Laura e Giorgio Aliprandi "Le Grandi Alpi nella cartografia 1482- 1885", Vol. II. Monviso, Piccolo San Bernardo, Gran San Bernardo, Monte Bianco, Cervino, Monte Rosa e i Walser, Gran Paradiso Priuli & Verlucca, Editori. Tipografia Valdostana (Aosta), settembre 2007. Formato 23.5x32 cm., cartonato con sovracopertina plastificata, cofanetto esterno. Pagine 384, illustrazioni a colori ed in b.\n. Prezzo: 95 Euro (Variabile). Cinquecento carte d'epoca ed antiche, imperniate
ed esaminate mediante una accurata dissertazione storica e scientifica,
con grande risalto e cura per la toponomastica; una edizione di lusso,
dalla grafica elaborata ed elegante, capace di appagare anche l'occhio -
prima ancora che la mente - ad ogni voltare di pagina. Seconda opera
della serie Le Grandi Alpi nella Cartografia,
dopo il primo volume edito nel 2005 e vincitore nel 2006 del Premio
Gambrinus- Mazzotti, questo testo conferma la passione e la grande
conoscenza acquisita nel corso degli anni dai coniugi Aliprandi, già
Autori de "Gli
antichi valichi tra Zermatt e le valli di Ayas e di Gressoney",
nonché de "Ayas
nell'antica cartografia della Valle d'Aosta e nelle citazioni e immagini
d'epoca (1560- 1899)". Grande è
il suo valore storico, in particolar modo per i ricercatori e gli
addetti del settore. Preziosa, a voler cominciare dalla fine!, la
densissima bibliografia di entrambi i volumi, estesa tra le pagine 377 e
380; per quanto concerne meramente il secondo volume, esso è invece
suddiviso nei seguenti capitoli. Il Monviso. Il
Piccolo San Bernardo. Il Gran San
Bernardo. Il Monte Bianco. Il Cervino e il Colle del Teodulo. Il Monte
Rosa. Le migrazioni Walser nelle Valli a sud del Monte Rosa interpretate
attraverso la cartografia antica. Il Gran Paradiso. Il
volume viene chiuso dall'impressionante Elenco
delle carte consultate, dalle Note
e dall'Indice dei nomi,
particolarmente preziosi per i ricercatori. E' opportuno segnalare che
ogni massiccio presentato nei singoli capitoli viene analizzato in base
ad una precisa ripartizione cronologica, nel 1500, 1600, 1700, 1800. Particolarmente
interessanti, infine, per quanto concerne la Val d'Ayas, i paragrafi nel
capitolo dedicato ai Walser, intitolati rispettivamente L'importanza
di Ayas nella cartografia svizzera e italiana del 1500 e
La presenza di Ayas nelle carte d'Italia del 1500 e del 1600. Un volume di gran pregio, un'opera destinata a porsi come pietra miliare nel settore dell'antica cartografia di montagna. Un efficiente connubio di semplicità ed approfondimento dei temi trattati, di erudizione e di facilità di consultazione, nonostante la stupefacente messe di antiche tavole cartografiche collezionate dalle sue pagine. Un esempio di stile e funzionalità per le future pubblicazioni.
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