Posto a 2549 metri, il colle Chasten è situato lungo la cresta intervalliva Ayas-Valle del Lys, a sud del Monte Nery (3075) ed a nord del monte Voghel (2925), bella cima salita da Varasc.it il 15 agosto 2009. E' situato dunque nella bassa Val d'Ayas, al termine del profondo vallone di Chasten, soprastante (ad oriente) Challand-Saint-Anselme (1030). Ad oriente, il vallone di Stolen o di Burine declina alla volta dei 953 metri di Issime.
Nel 1928, l'abbé Louis Bonin parlò dell'allora esistente ghiacciaio di Chasten, punto focale di leggende e "voci" da parte del peuple superstitieux. Lo scorse anche Eugenio Fasana dalla vetta della Torché, come pubblicato nel volume "Il Monte Rosa. Vicende uomini e imprese" del 1931, definendolo (...) piccola reliquia glaciale. Il commento di Bonin, del resto, ben si abbina all'inquietante significato del verbo inglese To chasten, ovvero castigare, correggere castigando, punire, ma anche frenare o limitare, purificare. Non sussitono al momento (febbraio 2014) altre informazioni dedicate alla toponomastica di questo valico; un dotto articolo è apparso nel numero 52, anno 2011, della rivista Environnement con il titolo Il Vallone di Chasten, firmato da Ivan Pasquettaz e Riccardo Perret. Infine, secondo Mario Aldrovandi (1969), il pianoro sottostante l'alpe Méréndiù sarebbe stato chiamato, anticamente, Pian Molinet.
Si tratta ad ogni modo di un'area appartata e selvaggia, sprovvista di strada carrabile oltre ai 1400 metri sul versante ayassino; al disopra di tale quota, si incontrano numerosi alpeggi e ruderi di malghe, provvisti di un sentiero visibile ancorché poco frequentato fino a circa 1900 metri (ruderi). Da questa quota sono stati individuati due differenti percorsi di salita al valico, illustrati nella presente relazione: è tuttavia necessario specificare che entrambi presentano frequenti tratti privi di segnaletica e di traccia, rendendo incerta la progressione. La difficoltà è valutabile in EE, tuttavia la citata assenza di traccia, la lunghezza del percorso, la sporadicità delle sorgenti e la presenza di estese pietraie rende questo itinerario consigliabile ai soli escursionisti esperti, allenati e motivati, capaci di affrontare lunghe escursioni in ambienti pressoché selvaggi, in completa autonomia. Il dislivello è di 1500 metri; si sconsiglia la partecipazione di bambini.
Il tempo necessario è di 4.30-5.00 ore per la salita, 3.00 per la discesa. Ad oriente del Chasten, a 2422 metri, è situato l'ottimo Bivacco Aldo Cravetto, in Valle del Lys (sentiero numero 2 da Issime o 1B dal Galm); la zona del Chasten venne descritta nel 1966 da Mario Aldrovandi, il quale parlò del "ghiacciaio di Chasten", oggi naturalmente scomparso. Molti anni prima, nel 1899, l'abbé Amé Gorret e Giovanni Varale descrissero il Colle Chasten nell'opera Guida illustrata della Valle di Challant o d'Ayas: Da Quinçod si passa per la borgata Rivière, sulla sponda sinistra dell'Evançon; di là si risale il vallone di Chasten, e toccati i casolari Such e Chavanne, si giunge, per balze e scaglioni, al colle che forma una specie di porta tra il monte Föghel a sud e la Becca di Frudière a nord. Dal colle si discende agli alpeggi di Chasten e Piane, donde, per ripida discesa fra pascoli e roccie, si arriva ai casolari Stolen e Bourrine, dai quali prende nome il pittoresco vallone che si percorre.
Come premesso, vi sono due itinerari per il Colle Chasten: verrà innanzitutto illustrato l'avvicinamento ai due possibili percorsi.
Colle Chasten. Avvicinamento
La partenza avviene dai 1041 metri di Tollegnaz (N45 43.137 E7 45.003), frazione di Challand-Saint-Anselme raggiungibile dalla SS 506 da N (via Torrettaz-Allesaz, 1120) e da S (Tilly 976). A Tollegnaz è possibile trovare acqua nel doppio lavatoio coperto, alle cui spalle parte la mulattiera dotata di staccionata lignea che dopo soli cento metri sale alla carrabile per il vallone di Chasten. All'inizio di tale mulattiera incontriamo subito una freccia gialla, in basso a destra. Una volta sulla carrabile (sent.2), con l'Avic alla propria destra, incontriamo alla nostra sinistra due paline gialle inerenti a Tollegnaz e all'hameau Moulaz. Intorno ai 1130 metri la carrabile curva verso est accedendo al boscoso tratto inferiore del vallone, incontrando quindi sulla destra la deviazione n. 10 (con palina gialla) per l'alpe Leuria (1584). Dopo venti minuti di cammino la carrabile passa sul lato destro (per chi sale; sinistra orografica) del vallone mediante un ponte di legno, posto a N45 42.948 E7 45.850. Un altro quarto d'ora di cammino porta al secondo ponte, a quota 1425 metri (N45 42.845 E7 46.218) dove, dopo un'ampia piazzola, la strada si interrompe. Oltre il ponte, sulla sinistra di chi sale (lato orografico destro) inizia il sentiero 2 (EE), visibile ma poco frequentato e quindi invaso dal sottobosco, spesso attraversato da acqua stagnante. Al ponte, dal 2012 si notano quattro paline: le prime sono relative al sentiero numero 2 per Tollegnaz, 50 minuti, E, ed al medesimo sentiero per il Colle Chasten, 3.15 ore, E. Le altre due paline si riferiscono al sentiero 2A diretto all'alpe Merendioux ed al Bivacco Forestale, 2.20 ore, difficoltà E, e sempre al sentiero 2A per il Colle Chasten, 3.40 ore, E. In precedenza, tre paline lignee sul bordo stradale indicano le strade per il Colle Chasten, l'alpe Merendioux e la Becca Torché.
Si risale agevolmente fino ai 1500 metri dell'alpe Grün (N45 42.914 E7 46.339), preceduta sulla destra dalla lapide in memoria di Dufour Annetta (deceduta durante un'azione di guerra nel 1944). Grün è costituita da poche malghe sulla sinistra del sentiero: qui troviamo il bivio tra i sentieri 2 ed 1B per l'Alpe Moulaz (1885, N45 43.500 E7 46.088, sulla sinistra). Prendiamo ovviamente a destra (n.2) e continuiamo nel bosco fino all'alpe Seuc (1565, N45 42.892 E7 46.444). L'alpe è composta da quattro case e da un rudere, più una struttura in costruzione, con tanto di canale sopraelevato per l'irrigazione. Seuc è posta su un pianoro assolato dal quale si vede per la prima volta il Colle Chasten e fornita di acqua in un tronco di legno scavato ad est delle case. Da qui il sentiero punta verso est in maniera abbastanza rettilinea, rientrando nel bosco, tra i larici. Intorno ai 1600 metri il sentiero supera un vecchio tronco scavato sulla sinistra e quindi esce all'aperto attraversando una prima frana, frammista ad erba, proveniente da N (da sinistra, per chi sale).
Poco oltre, a circa 1625 metri, si incontra una seconda e similare frana, con frecce gialle. Intorno ai 1680 metri si supera sulla sinistra una evidente e bella cascata, giungendo quindi a valicare sui sassi un ruscello effimero (diverso dal torrente che forma la suddetta cascata). Subito dopo si arriva ad una costruzione a due piani caratterizzata dai supporti metallici rossi della ringhiera superiore: si tratta dell'alpe Pra Baluard (1721, N45 42.672 E7 47.032), ai cui piedi c'è una freccia gialla e, subito oltre, una seconda casetta. Le tracce di sentiero portano quindi, intorno ai 1800 metri, ad un falsopiano soleggiato e circondato da fitte sterpaglie di ontani, che ostacolano la progressione e favoriscono lo smarrimento del percorso. Qui si trovano saltuari ometti, mentre più oltre e verso est si scorge una seconda cascata. Seguendo gli ometti con molta attenzione raggiungiamo i poco visibili ruderi (alpe La Sort, 1941, N45 42.487 E7 47.254) di un altro alpeggio, posti alla nostra destra in campo aperto: qui troviamo frecce gialle, la scritta "Colle Chasten" nel medesimo colore, ed altra antica segnaletica non più interpretabile. Qui, anche se invisibile, è situato il punto nevralgico dell'intera escursione, il bivio che offre la scelta tra i due itinerari che andiamo ad illustrare, lasciandone la scelta alla discrezione dell'escursionista.
Via nord al Colle Chasten
Dalla scritta gialla "Colle Chasten" (ruderi La Sort) si procede sul prato verso est, in direzione del colle stesso: ci troviamo infatti sulle soglie dell'ampia conca culminante nel valico. Alla nostra sinistra ed in alto (ENE) vediamo il Monte Nery, a NE la Punta di Soleron, la Becca Torché (3016) e la Vlou (3032) a S, il Voghel (2925) a SE. Raggiungiamo con qualche metro di sentiero lastricato un alpeggio diroccato visibile dal bivio e posto a quota 1981 metri (N45 42.544 E7 47.418), dal quale si comincia a salire verso N (sinistra) alla volta del gradino superiore della conca, che ci porterà al passo. Dietro all'alpeggio, ad est, si traversa un pascolo con ometti visibili, valicando un ruscello e salendo a N, a sinistra, lungo ripidi pendii erbosi pressoché privi di segnaletica: si incontra un ultimo ometto, dipinto di giallo, sopra i 2100 metri. Si procede nell'erba alta verso ENE fino ad una vastissima pietraia preceduta dai ruderi, poco visibili poiché mimetizzati, dell'alpe Pera Piccolla (2244, N45 42.544 E7 47.418), posta sotto ad una grossa roccia grigia. Subito oltre si traversa la pietraia su un tratto di sentiero lastricato con frecce e, fino all'agosto 2007, un tubo nero in PVC, in presenza di un rivolo d'acqua; tale tubo e l'acqua erano presenti anche nell'estate 2012. Si procede in direzione SE, genericamente verso il colle, con saltuari ometti su rocce, tra i gineprai sempre più diffusi. A questo punto una ripida forra obbliga a salire faticosamente verso NE, alla nostra sinistra, tra alcuni grandi massi isolati, su erba. Qui si perde ogni traccia ed ogni segnaletica, riprendendola solo sugli ultimi poggi soprastanti che precedono l'ampia pietraia ai piedi del colle: il semicerchio si chiude rientrando verso destra (SE) sotto la bastionata rocciosa a guardia del valico, sua unica apertura. Sotto al colle, a quota 2450 circa, saliscendi erbosi immettono all'erto cono detritico che si affronta da N (sinistra) con qualche segno giallo superstite sulla parete rocciosa; nel 2012 si sono incontrati nuovi segnali gialli, inerenti al bivio tra i sentieri 2 e 2A a quota 2366 metri circa.
I massi sono alquanto instabili, frammisti a sfasciumi minori: è necessario cautelarsi per non smuovere l'abbondante materiale detritico. Il colle (2549, N45 42.335 E7 48.542) si rivela sorprendentemente stretto e panoramico, immediatamente declinante verso oriente; la vista è notevole, permettendo di scorgere perfino la lontana pianura lombardo-piemontese, mentre esattamente ad ovest si vede la Testa Comagna (2099). La discesa avviene per il medesimo itinerario, prestando cautela alla pietraia, oppure verso S lungo il secondo percorso.
Via meridionale al Colle Chasten
Dal bivio con la scritta gialla "Colle Chasten" (ruderi dell'alpe La Sort), si procede verso S alla volta di una vasta macchia di ginepri che cela il sentiero, in precedenza quasi scomparso ed oggi restaurato con il nome di 2A, per il tramail (ultimo alpeggio) dell'alpe Merendiù Alta o Merendioux Damon (2190, N45 42.138 E7 47.269) dominata dai versanti settentrionali delle due Dame di Challand principali. Vi si giunge con ripidi tornanti invasi dalla vegetazione, segnalati da qualche saltuario ometto e da nuove frecce gialle visibili solo nelle immediate vicinanze. L'alpe è posta infatti sul gradino superiore della conca, come (sul versante opposto) l'alpe Pera Picolla: invisibile dal basso, è composta da tre basse costruzioni ammodernate e da un curioso bivacco a botte dipinto di verde, della Forestale. Qui, durante l'estate con l'apertura dell'alpeggio, è disponibile una fontana; nei pressi (a N) scorre un rivolo, ed una piccola turbina fornisce elettricità alla struttura, abitata da anziani pastori. Da qui si procede su saliscendi erbosi frammisti a massi interrati in direzione E, in zona panoramicissima e con modesto guadagno di quota, chiudendo il semicerchio alla volta del valico: il sentiero è apparso ben segnato e segnalato nell'estate 2012. La pietraia alla base del Colle Chasten risulta visibile sin da lontano, permettendone la salita.
Tempistica
Ecco i dati relativi alla prima escursione di Varasc.it al Colle Chasten, mercoledì primo agosto 2007: è tuttavia necessario precisare che, a causa del carattere esplorativo della salita, i tempi qui elencati saranno suscettibili di ridimensionamento. Partiti alle ore 09.16 da Tollegnaz, siamo giunti al primo ponte alle 10.10, a Grün alle 10.17, 10.37 a Seuc. Dopo un errore che ci è costato un'ora e mezza di tempo, siamo risaliti a Seuc alle 12.10, ripartendone alle 12.22. Alle 12.48 eravamo all'alpe Pra Baluard, pranzando alle 13.30 ai ruderi di La Sort. Ripartiti alle 13.52, alle 14.07 eravamo all'alpeggio quota 1981, a Pera Piccolla alle 14.59, 16.10 al colle. Ripartiti alle 16.30, siamo giunti a Merendiù alle 17.21, rientrando a Pra Baluard alle 18.10. Diciassette minuti dopo eravamo a Seuc, alle 18.42 al ponte (1400 circa) ed a Tollegnaz per le 19.15.
Varasc.it è tornato al Monte Nery mercoledì 22 agosto 2012, partendo alle ore 08.08 dal ponte di legno sottostante l'alpe Grun, ove campeggiano tre paline relative ai sentieri 2 (Colle Chasten-Tollegnaz) e 2A (alpe Merendioux, Bivacco della Forestale, Colle Chasten). Alle 08.30 abbiamo raggiunto Seuc, perfettamente restaurata, venti minuti più tardi l'alpe Pra Baluard ed alle 09.50 l'alpe Pera Picolla, provvista d'acqua. Per le ore 12.40 eravamo in vetta al Monte Nery, ripartendone alle 13.50 e raggiungendo il Colle Chasten alle 16.00; alle 16.27 eravamo al bivio tra i sentieri 2 e 2A, alle 17.05 all'alpe Merendioux dove, ospiti dei gentili proprietari, siamo rimasti fino alle 17.50. Il sentiero 2A ci ha quindi condotti nuovamente al ponte di partenza per le ore 19.05.