Bivacco Aldo Cravetto
Situato nell'alto Vallone di Bourine o Burrine, al disopra di Issime ed a poca distanza dal Colle Chasten, il bivacco Aldo Cravetto sorge a 2422 metri ed in posizione N45 42.373 E7 48.896 lungo la media dorsale intervalliva Ayas-Valle del Lys, sul suo verdeggiante ed aperto versante orientale. In luogo delle usuali strutture a botte in lamina metallica, il bivacco è stato intelligentemente costruito sfruttando un'antica e bella struttura, parte dell'alpe Chlekch, di proprietà delle famiglie issimesi Girod e Busso. E' posto in uno scenario aperto e soleggiato, da secoli adibito a zona di pascolo e provvisto d'acqua grazie ad un ruscello che scorre poche centinaia di metri a nord dell'alpeggio, facilmente accessibile in direzione del Monte Nery o Becca di Frudiera. La zona immediatamente retrostante l'alpe, verso ovest, è caratterizzata da grandi massi, uno dei quali funge da basamento per la bandiera italiana. A circa mezzora di cammino dal bivacco, seguendo tracce di sentiero, si può raggiungere il Colle Chasten; non sfugge la profonda differenza tra l'aspetto aspro, roccioso e dirupato del versante ayassino del valico e quello più erboso ed aperto del lato orientale. Impressionante la vicinanza della grande parete meridionale del Monte Nery o Becca Frudiera, dalla caratteristica tonalità bianca e rossa; a meridione, più dirupato, sorge invece il Monte Voghel, parte del gruppo delle Dame di Challand che ha inizio con le becche Mortens e Torché. Infine, in questa zona della dorsale esistette il Ghiacciaio di Chasten, peraltro citato da Mario Aldrovandi nel 1966. Vai alla Galleria fotografica - Vai a GPS Bivacco Cravetto. Le vie di salita Esiste anzitutto la via di
salita ayassina, che consiste nel partire da Tollegnaz
(Challand-Saint-Anselme) per risalire l'intero Vallone di Chasten
con un dislivello di circa 1500 metri ed una tempistica di 4.30 ore.
Valicato il colle, si discende per prati in dolce pendenza alla volta di
un ben evidente agglomerato di grandi massi grigi, che celano a loro
volta le piccole baite dell'alpeggio di Chlekch, Hlekch o Chléch. Il
sentiero 2C (chiamato 2A sulla Carta
dei Sentieri della Comunità Montana Mont-Rose, 1:25.000), esile
e poco visibile anche se segnalato da radi bolli gialli, dal colle
scende in realtà alla volta di un'alpe sottostante il bivacco e più
spostata a meridione, Balme Lunge, Balme Lungja o Balmelonge (2350),
caratterizzata da una bella cantina con volta falsa; volendo raggiungere
il bivacco dal valico è necessario puntare verso il centro dell'alto
pianoro erboso, dirigendosi come anticipato verso i grandi massi che lo
nascondono e proteggono. La via di salita ayassina può essere utile
durante l'ascensione al Nery da Ayas, per chi non volesse o riuscisse a
realizzarla in giornata, oppure in caso di improvviso maltempo. Da Issime al Bivacco
Cravetto e Colle Chasten via Vallone di Stolen La principale via di salita parte invece dal fondovalle della Valle del Lys, dalla frazione Cugna o, in dialetto walser locale, Kunju (991 metri); l'automobile si può lasciare nell'ampio parcheggio antistante le scuole di Issime. Numerose sono le ascensioni possibili da questo punto: oltre al Cravetto, al Colle Chasten ed al Monte Nery, vi è anche la bella e selvaggia, ripidissima Weiss Weib, salita da Varasc.it a fine novembre 2009. Il dislivello ammonta a 1430 metri circa da Kunju al Cravetto, il tempo è di 4.00 ore, la segnaletica abbastanza frequente e la direzione intuibile; forte la pendenza. Si nota la segnaletica dei sentieri 2 e GSW, Grande Sentiero Walser, per il Colle Tchasten. Si superano il civico 69 ed una croce del 1923, seguendo una bella mulattiera con frecce bianche, valicando un piccolo ponte verde sul margine dei boschi. Il terreno diventa subito ripido e, a 1124 metri, si notano una staccionata ed un pilone in cemento con il numero 2; al suolo, incisioni rupestri cruciformi. Poco oltre, una antica cappella, Roche Moudite, parrebbe indicare un particolare sperone sottostante la Weiss Weib: è l'oratorio di Zam Chroiz che la leggenda vorrebbe costruito da Jaquelin Biolley dopo essere ivi sopravvissuto ad un incontro notturno con una diavolessa. A 1300 metri, ormai all'interno dell'erto Vallone di Stolen, si giunge a Rohn, un alpeggio posto dopo un ripido prato, sulla sinistra di un torrentello; è lo Stolenbach che, più avanti (1372 metri) si valica tra le betulle su un piccolo ponte di legno, gettato al disopra di una cascatella. Questo torrente è il tributario di decine di piccoli e maggiori ruscelli, disposti a raggiera in tutto l'alto vallone. Il bivio per la Weiss Weib, ormai dimenticato e nascosto dalla vegetazione, si trova in questo particolare tratto di sentiero; per maggiori informazioni si consiglia di contattare direttamente il webmaster de Varasc.it. Si raggiungono le case di Bourini o Burini, principale centro dell'antichissimo vallone, oggi abbandonato dopo la misteriosa e recente scomparsa del suo ultimo abitante (anno 2011). La prima abitazione è un rudere, a circa 1460 metri, sepolta tra le rose canine. Occorre restare sul sentiero, per non perderne
il tracciato tra le varie svolte. Proseguendo, si vedono prima le baite
di Muntuschutz (1688, a destra del sentiero) e di Stuale, prima di
piegare fino all'alpe Muna, Muhnu o Munu, posta a 1950 metri di quota.
Qui cadono le acque del torrentello Munubach e, soprattutto, arriva il
sentiero 1B proveniente dalla solatia cresta del Galm e dal basso
Vallone di San Grato, terza possibile via di salita al Cravetto. Vi si
nota infatti il bivio, marcato 1B/2. Il sentiero 2 sale ora ai 2130
metri dell'alpe Piany, Pianhi o Pianhyi, preceduto da un'alta croce di
pietra ben visibile dalla distanza e perfino dal fondovalle issimese,
piegando su Mehrui, Meerwi, Merhui o Merwi (2230). Sopra a Piany si nota
un piccolo lago stagionale. Un ultimo tratto in campo aperto, tra
pascoli erbosi, conduce a sfiorare l'alpe Balme Lunghe (2350) per
raggiungere infine, già visibile a distanza tra le pieghe del terreno,
il Bivacco Cravetto all'alpe Chlekch. Il colle dista meno di 30 minuti
dal bivacco, su tracce di sentiero ed erba, al disopra di una antica
pietraia quasi integrata nel pendio. Il sentiero 2C, come anticipato,
passa più a meridione e collega direttamente il colle con Balme Lunghe,
senza toccare il Cravetto. Altre vecchie tracce di sentiero conducono ad
un secondo valico più a monte del Colle
Chasten, a quota 2600 metri, utile per chi dal bivacco voglia salire
il Monte Nery. Bivacco Cravetto, terza
via di salita E' infine possibile coniugare l'aspra ed erta risalita del Vallone di Stolen con la partenza da uno dei veri gioielli di storia, natura e cultura alpina delle Alpi Occidentali e dell'intera Regione Autonoma, il Vallone di San Grato o di Scheity. Questo itinerario permette di evitare il ripido tratto iniziale del Vallone di Stolen, partendo nella bella stagione dal culmine della strada asfaltata che, da Issime, culmina a 1400 metri di quota passando dalla Grotta dell'Agonia, con molte curve. Il dislivello è calcolabile solo con una certa approssimazione, visti i saliscendi. Dai 1400 metri del termine dell'asfalto ai 2100 metri circa del culmine della cresta del Galm, 600 metri; da qui a Muna, 150 circa (750 metri totali); da Muna al Cravetto, 500 metri, per un totale di 1200-1300 metri totali ed un tempo di 3.30-4.00 ore. Raggiunta la cappella di San Grato, in posizione dominante ed aperta, per tracce di sentiero rovinate dai bovini al pascolo si sale alla vicina alpe Mattu, posta al disopra del grande fienile a colonne di Chroiz, a 1794 metri. Da qui diparte il sentiero 1B-GSW che, in realtà, avrebbe inizio dall'alpe Mettelti, poco più avanti nel Vallone di San Grato; è bene precisare che questa terra antichissima è attraversata da sentieri e tracce spesso dimenticate o percorse solamente da pastori e cacciatori, non segnate sulle mappe più recenti. Il sentiero 1B risale stupendi lariceti, ben evidente, raggiungendo a 2088 metri l'alpe Kölbrunne o Kolljbrumne; a mezza costa, ora fuori dal bosco, la traccia compie una curva ampia ed aggraziata raggiungendo il soleggiato declivio erboso del Galm. Vi sorgono più ruderi, tra i 2100 ed i 2135 metri di quota, in zona panoramicissima ed aperta; più ad oriente, fuori dal sentiero, l'alpe Ouerratsch e, poco oltre, Schelbiti. Superati i ruderi del Galm, ancora integrati nel pendio a protezione dalle valanghe, il sentiero piega sul bordo estremo dell'ampia cresta erbosa proveniente da occidente, dal Monte Voghel; l'area venne sorvolata in una notte di tempesta del tardo novembre 1943 da un bombardiere Vickers Wellington Mark X, codice LN466, destinato a schiantarsi pochi istanti dopo contro la più orientale delle Dame di Challand. In zona sorgono alcuni alti ometti di pietra, antichi e visibili dal lontano fondovalle; ai piedi di uno particolarmente imponente, posto a 2186 metri e caratterizzato da due colonnine alla base, si notano svariate incisioni rupestri a forma di coppella e rettangolari. Qui termina il tratto più semplice del sentiero, recentemente ripristinato e ripulito. Il sentiero 1B piega ora verso nord, scendendo rapidamente dalla cresta del Galm verso il Vallone di Stolen, superando tratti umidi e spesso ghiacciati (attenzione). La cartografia è discorde nel segnalare l'esatto alpeggio raggiunto dal sentiero durante la discesa, che comunque raggiunge prima i ruderi di Trusi (2001) e quindi l'alpe Munu o Muna, a 1950 metri; la citata Carta dei Sentieri della Comunità Montana Mont-Rose indica invece un percorso per Peternuhof, a quota 1750 metri. Da Muna si riprende il tracciato 2, già descritto, raggiungendo infine il Cravetto. Vai alla Galleria fotografica - Vai a GPS Bivacco Cravetto. Storia e caratteristiche Il bivacco ricorda la figura dell'eporediese Aldo Cravetto (1913-1984), ufficiale nell'artiglieria alpina e successivamente dirigente industriale, per vent'anni villeggiante ed amante della Valle del Lys e di Gressoney. La struttura attuale ha avuto una lunga genesi, antecedente all'anno 2001, ed è stata voluta dalla Comunità Montana Walser e dal Comune di Issime. L'11 ottobre 2001, in particolare, si svolse un sorvolo in elicottero volto ad identificare una zona potenzialmente adatta ad un bivacco; si volle saggiamente optare per il recupero di un'antica baita in quota, in luogo di soluzioni più moderne ma storicamente meno significative. Nel 2005 il Club Alpino di Gressoney ricevette un contributo regionale che, unitamente ai fondi comunali e ad una donazione della famiglia Cravetto, permise la realizzazione dell'opera. Nel 2006, approfittando dei mesi estivi, la ditta Maluquin di Gressoney procedette al rifacimento dell'antica struttura, dalle fondamenta all'interno, fino al tetto; l'intervento è ricordato da una piccola targhetta lignea che cita 2006 S. Maluquin. I mobili vennero realizzati artigianalmente da Danilo Barell. Il 16 settembre si tenne l'inaugurazione del bivacco, funestata dal maltempo. La struttura abitativa, probabilmente bicentenaria (certo antecedente al 1871, data riportata sull'architrave di una delle costruzioni, che tuttavia potrebbe riguardare solo un restauro), è composta da un singolo vano allungato di otto metri per tre di larghezza, quasi totalmente integrata nel pendio verso ovest (in direzione del Colle Chasten) ed aperta e soleggiata ad est, con due finestre ed un piccolo vestibolo all'ingresso. La capienza è di otto posti, l'interno in legno e pietra è raffinato e funzionale, comodo; piccole mensole di pietra corrono lungo i lati maggiori del bivacco, là ove la bella ed antica volta a botte incontra la calda perlinatura inferiore delle pareti. La zona cottura, in pietra, è spaziosa e dispone di un moderno fornello alimentato da una bombola. Sul fondo, oltre i letti a castello della zona-notte, la perlinatura è completa per una maggiore protezione dal freddo esterno, lasciando solamente spazio ad una finestrella affiorante dal terreno. Una bella lastra di pietra, all'esterno, riporta la dicitura Cai Gressoney Bivacco Aldo Cravetto Alpe Chlekch - 2422 m. Vi si nota anche un pannello fotovoltaico; sul lato opposto della struttura, il tetto raggiunge quasi il livello del pavimento, ulteriormente protetto dalle valanghe da un vicino masso. La struttura non è custodita e, per il pernottamento, il CAI Gressoney richiede 3,00 Euro a persona da pagarsi di persona presso la sede CAI, c\o Agenzia immobiliare FB di Federico Busca, località Tache n.14D, Gressoney-La Trinité, o mediante bollettino postale. Vai alla Galleria fotografica - Vai a GPS
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