, ricca d'arnica nel periodo estivo. Anche questo tratto è molto erto e si presta facilmente alle scivolate, vista la presenza massiccia d'erba olina e di buchi tra le zolle.