Elevazione posta ad occidente lungo la cresta che proviene dalla retrostante Becca Torché, la Chalex è alta 2356 metri e si presenta con una prolungata cresta sommitale, un versante meridionale erboso che sovrasta i boschi di Chalex e Fontaney (Vallone di Dondeuil), un versante settentrionale ben più scosceso e ripido. Anche nota con il nome di Punta Boret, domina l’accesso al suddetto vallone ed alla Valle di Challand, con belle viste sul solco della Vallée centrale, ad ovest.
Non esistendo cartografia o segnaletica per questa vetta, non citata da alcun testo (ad eccezione, brevemente, di “Monte Rosa” di Gino Buscaini) saranno presentati entrambi gli itinerari possibili per la sua salita, avendo cura di illustrare sia quello corretto (versante S) che quello errato e caldamente sconsigliabile (cresta W), a scanso di equivoci.
La partenza, in entrambi i casi, avviene dai 695 metri di Isollaz, comune di Challand Saint Victor. Da qui si risale la bella carrabile che porta al Colle di Dondeuil (sentiero 1, 05.00 ore, E): ci si arresta però ai 1780 metri delle baite di Chalex, dopo aver superato anche Fontaney (1423). Arrivati a Chalex occorre superare la malga principale lungo la strada di circa 150 metri, fino al primo scivolo di cemento nell’asfalto, in corrispondenza di un pino isolato. Qui ci si volta a sinistra, a N, cominciando a salire i prati ed i pascoli alla volta di alcune vecchie malghe abbandonate (Chenaley). Le malghe sono facili da individuare dal prato sottostante. Si trovano sotto il bordo inferiore del magnifico bosco di conifere, sono in pietra, con tetti in lamiera slavata, ad un solo piano; infine, sono basse ed inserite nel pendio, per sfuggire alle valanghe. Qui incontriamo la prima freccia gialla, sul bordo della vecchia buca per il letame. Per la salita a questa vetta, si consiglia il manuale Le Vette della Val d'Ayas, utile per ricostruire "sul campo" l'esatta successione dei numerosi punti di riferimento.
Becca Chalex: l’itinerario errato
A questo punto si incontra, effettivamente, un sentiero molto ben tenuto e facilmente individuabile, seppure poco frequentato: si tratta dell’1C che da Chalex condurrebbe, in 3.30 ore, alla Becca Chavernie (2120), a nord della Chalex. Il sentiero diparte tra le due vecchie malghe affiancate, in corrispondenza di un cumulo di sassi o muretto a secco, girando a sinistra e sopra la malga dopo alcuni vetusti gradini in pietra. Entra nel bosco con tre frecce gialle nei primi metri, bassi muretti di pietre sulla sinistra, tra gli alberi. In un quarto d’ora conduce ad una malga isolata ed abbandonata, fornita però d’acqua e di un magnifico panorama sul Monte dell'Aquila e sul Corno del Lago. Il sentiero riprende tra la malga e la fontanella scavata in un tronchetto. Altri dieci minuti nel bosco (ed altre tre frecce) ed ecco il primo, immenso masso erratico che si supera sulla sinistra, procedendo alle sue spalle in un punto in cui la traccia sembra sparire. Troviamo però vecchi segni gialli sulle rocce, tra i licheni. Si continua verso sinistra, nel bosco, tra rocce erratiche con ometti; usciamo dal bosco con una magnifica vista sulla Valle centrale ad ovest, sulla verticale di Ollion, giungendo al “bivio”. Un piatto roccione con la segnaletica della Forestale: 9, 6, 8, alla cui destra il sentiero scende alla volta del valloncello di Trön. L’unica (errata) scelta, a questo punto, è di rimontare verso E lungo la cresta della Chalex, per arrivare in vetta. Il boschetto è subito rado, si scorgono grandi lastre di pietra grigia, roccette e gineprai: a N il versante sprofonda. A circa 2190 metri (rilievo GPS) incontriamo la scritta della Forestale 8 / 9. Le rocce sono inclinate e cosparse di licheni, abbastanza abrasive. Da qui le condizioni della cresta peggiorano costantemente, con continui salti di roccia, brevi tratti erbosi a 45°, appigli cosparsi di ginepro o erba pungente, passi di arrampicata tra il primo ed il secondo grado. I salti di roccia non terminano nemmeno sulla cresta sommitale: l’anticima marcata dalla Forestale in bianco e rosso è separata dalla vetta, poco più alta, da un salto molto esposto su entrambi i lati, con un grande roccione sospeso tra le due metà a mò di ponte. Nel complesso, questo tratto di cresta presenta difficoltà alpinistiche e non è consigliato da Varasc.it.
Becca Chalex, l’itinerario corretto
E’ consigliabile, ovviamente, non seguire il percorso appena illustrato: il sentiero 1C è ottimo e ben tenuto, ma serve ad altri scopi. Parimenti si deve giungere alle due malghe affiancate poco oltre Chalex, a poca distanza dalla carrabile per il colle Dondeuil: qui occorre semplicemente salire a N, rimontando l’intero versante meridionale della becca. E’ una zona priva di segnaletica o di traccia, ma il bosco è abbastanza rado, il sottobosco pulito ad eccezione di macchie di rododendri e vecchi rami sommersi dal fogliame. La pendenza è costante, ma presto si esce allo scoperto: si incontrano quindi pendii erbosi cosparsi di ciuffi d’erba pungente ma rada, non certo come quella del Monte Ciosé. Occasionalmente, ampie pietraie composte di sassi di medie dimensioni offrono una sorta di “indicazione” per la salita, comunque molto più agevole sull’erba: considerata l’esposizione a S di queste zone, è bene procedere prestando attenzione alle eventuali vipere. Nel periodo invernale, questo itinerario è invece sconsigliato. La pendenza resta costante, tra i 30 ed i 35°, ma senza particolari difficoltà. L’unico problema è uscire in cresta (già visibile, dal basso, in forma di linea scura) sotto la vetta e non più ad est o ad ovest. Se nel bosco non ci si è allargati troppo, se si ha mantenuto una sorta di linea retta dalle malghe in poi, se si ha seguito il bordo della pietraia, ci si ritrova appena sotto la vetta, lievemente sulla sua destra: se così non fosse, tuttavia, è consigliabile ritornare sul versante S e spostarsi del necessario, piuttosto che affrontare le scomode rocce di cresta. La vetta, un rialzo roccioso cosparso di terra ed erba bassa, non presenta nemmeno un totem, solo una rientranza concava per le rilevazioni con il teodolite. La vista spazia dal Colle di Dondeuil (2338) alla vicina ed imponente Becca Torché (3016), al Monte dell'Aquila (2580) e sul Corno del Lago (2747), a sud. La discesa avviene per i medesimi pendii meridionali (con cautela per non scivolare sull’erba, a causa della pendenza) rientrando alle malghe prima, alla carrabile principale poi.
Tempistica
Ecco i dati rilevati nel corso della prima salita di Varasc.it alla Chalex, domenica 17 giugno 2007: essendo tuttavia una spedizione “esplorativa”, i dati sono ovviamente rivedibili. Partiti da Ollion alle 10.32, siamo giunti a Chalex alle 11.56, alle prime malghe alle 12.20. Alle 12.38 alla seconda malga isolata, alle 12.56 al masso erratico, lungo l’1C. Alle 13.15 al bivio oltre il quale il sentiero scendeva nel valloncello di Trön. Per le 14.05 eravamo in vetta, dopo la difficile salita in cresta. Ripartiti alle 14.30, siamo tornati alle 15.25 alla malga isolata, alle 15.34 alla carrabile, pranzando alle 16.06 a Chalex.
Per la corretta salita dal versante S, benché priva di sentiero, sono indicate due ore-due ore e trenta. La difficoltà è certamente EE, con ogni cautela possibile in cresta e sui pendii erbosi del pendio meridionale, specie in caso d’erba bagnata. L’acqua (nel periodo primaverile ed estivo) è disponibile nei vari alpeggi del Vallone di Dondeuil, in abbondanza.