Punta Perazzi Alta 3906 metri, la Punta Perazzi (raramente, anche Perazzispétz o Perazzispitze) si propone come lungo risalto roccioso che divide le lingue, inizialmente parallele, del Castorgletscher e del Felikgletscher, a meridione del Colle di Felik e sotto la lunga cresta nevosa del Monte Castore, dando pressappoco inizio alla lunga dorsale intervalliva che separa le valli di Ayas e del Lys. Più precisamente, la Punta Perazzi è conformata come una lunga muraglia di rocce rotte e sfasciumi che emerge, ben al disopra dell'ampio pianoro del Rifugio Quintino Sella al Felik, a sinistra (ovest) delle vaste rampe glaciali che conducono fino ai piedi del Colle di Felik; solitamente innevata, la sua lunga cresta rocciosa oppone a sud una continua, elevata e scura bastionata rocciosa, ben visibile dalla distanza. A nord termina nel panoramico Colle Perazzi, a quota 3880 metri, ai piedi dell'immenso fianco meridionale del torreggiante Castore; è proprio dalla vetta del Castore che si apprezza nel modo migliore la lunga sagoma triangolare, affilata della Perazzi. Il dislivello è di circa 320 metri dal rifugio Sella, di circa 2220 dai 1689 metri di St.Jacques, mentre la distanza in linea d'aria dalla vetta del Castore ammonta a1 km, ad 800 metri dal Colle di Felik. La lunga cresta occidentale, sul fianco del tormentato e seraccato Castorgletscher o Ghiacciaio del Castore, cade invece sull'alto Pian di Verra Superiore, circa al disopra di un lago effimero, ben visibile dalla bella via di salita lungo la morena che conduce al rifugio Ottorino Mezzalama. Malgrado la quota, la bellezza, la panoramicità e l'ambiente glaciale, a dispetto della comoda vicinanza di un rifugio d'alta quota e nonostante la posizione a cavallo di una delle vie alpinistiche più note e frequentate delle Alpi Occidentali, la Perazzi non possiede quasi una bibliografia o sitografia propria. Vai
alla Galleria fotografica - Vai a GPS Punta Perazzi.
Letteratura e toponomastica storica Anticamente, il toponimo di questa
quota era Punta Felik, poi correttamente spostato sull'attuale,
omonima quota posta lungo la cresta sudorientale del Castore. Alcuni
testi, esaminati di seguito, narrano ancora il vecchio fraintendimento
dovuto alla scarsa conoscenza della zona agli albori dell'alpinismo, tra
fine Ottocento ed inizio Novecento. Il toponimo attuale è
ovviamente dovuto alla figura del senatore italiano Costantino Perazzi,
nato a Novara nell'agosto 1832 e morto a Roma nell'ottobre 1896;
laureatosi sia in Ingegneria idraulica ed architettura civile che in
Ingegneria delle miniere presso l'Università di Torino e la Scuola
delle Miniere di Parigi, Perazzi ricoprì varie cariche politiche di
prestigio, tra cui quella di Consigliere della Corte dei conti dal
giugno 1873, di deputato dal 1867 e di senatore dal 1884, di Ministro
del Tesoro tra il 1887 ed il 1889 e di Ministro dei Lavori pubblici nel
1896. Amico e segretario di Quintino Sella, conosciuto a Parigi, fu uno
dei soci fondatori del CAI nel 1863; per sua volontà si costruì la
prima Capanna Sella al Felik, come testimoniato dall'abbé Bonin nell'opera
Vallée
de Challand. Brusson - Guide et Folk- Lore, del
1928. Maggiori informazioni possono trovarsi nel raro testo di Vincenzo
Rizzi, Costantino Perazzi: cenni storici
biografici, Francesco Casanova Editore, Torino 1899.
Agosto 2011.
Primo approccio alla Punta Perazzi Il 13 agosto 2011, durante la discesa dalla normale del Castore, Varasc.it ha raggiunto la cresta superiore della Perazzi, risalendone un breve tratto fino ad un rialzo roccioso, simile ad un pinnacolo, descritto in alcune vecchie carte come Anticima nord della punta. La quota, misurata mediante GPS, è in tal punto di circa 3850 metri; riproponendosi una futura salita fino alla vetta vera e propria della Perazzi, Varasc.it ha voluto realizzare questa pagina con l'intento di fornire un breve sunto bibliografico e cartografico ad una cima inspiegabilmente ignorata dalla maggior parte dei manuali e dei siti Internet dedicati a queste montagne. L'attacco della cresta, suggerito
dall'approdo intuitivo nel punto più basso ed indicato da un'esile
traccia, distava circa 120 metri in linea d'aria dalla principale
traccia da/per il Colle Felik (la distanza è ovviamente soggetta a
variazioni stagionali in base alle condizioni glaciali ed al
posizionamento della traccia). L'avvicinamento ha richiesto pochi
minuti, superando un crepaccio chiuso, mentre la risalita del primo
tratto di roccette è stata solo lievemente complicata dal bordo di
sfasciumi instabili, poggiato esattamente sopra il filo superiore del
nevaio. Il dorso vero e proprio della cresta è invece stabile ed offre
ricchi appigli a mani e ramponi, ove non ghiacciato; grandi blocchi di
rocce di colore grigio si elevano verso la cosiddetta Anticima nord,
correndo poi a levarsi, più scure ed impegnative, alla volta della
vetta ancora distante. La salita richiede comunque l'uso di piccozza e
sicuramente di ramponi lungo il tratto di neve, ghiaccio e roccia della
cresta; pare possibile risalire direttamente il fianco orientale della
Punta, sempre dalle rampe del Ghiacciaio di Felik, prestando debita
attenzione a non muovere pietrame su chi segue. La Punta
Perazzi nella cartografia Un primo riferimento cartografico professionale a questa punta venne fornito dalle tavolette IGM, in modo particolare il Foglio 29 Saint Jacques della Carta d'Italia alla scala di 1:25.000, quadrante I (anno 1934). La tavoletta mostrava più rilievi sulla punta, con una quota di 3880 metri al termine della dorsale nord (il valico tra la cresta della Perazzi ed il fianco sud del Castore) e di 3745 metri a meridione della vetta. Nel 1953 la punta venne ritratta
dalla Carta dei Ghiacciai della Valle
d'Aosta, in
scala 1:100.000. Cartografia
moderna è oggi fornita dalla Carta dei
sentieri n.8, L'Escursionista Editore, e dalla Cartografia
Escursionistica della Comunità Montana dell'Evançon,
entrambe in scala 1:25.000. La Punta Perazzi nella manualistica Nel 1899, L'abbé Amé Gorret e Giovanni Varale descrissero la Punta Perazzi nell'opera Guida illustrata della Valle di Challant o d'Ayas. (...) punta che sorge a cavaliere del rifugio e a cui giustamente il cav. A. E. Martelli volle fosse dato il nome di Punta Perazzi (...) per pagare un tributo di riconoscenza al compianto ed egregio alpinista comm. Costantino Perazzi che, ideando la costruzione del rifugio Q. Sella, monumento all'amico carissimo, legò a quest'opera anche il suo nome. (...) Ne è raccomandabile la salira, per la sua vicinanza al Rifugio Sella, la facilità ad accedersi e la sua posizione, che rivela un favorevole belvedere. Gli Autori notarono, a pié di pagina (p. 71) come la Perazzi fosse denominata Punta Rossa sulla Carta dell'I.G.M., e la quota segnata è da ritenersi inferiore al vero. La Perazzi venne descritta da Mario
Aldrovandi nel 1931, ne Valle
di Champoluc. Challand-Brusson-Ayas, quarto volume
della collana Guida delle Valli d'Aosta edita
da Lattes & C.: (...) Alla Punta Perazzi
(m. 3945), ore 6. Ascensione abbastanza facile dall'Alpe di Verra super.
seguendo il crestone roccioso fra i due nevai di destra (guida
necessaria). Si consiglia però la discesa per la via ordinaria della
capanna Quintino Sella. Sempre Aldrovandi, nella sua Guida
delle Valli di Champoluc (Val d'Ayas), Valtournanche e St. Barthelemy
del 1969 scrisse: (...) ore 3, dal Rifugio
Sella. Ascensione abbastanza facile. Guida necessaria. Questa punta deve
il suo nome al senatore Costantino Perazzi, ideatore della Capanna
Sella. Nel 1942, sostenitore di un ritorno alla toponomastica italiana in chiave retorica prettamente fascista, Dino Vecchio citò la Perazzi ne Gruppo del Monte Rosa. Dal Passo di San Teodulo al Passo di Felich: (...) Punta Perazzi (m. 3906). Immediatamente a Nord del Rifugio Quintino Sella. Detta anche Punta Rossa. Dal Rifugio Quintino Sella facilmente raggiungibile. 15 minuti circa. Vecchio evidenziava dunque un errore o fraintendimento di posizione, scambiando la Perazzi per un più modesto rilievo, immediatamente retrostante il Sella. Nel 1960, la celebre guida di
Saglio e Boffa, Monte
Rosa, la descrisse così: (...)
m. 3906. Costituisce il punto orografico settentrionale dell'elevato
contrafforte meridionale interposto tra le valli dell'Evançon e del
Lys. La montagna è costituita essenzialmente da una serie di micascisti
e gneiss. Furono proprio questi due autori a svelare l'arcano
dell'errore di Vecchio: (...) Nelle vecchie
carte dell'IGM l'appellativo di Punta Perazzi figurava assegnato alle
rocce rossastre subito a N della Capanna, mentre alla attuale Punta
Perazzi (m. 3906) figurava quello di Punta Felik. E' facilmente
accessibile in poco più di 1 ora dal Rif. Q. Sella e pertanto può
costituire meta per gite di passatempo. Tale Punta
Rossa venne citata nell'opuscolo del 1923 Itinerari
alpini V. Dall'Attendamento S.A.R.I. in Valle d'Ayas: (...)
m. 3633. Modesto rilievo che sorge all'estremità nord del contrafforte
Lys Evançon e che si sale in un quarto d'ora dal Rifugio Q. Sella. Nel 1984, Alpinismo e escursionismo in Val d'Ayas di Giorgio Merlo descrisse in modo esauriente la salita lungo la Cresta Perazzi, con partenza dal Pian di Verra Superiore e difficoltà D-AD, passaggi di III-IV e V faticoso. Edito nel 1996, Cervino
- Matterhorn e Monte Rosa descrisse più compiutamente la
Perazzi, attribuendole una difficoltà F. Corda
e piccozza, un tempo di salita di 1.20 ore: (...)
Dalla sella si percorre la facile cresta di neve e alcune roccette fino
sulla vetta. Stampato in più edizioni tra il
1991 ed il 2002, il celebre Monte
Rosa e Mischabel di Gino Buscaini descrisse allo stesso
modo la bella Perazzi: Modesta sommità, ma
punto culminante e più settentrionale della dorsale spartiacque Evançon-Lys.
Si eleva a SO e alla distanza di circa 800 m dal Colle di Felik. (...)
La sua cresta rocciosa OSO, di gneiss, offre invece nella sua parte
inferiore una arrampicata abbastanza impegnativa, bella e interessante.
Buscaini suggeriva la salita dal fianco orientale, scarpata
di neve e rocce, o per il dosso N di
neve (ore 1-1.30). F. La cresta Ovest-Sudovest venne salita,
secondo l'Autore, negli anni Trenta da Guide alpine della Val d'Ayas,
con passaggi in massima parte di III e III+ ed un solo torrione
aggirabile con passaggi di V° grado. Il ghiacciaio Perazzi, nel 1953, venne infine descritto nell'opera I Ghiacciai della Valle d'Aosta, dei glaciologi Vanni, Origlia e De Gemini: Si forma sui gradini sottostanti alla cresta fra la Punta Perazzi (m. 3906) e la quota 3585 (Cap. Q. Sella) e discende nei canaloni sottostanti con due lingue distinte. Si trattava allora di un ghiacciaio di gradino e di pendio, esteso all'epoca per 900 metri di lunghezza con 26° di inclinazione media ed un fronte glaciale a 2950 metri, con esposizione a sudovest.
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