Testa Grigia e Monte Pinter
Alternativamente definita Tête Grise, Grauhaupt, Groab Hont o Greno, la Testa Grigia è un'imponente cima di 3313 metri che sovrasta l'alta Val d'Ayas e la conca di Champoluc, situata al disopra dei verdi pianori del monte Crest. Posta immediatamente a nord dell'antico valico del Colle Pinter, la montagna vi proietta un vasto sperone roccioso, definito Monte Pinter, che ospita il noto bivacco Ulrich Lateltin. La peculiarità di questa massiccia formazione consiste nell'essere la singola elevazione maggiore della dorsale tra Val d'Ayas e Valle del Lys, oltre a rappresentarne da sempre una delle mete più blasonate e frequentate; il toponimo, presente anche in zona Plateau Rosa, vuole evocare il naso di un volto stilizzato, visibile a distanza seguendo il rilievo dello spartiacque. Se ammirata da sudest, dalle Prealpi Biellesi e dai monti della bassa Valle del Lys, questa cima presenta un sinuoso andamento ed una "piramide" sommitale a dir poco speculari al Monte Nery o Becca Frudiera, altra possente cima della costiera Ayas-Lys. Vai alla Galleria Fotografica - Vai a GPS Testa Grigia. Salita in vetta Negli anni 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011, 2012 e 2013 Varasc.it è tornato più volte in vetta alla Testa Grigia: per ben tre volte nel solo anno 2013. Questa pagina propone sia i percorsi principali di salita e le loro peculiarità, sia le modifiche riscontrate nel corso del tempo lungo i differenti tracciati. Si ricorda a chi sale questa cima l'obbligo, legale e morale, di riportare a valle i propri rifiuti. Primo itinerario della
Val d'Ayas. Si tratta di un percorso che richiede nominalmente
quattro ore dall'arrivo della funivia che da Champoluc sale al Monte
Crest (1979), con un dislivello di 1746 metri da Champoluc.
Il sentiero 11A si propone come una delle possibilità più gettonate: partendo dal Crest
esso porta ai 2032 metri dell'antico hameau Walser
di Cuneaz tra magnifici
pascoli e, salendo lungo
il pittoresco vallone percorso dall'omonimo torrente, giunge alla sella
erbosa presso i laghi Pinter,
dopo una salita su rocce umide, costantemente assicurate nel corso degli
anni (lavori importanti compiuti nel luglio 2007). Da qui si sale
fino ai 2776 metri del soprastante e brullo Colle
Pinter, segnalato dal grande ometto dell'Alta Via, per poi puntare a
sinistra verso la Testa Grigia, risalendo dapprima una spalla detritica
e quindi l'ampio canale di sfasciumi immediatamente sottostante al Monte
Pinter ed al bivacco
Ulrich Lateltin. Il tratto è lievemente esposto ed il terreno
formato da sabbia e minuscoli sfasciumi derivanti dallo sfaldamento
delle antiche rocce oceaniche di questa cima; richiede sicurezza di
piede ed attenzione nel non smuovere detriti.La traccia, molto frequentata nella bella stagione,
è ben evidente; si incontrano anche numerose segnalazioni che recano il
numero 6. L'acqua è
disponibile a Cuneaz, oltre che nei vari ruscelli sul percorso. Sabato 27 luglio 2013 si è incontrata una persona in difficoltà, abbandonata dal proprio accompagnatore su un terreno scosceso e detritico, assolutamente incapace di progredire in qualsiasi direzione e sulle soglie del panico. Un forte monito è obbligatorio per chi vuole salire questa splendida montagna: attenzione a non superare i propri limiti psicofisici, mettendo a repentaglio sé stessi ed il prossimo! La salita ha avuto inizio da Champoluc alle ore 07.20, arrivando al Crest alle 08.00, a Cuneaz alle 08.20 ed al Colle Pinter alle 09.50. Dopo una pausa, la vetta è stata raggiunta alle ore 11.30, superando ampi nevai che tuttavia non ricoprivano i passaggi più delicati sulla parte superiore della montagna. Ripartito alle 12.15 ho raggiunto il bivacco Lateltin, ripartendo alle 12.57 tra le nubi e rientrando alle 13.40 al Colle Pinter. Secondo itinerario della
Val d'Ayas. Se si preferisce abbreviare leggermente il tragitto e
ridurre il dislivello, si può utilizzare la moderna cabinovia per l'alpe
Ostafa, che parte dal Crest
Moreleté a poca distanza dall'arrivo della funivia proveniente da
Champoluc. All'alpe Ostafa (2418 metri), servita da moderna cabinovia
chiusa, inizia il panoramico sentiero 12 che, superato un tratto
sconvolto dalle frane del 2007, porta per vasti pendii verdeggianti dapprima alla sella erbosa sotto i
laghi Pinter, poi all'omonimo Colle, in circa un'ora. Come premesso, la
vecchia seggiovia per l'Alpe Ostafa, dopo i lavori del 2005, è stata
rinnovata ed elevata al rango di cabinovia chiusa, in funzione dai primi
giorni di luglio nell'anno 2011. Il dislivello dall'Ostafa alla vetta
della Testa Grigia ammonta a 900 metri, il tempo necessario a circa tre
ore. Nel mese di luglio 2011, il
costo delle due tratte per un adulto (Champoluc-Ostafa) ammontava a 16
Euro, comprensivo di andata e ritorno. Gli impianti sono usualmente
aperti nei mesi di luglio ed agosto, più qualche apertura durante i
primi fine settimana di settembre. Terzo itinerario della Valle del Lys. Una terza e più impegnativa, selvaggia via di salita è stata testata da Varasc.it il 5 settembre 2009, con partenza da Chemonal o Tschemonoal, Gressoney-Saint-Jean, in Valle del Lys. La salita ha richiesto quattro ore e si è rivelata, ancorché deserta oltre il magnifico villaggio di Alpenzù, servita da una segnaletica alquanto curata e sempre visibile fino al Colle Pinter. Si raccomanda caldamente questo percorso ad escursionisti ben allenati ed amanti dei percorsi meno frequentati; l'ambiente naturale è intonso e di elevata, sorprendente bellezza. Frequenti gli avvistamenti di animali. Quarto itinerario della Valle del Lys, non più in uso. Un'antica traccia, la cui parte finale è pressoché verticale e scoscesa, sale da Gressoney La Trinité via l'ex bivacco Cozzi, portando ad uscire tra l'attacco della vetta e l'inizio dello sperone di rocce rossastre che corre fino al Monte Pinter. La via transita da un vecchio bivacco in seguito distrutto, il cui basamento è tuttora visibile dall'alto; secondo varie testimonianze raccolte nella Valle del Lys, richiede l'adozione di corde. E' parzialmente segnalata dalla parte superiore della cresta della Testa Grigia, grazie ad una palina dipinta che indica sommariamente Trinité. Vai alla Galleria Fotografica - Vai a GPS Testa Grigia. Tratto
sommitale e vetta A prescindere dal percorso scelto, il tratto terminale è comune. Spaziosa ed aperta, panoramicissima sui 360°, la vetta presenta alcune comode rocce che servono da sedile, e poco altro. Il terreno è sassoso ma stabile, mentre non vi sono ripari in caso di forte vento. Gli ultimi metri di salita, una volta raggiunto il grande falsopiano tra il Monte Pinter e la vetta della Testa Grigia, richiedono circa 15-20 minuti: ci si trova su una vasta e panoramica sella non più caratterizzata da calcescisti bensì da affioramenti di serpentine e talcoscisti con quarziti. Si procede verso la cima affrontando dapprima un evidente rilievo di rocce nerastre su cui spiccano i bolli gialli della segnaletica, e quindi una cresta abrasiva ed esposta che premette la prima catena. La segnaletica è stata migliorata nel corso del 2010; tale tratto, solitamente, mette alla prova il senso dell'equilibrio e la dimestichezza del viandante e deve essere affrontato con calma, in assenza di ghiaccio o forte vento; bambini e persone non use alla montagna dovrebbero astenersi, o valutare con attenzione la propria capacità di procedere oltre in sicurezza. La cresta si affronta sul profilo superiore, oppure sul lato sinistro (ovest, Val d'Ayas), su un'esile traccia appena accennata sul pendio; si giunge ai piedi di un salto roccioso alto circa un metro e novanta, servito da una vecchia ma robusta catena in due tratte e da comodi scalini naturali. Segue un ripiano da cui si accede alla nota
cengetta, sul lato orientale (Valle del Lys): un percorso lineare,
bordato sul lato sinistro da una parete di rocce abrasive da cui è bene
guardarsi, che offrono tuttavia appoggio e riparo dal vento. Si perviene
all'ultimo tratto, un breve pendio roccioso e scosceso, servito oggi da
un moderno cavo d'acciaio, lasco nella sua parte centrale. Il cavo, per
una lunghezza di circa 20 metri, è stato posto nell'anno 2005, mentre
nell'estate 2007 è stato spezzato dal fulmine durante una tempesta, e
rimesso in sede a fine luglio 2007; catena e cavo sono presenti anche
nel 2011. In cima, cui si perviene all'uscita del secondo tratto
attrezzato, sorgono solo due strutture artificiali: la prima consiste in
un massiccio ometto con ciò che resta di un altare abbattibile in
metallo ed una piccola, celebre Madonnina metallica, butterata da
decenni di fulmini. L'ometto ospitava un tempo il libro di vetta. La
seconda struttura, aggiunta nel 2009 su una roccia piana a poca distanza
dall'ometto, consiste in un raffinato e moderno tripode: tolto
nell'estate 2008, il nuovo
modello sostiene la storica campanella del CAI
Parabiago, risalente al giugno del 1978, nonché una custodia
ermetica a cofanetto per i libri di vetta, accuratamente sopraelevata e
protetta dalla neve. Il panorama, come anticipato, è notevole: la Testa Grigia si propone come balcone privilegiato sul versante meridionale massiccio del Rosa, e non solo. Dalla Testa Grigia si scorgono anche il Monte Bianco, l'Emilius e la Grivola, oltre a centinaia di cime valdostane e biellesi; svariate panoramiche, girate nel corso degli ultimi anni, si trovano nel canale YouTube di Varasc.it. La discesa richiede cautela, specialmente nel tratto immediatamente sottostante la cima; è bene ricordare, in caso di maltempo o stanchezza, la vicina presenza del bivacco Ulrich Lateltin. Particolarmente notevole il panorama autunnale, in caso di inversione termica e "mare di nuvole", che rende veramente suggestiva questa cima. Vai alla Galleria Fotografica - Vai a GPS Testa Grigia. Storia, letteratura e geologia Per quanto ne concerne la geologia, la Testa Grigia è composta da friabili calcescisti e rocce ofiolitiche, vale a dire aggregazioni di gabbri, basalti e serpentiniti originarie dei fondali dell'oceano perduto, la Tetide, la cui espansione cessò nel Cretaceo per soccombere definitivamente in epoca Terziaria alle spinta convergente della zolla africana e della zolla europea. Vi si incontrano anche strati ridotti di micascisti granatiferi e di quarziti micacee. Al Monte Pinter, che chiude la dorsale a sud della vetta, si trovano invece micascisti superficialmente brunastri o color ruggine, originati da antichi paragneiss, a loro volta derivanti dall'orogenesi dell'era paleozoica. Vi si possono incontrare anche gneiss minuti contenenti rocce gabbriche ricristallizzate risalenti al Permiano; magnifica è la vista di questa vetta imponente dalla Gran Cima, a sud, che permette di apprezzarne le particolarità geologiche. Per la sua altezza ed imponenza, la Testa Grigia fu
l'inevitabile teatro delle prime ascensioni in Ayas e Valle del Lys.
La salì ad esempio il celebre alpinista inglese John
Ball, presidente dell'Alpine Club sin dal 1858, che descrisse le
proprie avventure in Zermatt
in 1845. Peaks,
Passes and Glaciers (Londra, 1859): "The
Grauenhaupt is the highest point in the range that divides the Val del
Lys from the valley of Ayas, and about 10,800 feet above the sea-level.
The ascent is in great part a steep scramble, but the view is
magnificent, corresponding in some measure with that from the Cramont".
Nel 1899, l'abbé Amé Gorret e Giovanni
Varale descrissero la Testa Grigia nell'opera Guida
illustrata della Valle di Challant o d'Ayas. (...)
e, più vicina, la tentatrice Testa Grigia (Grauhaupt), su cui la
sezione Aostana del C.A.I. intende ora erigere una capanna rifugio.
(...) Numerose folgoriti sulla vetta. (...) Dal Grauhaupt si può
scendere direttamente sul versante di Gressoney, detto Schelbeteberg,
lungo la cresta nord, per macereti e nevai, sino ad un pianoro al
piede della Testa, donde si divalla a sinistra, per un ripido burrone,
detto l'Hunds Pass, o passo
del cane, da cui si scende poco discosto dall'abitato della Trinité. Nel 1923, l'opera "Itinerari alpini V. Dall'Attendamento S.A.R.I. in Valle d'Ayas" descrisse il Monte Pinter, la spalla meridionale della Testa Grigia. Monte Pinter, m. 3112. Si sale facilmente in poco più di un'ora dal Colle di Pinter, per la cresta nord. La medesima opera trattò anche la cima principale: Testa Grigia (Grauhaupt), m. 3315. Ascensione fatta assai di frequente e interessante per il suo panorama grandioso, che va dal M. Viso all'Ortler. Numerosi edelweiss. Il testo forniva due vie di salita, per la cresta Sud (con ultimo tratto alquanto vertiginoso, ore 2 dal Colle e 7 da Champoluc) e per la cresta Nord. Dal lato di Gressoney per il cosidetto "Hunds Pass" o passo del cane, malagevole sentiero attraverso ripide roccie, e per piccoli nevati si arriva al punto di congiunzione delle creste est e nord, per la quale si arriva alla vetta in 2 ore circa - 5 ore da Gressoney. Testa Grigia. Natura e botanica Nel 1982, la Testa
Grigia venne descritta da un punto di vista botanico in un dotto
articolo di Maurizio Bovio, "Itinerari
naturalistici in Valle d'Aosta. Valle d'Ayas: alla Testa Grigia (m
3.3314) attraverso il Vallone di Cuneaz",
recensito da Varasc.it nel febbraio
2013. Il dotto articolo, corredato da fotografie a
colori, mostrava immagini di Epilobium fleischeri incontrato
lungo l'emissario dei laghi Pinter, nonché di Cerastium latifolium
e di Gentiana bavarica, fotografata al Colle Pinter.
L'ultima immagine mostrava la piccola e resistente Linaria alpina ritratta
(...) sui franosi pendii della Testa Grigia
il 30 luglio 1982. Suggestiva la descrizione delle minute e
resistenti piante pioniere delle quote più elevate. (...)
A circa 2900 metri entriamo definitivamente nel deserto di alta
montagna, in un paesaggio spettrale ricoperto di infidi detriti
scistosi. La vegetazione è ormai costituita da isolate piantine o al
massimo da zolle erbose discontinue che sfidano gli elementi. E' il
regno della Saxifraga oppositifolia, della Campanula
cenisia, della Linaria alpina, quest'ultima
pianta molto diffusa, che si trova perfettamente a suo agio su questi
instabili macereti. L'autore indicava poi una rarità, l'Eritrichium
nanum, oltre alla celebre Artemisia Genipi ed a due
Crucifere, Thlaspi rotundifolium e Hutchinsia alpina. Sulla
grande sella posta tra la vetta ed il Monte Pinter sono stati invece
individuati esemplari di Campanula cochleariifolia, Saxifraga
bryoides, Androsace alpina, Ranunculus glacialis, Chrysantemum alpinum,
Silene acaulis. In vetta, al disopra dei 3300 metri, Bovio
segnalava infine sporadici esemplari di Saxifraga
oppositifolia, Androsace alpina, Thlaspi rotundifolium, Ranunculus
glacialis. In ultimo, la salita è stata descritta in modo approfondito dal moderno manuale Le Vette della Val d'Ayas, edito nel 2008.
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