Colle di Joux Posto a 1640
metri tra la Testa Comagna (2099) ed il
Fromy (1859), il Colle di Joux è un passo boscoso e molto frequentato
tra la Val d'Ayas (comune di Brusson), Saint Vincent ed Emarese. E' attraversato
dalla strada asfaltata (RR33) che parte dai 1383 metri di Brusson,
deviando dalla Statale 506 all'incirca all'altezza della svolta, sul
lato opposto della carreggiata, per Estoul
(1815). Il suo nome deriva dal gallico "Juris", che
indica una foresta di montagna o un rilievo boscoso, ed è possibile
annoverare questo valico tra i più celebri della regione aostana; altre
fonti designano il termine celtico Joux, inerente ad una fitta
foresta. Secondo Mario Aldrovandi,
il nome del valico era, meno anticamente, Colle di Joug. Il
Colle di Joux ospita anche l'ultimo tratto ayassino del Ru Cortod,
proveniente dai lontani ghiacciai di Ventina e risalente al XIV secolo.
Proprio al Colle, per secoli, il Ru si scindeva in tre rami diversi,
volti ad irrigare sia Emarese che Arbaz, poi abbandonati in seguito alla
peste del 1630. Vai alla Galleria fotografica - Vai a GPS
Storia e leggende al Col de Joux Il Colle di Joux vanta inoltre un passato storicamente significativo. Vide ad esempio il passaggio della fiera nobildonna Caterina di Challant, nell'aprile 1450, dopo aver abbandonato l'insicuro maniero di Châtillon nell'ambito dell'aspra contesa con la casa sabauda e gli avidi parenti capeggiati da Giacomo di Challant-Aymavilles. Per l'occasione il suo futuro consorte Pietro d'Introd la scortò attraverso il Col de Joux con duecento soldati, per prevenire imboscate dell'infido parentado escluso dal testamento di Francesco di Challant, morto nel 1442 dopo aver lasciato inalterato il testamento del 21 giugno 1437 che designava le sue figlie superstiti, Margherita e Caterina, alla successione. Più recentemente, nel maggio 1800, Napoleone Bonaparte sarebbe salito al Colle per studiare la posizione del nemico e vagliare le possibilità di aggirarlo: qui, secondo la leggenda, avrebbe incontrato un ufficiale austriaco (arrivato lassù per il medesimo motivo) che, senza riconoscerlo, avrebbe scambiato qualche parola con il grande conquistatore e stratega corso, prima d'essere catturato dal suo seguito. La fontana del Colle venne così dedicata a Napoleone; traccia di questo racconto si trova anche nel relativamente recente lavoro dedicato ad Ayas da Mario Aldrovandi, nel 1969. La fonte della leggenda, come appurato da Varasc.it nel tardo ottobre 2009, è antica e multiforme. Nel 1860, il grande storico Edouard Aubert narrò questa leggenda nella sua opera La Vallée d'Aoste, uno dei più pregiati volumi mai dedicati alla Valle. Descrivendo la sua salita da Saint Vincent, Aubert scrisse: (...) Le bois de Joux a été le théâtre d'une aventure qui m'a été racontée comme un fait digne de foi, et qui, si elle avait eu un autre dénoûment, aurait suffi pour changer la face du monde. Le 23 mai 1800, le premier consul Bonaparte, voulant explorer par lui-même les passages de la vallée et découvrir une route praticable qui lui permit de tourner le fort de Bard, se transporta sur les hauteurs de Saint-Vincent, accompagné de quelques aides de camp et de deux guides. Arrivé à l'extrémité de la forêt, il fut bien surpris de recontrer là une troupe de soldats autrichiens, commandée par un lieutenant nommé de Breux. (...) Il s'adressa au lieutenant, le pressa de questions sans lui laisser le temps de se remettre, l'interrogea sur sa mission, sur la force de son détachement, sur la division à laquelle il appartenait et sur les positions que ce corps avait prises; enfin il sut prolonger l'entretien de façon à donner à ses grenadiers, qui le suivaient de loin, le temps d'arriver et de cerner les Autrichiens. Bonaparte alors, de cette voix pénétrante, qu'il savait aussi rendre terrible, dit à de Breux: "Monsier, jusqu'à ce moment, j'étais votre prisonnier, vous êtes à présent le mien; soyez tranquille sur votre avenir, j'aurai soin de vous et de vos gens". En effet, l'officier reçut peu de jours après un passe-port qui lui permit de se rendre à Paris, et d'y attendre paisiblement qu'un traité d'échange vint lui rouvrir le chemin de la patrie. Nel 1899, l'abbé Amé Gorret e Giovanni Varale accennarono alla leggenda di Napoleone Bonaparte al Colle di Joux, nell'opera Guida illustrata della Valle di Challant o d'Ayas. (...) Il colle di Joux è reso celebre dall'incontro, nel maggio del 1800, di Napoleone Bonaparte, allora primo console, col comandante austriaco De-Breux, onde patteggiare pel passaggio dell'esercito francese senza essere molestato dal forte di Bard. La leggenda ha alterato il fatto, facendo credere fortuito l'incontro e attribuendo all'astuzia di Napoleone I l'aver egli evitato di esservi fatto prigioniero. (...) Si indica persino il luogo preciso dell'incontro, presso una sorgente, a cinque minuti dal colle verso Brusson. Questa voce venne ripresa più volte, ad esempio dal volume Il Monte Rosa. Vicende uomini e imprese di Eugenio Fasana, edito nel 1931, che premette il racconto in questo modo: (...) A proposito, sapete perché è famoso nella storia il Colle di Joux? Il Colle reca una
cappella costruita nel 1950, che, secondo Monsignor
Edoardo Brunod, non riporta data di costruzione e benedizione negli
archivi. Come raggiungere
il valico?
|