Petit Tournalin Posto a 3207 metri a sud del fratello maggiore (3379) ed a nord della Becca Trecare (3031), il Petit Tournalin è situato sulla cresta intervalliva Ayas-Valtournanche, di cui è una delle maggiori elevazioni, dopo il Grand Tournalin. Facilmente visibile da qualsiasi punto elevato nella zona orientale di Ayas, è unito alla Trecare dalla famosa Cresta del Diavolo. Il Passo, o colle, del Tournalin (3130) è il legame tra i due Tournalin, sorta di ampio anfiteatro detritico sul lato occidentale che termina in una poderosa muraglia di roccia lungo la cresta intervalliva. Il Petit Tournalin è raggiungibile da Ayas dal versante meridionale, salendo quindi dal Colle di Nana (2775), prevalentemente su pietraie, in due ore. Il dislivello da St.Jacques (1689) è di 1518 metri, dal Rifugio Grand Tournalin (2535) è di 672 metri. La difficoltà dell'itinerario è EE, presentando una costante pendenza, pendii di sfasciumi instabili ed assenza di acqua. Non è un percorso adatto ai bambini. Per la salita a questa vetta, si consiglia il manuale Le Vette della Val d'Ayas, utile per ricostruire "sul campo" l'esatta successione dei numerosi punti di riferimento; nell'estate 2011 si sono confermate le descrizioni offerte sia dal sito che da questo manuale. Nel 1923, l'opera "Itinerari alpini V. Dall'Attendamento S.A.R.I. in Valle d'Ayas" descrisse sommariamente il Piccolo Tournalin, inquotato C. I. Immediatamente a sud del colle di Tournalin, dal quale e dal colle di Nana è facilmente salibile. Di nullo interesse alpinistico. Nel 1962, La Valle del Cervino di Francesco Cavazzaro descrisse il Petit. Questo fratello minore dell'omonima montagna che lo sovrasta non forma mai oggetto di separata ascensione. E' facilmente accessibile dal colle che racchiude il vallone tra i due Tournalin, vale a dire per la cresta N che non presenta particolare interesse. Trovo traccia di altre salite e precisamente: Per la parete E. Ernesto Frachey, guida, e Franco Perotti hanno risalito questa parete (che guarda verso il vallone di Nana) il 3-9-941 in 5 ore impiegando 4 chiodi. Manca la relazione della salita richiamata in Saglio-Boffa, Monte Rosa, pag. 169 (dove però si attribuisce alla parete un'altezza di 800 m assai maggiore di quella reale). Per la parete O. Gli stessi autori di cui all'it. precedente danno notizia che questa parete sarebbe stata superata con bella arrampicata e senza particolari difficoltà da Giuseppe Guidini nel 1910. Il Piccolo Tournalin viene più frequentemente raggiunto lungo la cosi detta "cresta del diavolo" che lo unisce alla Becca Trecaré. Vai alla Galleria
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Petit Tournalin, via meridionale La partenza dell'itinerario ha luogo ai 2535 metri del rifugio Tournalin, posto nell'ampia e verdeggiante conca ai piedi dei due monti omonimi, della Becca Trecare, del Monte Croce (2894), del Palon di Nana (2764). Si imbocca il sentiero 4A che da Blanchard (frazione di Saint Jacques) conduce al Colle di Nana: lo si prende nel prato sulla sinistra della poderale, poco prima del rifugio e del grande masso erratico (sulla destra della carrabile) che nasconde una piccola, vecchia stalla in pietra. Ben segnalato con vernice gialla, il sentiero (che è anche l'Alta Via Numero 1, caratterizzata da segnaletica triangolare con il n.1) compie un'ampia curva nel prato, rientrando ad ovest ed acquistando progressivamente quota, puntando l'ampia bastionata rocciosa ai piedi del Colle di Nana che si supera con alcuni comodi gradini di sassi. Si raggiunge così, in circa venti minuti, l'imbocco del colle, ai piedi del versante N della Becca di Nana (Falconetta) (3010): procedendo in piano si arriverebbe all'ometto piramidale che segna il valico vero e proprio. Invece occorre portarsi solo ad una certa distanza dal valico, prima del laghetto effimero: alla nostra destra notiamo una roccia di medie dimensioni, accanto al sentiero, marcata con un 3D di un giallo ormai sbiadito. La segnaletica indica il nord, alla nostra destra: abbandoniamo dunque il comodo e ben tracciato 4A per il Colle di Nana e guadagniamo i primi, bassi poggi erbosi fino a giungere in vista del Petit Tournalin. La nostra montagna infatti sarà visibile per l'intero percorso di avvicinamento; si individua il segno "3D" ben evidente su una roccia chiara, deviando correttamente dal 4A, evitando di portarsi troppo ad ovest e finendo quindi sul parallelo sentiero 3C per la Becca Trecare. Davanti a noi il terreno discende su un ampio ed allungato falsopiano, declinante verso E, cosparso di fronti franosi. Più oltre, un pianoro erboso frammisto a massi maggiori immette alla base del versante meridionale del Tournalin, una unica, immensa pietraia grigia con una evidente fascia rossastra sotto la vetta. Scendiamo dunque verso la prima pietraia, certo meno inclinata di quella sul versante S del monte!, ma fastidiosamente instabile e monotona. Seguiamo rari segni gialli di modeste dimensioni e qualche vecchio ometto, purtroppo mimetizzato dal pietrame, descrivendo una sorta di linea retta sulla parte superiore sinistra della pietraia: quindici minuti sono sufficienti per raggiungere il pianoro erboso intravisto dai dossi sulla destra del 4A. Qui troviamo massi ben più grandi e pochi sfasciumi: i segni gialli continuano, portandoci avanti verso l'ormai sovrastante pendio sud del Tournalin. Qui abbondano invece i piccoli ometti di sassi. La traccia, come constatato il 21 agosto 2011, resta ben visibile ed affronta coraggiosamente la base del pendio, per quanto minacciata da continue tracimazioni di pietrisco e sassi. La pendenza è costantemente sui 30°, il sentiero è stato ripulito e mantenuto agibile sin dall'estate 2008. Si raggiunge dal basso una vasta fascia di roccia rossa. Si tratta di una serie di ampie rocce ferrose, poste in una frastagliata linea declinante da destra verso sinistra, posta a circa 3100 metri: essa costituisce un ottimo punto di riferimento in questo mutevole scenario pietroso, poiché è sufficiente valicarla sulla destra (ad est), all'incirca nel suo punto più alto, per ritrovare una versione più decisa e marcata del sentiero 3D. Ci porta verso grandi rocce grigioscuro, fisse, con relativamente pochi sfasciumi e molti licheni: qui basta seguire alcune lastre di pietra verticali, infisse nelle fenditure a mò di segnali, per salire le grandi rocce in tutta comodità. Una curva appena percettibile -la visuale, tra queste strutture megalitiche, è alquanto ridotta e limitata ai pochi metri circostanti- ci porta infine a sud della vetta del Petit Tournalin: un'ampia pietraia che, alla nostra destra, si alza in un bel dosso sommitale, sormontato da una croce lignea. Si superano in pochi secondi gli ultimi metri di roccette e sassi neri (notando gli ultimi segni gialli del 3D), accendendo alla vetta vera e propria: una sorta di "pozzetto" circondato da comodi massi e sassi scuri, una croce di legno schiarita dal tempo e dalle intemperie, un massiccio ometto di sassi sul lato opposto, a picco su Ayas e sulla conca del rifugio Grand Tournalin. Nell'estate 2011, un basso riparo in pietre è stato notato intorno al limitato spazio della vetta, accanto all'ometto ed alla vecchia croce in pessime condizioni.
Il panorama è semplicemente grandioso: annotiamo semplicemente il
Bianco ed il Gran Combin ad ovest, il Cervino ed i 4000 della testata
settentrionale, la bella e solitaria Testa
Grigia, lontana, ad est. Un appassionato noterebbe molto
altro, come la curiosa visuale dall'alto sul complesso Becca
Trecare, Becca
di Nana (Falconetta) e Monte
Tantané, oppure l'esilissima differenza tra Palon di Nana e Quota
2726: la presenza più imponente, totalizzante ed immediata è invece
immediatamente a nord, davanti a noi. Immenso, massiccio, nero,
grigio, rosso, tondeggiante ed affilato al contempo, il Grand
Tournalin s'impone prepotente alla nostra attenzione: un'unica,
immensa colata di pietrame fossilizzatosi in forma di montagna, che ci
fa dimenticare di trovarci -sempre e comunque -a 3207 metri. Esso pone
in secondo piano perfino le due splendide vette retrostanti, la Monte
Roisettaz (3334) e, per via della sua vicinanza, il lontano
Cervino (4478). Ovviamente anche il fratello maggiore della nostra
vetta può essere salito, sia da Cheneil (2105) che da Ayas, via Petit
Tournalin: in questo modo si concatenano due magnifiche e rinomate
vette, la seconda delle quali presenta però tratti e difficoltà più
alpinistiche. Consultando la sezione apposita si potrà vedere come
proseguire l'ascesa al secondo dei due Tournalin. Vai alla Galleria
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Tempistica Ecco infine i
dati rilevati nel corso della salita di Varasc.it di domenica 15
luglio 2007. Giunti alle 08.45 sotto al rifugio Tournalin siamo
arrivati nei pressi del Colle di Nana alle 09.05. Qui abbiamo piegato
a destra sul 3D fino al pianoro erboso (09.35), salendo fino ai 2918
metri della coppia di figurette di sassi (09.48) ed alla fascia rossa
(10.18). Per le 10.38 eravamo in vetta, ripartendone alle 11.14 alla
volta del Colle Tournalin. Per una visione complessiva della
tempistica occorsa tra andata e ritorno, è quindi necessario
ricorrere alla pagina dedicata al Grand Tournalin. Domenica 21 agosto 2011, Varasc.it è tornato al Petit ed al Grand Tournalin, con partenza alle 07.35 ed arrivo alle 08.00 al Colle di Nana, al Petit Tournalin alle 09.10. Il sentiero 3D è apparso ben evidente e segnalato, specialmente nella parte più ripida di pietraia, dove malgrado l'assenza di frecce gialle il tracciato resta sempre ben visibile. In vetta, un grande ometto ed un basso recinto per ripararsi dal vento. Ripartiti alle 09.50, abbiamo constatato la quasi totale scomparsa del grande nevaio tra i due Tournalin, affrontando un tratto breve ma estremamente dirupato sul versante nord-nordoccidentale del Petit Tournalin. La risalita sul Grand Tournalin si è confermata invariata e ben segnalata, fino alla vetta, raggiunta alle 11.00. Ripartiti alle 12.00, abbiamo raggiunto alle 13.00 il Petit Tournalin ed alle 14.20 il Colle di Nana, alle 15.00 il rifugio Grand Tournalin. Ripartiti alle 15.45, siamo tornati a Saint Jacques alle 17.00.
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